2 Lug [19:37]
Il caldo frena la Mercedes,
ma non soltanto quello...
Massimo Costa
Quando fa caldo la W10 va in difficoltà. Vero, ma siamo sicuri che il malessere della W10 dipende soltanto dalle temperature elevate che si possono incontrare strada facendo nel corso del campionato? La Mercedes 2019 non è nata senza problemi, come ha rivelato qualche settimana fa l'ingegnere Aldo Costa, tanto che soltanto una intuizione di Lewis Hamilton nel corso dei test di Montmelò pre Melbourne aveva risolto quello che pareva un problema non di poco conto
La sensazione è che la W10, come del resto la W09 del 2018, non sia così imbattibile come pare e soltanto il freddo risultato delle classifiche delle prime otto gare lo dimostra, con le otto vittorie consecutive. Ma la realtà appare diversa, perché Ferrari, pur con tutti i problemi evidenziati dalla SF90, aveva battuto sonoramente la Mercedes in Bahrain (con tanto di pole) prima che Charles Leclerc avviato al primo successo in F1, fosse rallentato da un guasto. A Montreal, Sebastian Vettel (partito dalla pole) avrebbe sicuramente tagliato il traguardo per primo senza quella dannosa penalità mentre in Austria sia la Ferrari sia la Red Bull-Honda sono state più rapide delle W10.
Dunque, se soltanto la SF90 avesse ripetuto le gesta della vettura di Maranello dello scorso anno, forse staremmo raccontando un'altra storia anziché della "imbattibile" W10. E già... E' vero che a Spielberg la Mercedes ha dovuto tagliare la carrozzeria per far prendere un po’ d’aria alla power unit, sulla quale si è anche intervenuti togliendole un poco di potenza, ma la W10 soffre non poco anche i tracciati privi di curve ampie e veloci, piste dove occorre esegure secche frenate, proprio come Sakhir, Montreal o Spielberg.
In Austria, la Mercedes è stata una semplice comparsa e il podio di Bottas, terzo, è stato niente più che un brodino. Il finlandese non ne aveva proprio e a differenza di Vettel e Leclerc, non ci ha provato neanche per un momento ad ostacolare lo tsunami arancione in arrivo. Una corsa piuttosto anonima quella di Valtteri: “Penso che di più non si poteva fare. Ci aspettavamo una corsa difficile, in realtà lo è stata ancora di più. Non abbiamo potuto usare tutta la potenza del motore, dovevamo rallentare e frenare prima del dovuto per non consumare troppa benzina e per tutta la gara non ho fatto altro che controllare le temperature. In questa situazione, difendersi o attaccare era pressoché impossibile. Nonostante tutto ho portato a casa un terzo posto e 15 punti utili per muovere la classifica”.
Chi non si è visto è stato Hamilton. Al via del GP, Hamilton ha dovuto evitare Verstappen partito lentamente, ha duellato nelle prime curve con il rookie connazionale Lando Norris, e di questo se ne sarà stupito. Cosa ci faccio qui con una McLaren al mio fianco, si sarà chiesto The Hammer. Poi, tutta la sua corsa è stata una via crucis culminata con una curva presa in maniera garibaldina e il conseguente danneggiamento dell’ala anteriore. Hamilton al pit-stop ha dovuto cambiare il muso perdendo un sacco e una sporta di secondi. Nel finale, è anche stato superato in tromba da Vettel che ha relegato il suo ex rivale per il titolo mondiale ad un poco confortante quinto posto. A motori spenti, Hamilton ha ripetuto quanto raccontato dal suo compagno di squadra, ma ha aggiunto “Dobbiamo capire perché abbiamo sofferto così tanto e le altre squadre invece no”.
La prossima tappa è casa sua, Silverstone, a pochi km dalla sede del team Mercedes, che si trova a Brackley. Si tratta di un circuito che appare favorevole, da sempre, alle vetture di Wolff. Hamilton guarda sempre tutti dall’alto della classifica generale con i suoi 197 punti, 34 in più di Bottas. Una quinta posizione una tantum ci può anche stare se alla fine i connotati del campionato non cambiano…