6 Apr [16:09]
Tagli allo staff e stipendi ridotti,
la Williams deve fare come la McLaren
Jacopo Rubino - XPB Images
Dopo la McLaren, la Williams è il secondo team di Formula 1 a confermare ufficialmente tagli sul personale a causa dell'emergenza Coronavirus. Anche a Grove è stata messa in congedo temporaneo una parte dei dipendenti, che dovrebbero accedere alle tutele previste dal governo del Regno Unito per le aziende colpite dalla crisi. Fino a fine maggio, inoltre, la dirigenza e i piloti George Russell e Nicholas Latifi avranno un salario ridotto del 20 per cento: il conteggio è iniziato dalla giornata del 1° aprile.
"Queste decisioni non sono state prese con facilità, tuttavia il nostro principale obiettivo è di proteggere i posti di lavoro del nostro staff e assicurare che tutti possano tornare operativi a tempo pieno quando la situazione lo consentirà", si legge nel breve comunicato diffuso.
Ultima classificata nelle stagioni 2018 e 2019, la scuderia di sir Frank attraversava già la situazione economica più delicata dell'intero schieramento. Non sorprende che siano arrivate queste misure drastiche, destinate forse a essere seguite da altre formazioni. Soprattutto se, come invocato da alcuni team principal, verrà ulteriormente esteso il regime di "pausa estiva" rispetto alle tre settimane originarie. E non bisogna dimenticare che un campionato 2020 ridotto porterà a minori proventi elargiti da Liberty Media nei prossimi mesi.
Zak Brown, proprio il boss della McLaren, in una intervista alla BBC ha intanto pregato FIA e Liberty di agire in modo vigoroso. "La F1 al momento è in una condizione di grande fragilità. Quattro team potrebbero sparire se la situazione non verrà gestita correttamente", ha avvertito il manager americano. E la Williams è probabilmente in cima alla lista di chi rischia.
Brown ha definito "la decisione più dura mai presa" quella di tenere a casa i propri dipendenti, pur non avendo alternative. "Siamo una squadra ben finanziata, ma non è un segreto che perdiamo molto denaro e i miei azionisti vogliono che la F1 crei valore. Lasciare che le perdite aumentassero non era un'opzione".