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10 Set [11:16]

I team manager sul piede di guerra

Filippo Zanier

Non accennano a placarsi i malumori intorno all'USCR, il campionato che nel 2014 porterà sotto un unico tetto ALMS e Grand Am. Il pomo della discordia, come già emerso nei giorni scorsi, continua ad essere il processo di Balance of Performance che sarà necessario per equiparare le prestazioni di vetture LMP2 e Daytona Prototype, un'operazione difficile e laboriosa su cui l'organizzazione della serie sta tenendo un atteggiamento di non completa trasparenza e, a dire dei team manager, troppo rilassato. A iniziare il valzer delle critiche era stato Tim Keene, team manager della Ganassi Racing, rilasciando a Speed.com una dichiarazione molto chiara: "Stiamo aspettando che l'USCR ci dia almeno un'idea di quello che sarà il regolamento. Speravamo che a questo punto dell'anno avremmo avuto qualcosa in mano e magari fatto un primo test comparativo in pista, ma non è successo".

Preoccupato anche Michael Shank, che ha portato l'attenzione sui tempi di realizzazione delle modifiche necessarie per le vetture: "Sarà dura fare tutto per tempo. Creare le modifiche con la CFD, deliberarle, distribuirle ai costruttori, preparare gli stampi e i macchinari, iniziare a testare le novità... siamo già a metà agosto e avremo il primo test della prossima stagione il 18 novembre a Sebring. Conosco i tempi di produzione del mondo del motorsport, penso che credere di riuscire a farcela in tempo sia essere molto ottimisti".

Simile anche la posizione di Enzo Potolicchio, titolare della 8Star Motorsports: "Sono davvero preoccupato. Non sappiamo cosa faremo il prossimo anno. Abbiamo gente che ci chiede informazioni dal Sud America per far parte dei nostri programmi 2014, ma non abbiamo modo di comunicargli un budget. Non conosciamo il calendario, le regole, e quanto dovremo spendere sulle macchine per renderle competitive".
La stessa opinione l'ha espressa anche Wayne Taylor, portando l'attenzione anche sul mercato delle sponsorizzazioni: "Non sappiamo con che regole si correrà, non sappiamo neppure quante gare avremo in calendario. Come facciamo quindi a vendere il prodotto agli sponsor?".

Scott Elkins, coordinatore della serie, non sembra però impressionato dalle parole che arrivano dalle squadre: "Tutti sanno quali sono le nostre idee su dove intervenire, e che processo stiamo portando avanti. Stiamo facendo test con la CFD e simulazioni, i cui risultati verranno validati prima in galleria del vento e poi in pista. Non importa quanto forte possano urlarci contro o lamentarsi, non cambieremo il programma e non lo affretteremo, perché dobbiamo trovare la soluzione migliore al primo tentativo. La realtà è che non potrà essere tutto perfetto all'inizio, e le squadre dovranno essere comprensive. Faremo del nostro meglio".

Se non vi è dubbio che il compito che è toccato in sorte all'USCR sia difficilissimo dal punto di vista tecnico, alcune delle critiche delle squadre sembrano più che condivisibili. Programmi che richiedono investimenti di milioni di dollari si basano necessariamente sui budget garantiti da sponsorizzazioni e piloti paganti, accordi che non possono certamente essere finalizzati se punti chiave come il calendario delle gare non sono ancora stati definiti. L'USCR ha dalla sua il vantaggio di essere una realtà che unisce il meglio dell'Endurance a stelle e strisce in un pacchetto che dovrebbe garantire griglie piene e spettacolo, ma è un vantaggio che l'immobilismo decisionale potrebbe dilapidare in fretta.