Massimo Costa - Dutch PhotoUn sorpasso che rimarrà nella storia della Formula 3. E non solo. Un sorpasso all’ultima curva dell’ultimo giro che ha permesso a Leonardo Fornaroli di prendersi la corona di campione della categoria. La gara finale della serie cadetta a Monza, è stata incredibilmente emozionante, ancora di più per noi italiani in quanto, con Luke Browning fuori gioco, il titolo se lo contendevano Fornaroli e Gabriele Minì, due giovanissimi del vivaio tricolore. Il piacentino del team Trident, fresco di firma con Virtuosi per disputare la Formula 2 il prossimo anno, ha vissuto il weekend monzese in apnea e per la prima volta si è trovato a lottare per il massimo risultato.
Leonardo, come hai vissuto la decisiva gara 2 di Monza? Non deve essere stato semplice dal punto di vista emozionale.
“All’inizio della corsa, che mi ha visto partire dalla pole, ero confidente, avevo un ottimo passo e nei primi giri, quando Dunne dietro di me spingeva forte, l’ho lasciato andare per rimanere nel suo DRS e non consumare le gomme. Poi, c’è stata una situazione di safety-car e alla ripartenza ho tentato di superare Dunne nella maniera più semplice, in rettilineo, perché lui è molto aggressivo nelle curve e non volevo rischiare nulla. Ma arrivati alla variante Ascari, ho trovato molta ghiaia in pista, ho perso improvvisamente aderenza ed ho tagliato la chicane. In un attimo, mi hanno scavalcato in tre finendo dietro anche a Gabriele. Non penso sia stato un vero e proprio errore, è stato inevitabile, perché siamo transitati per primi in quel punto molto sporco, anche Alex ha portato ulteriore ghiaia e non ho potuto fare nulla di diverso”.
Era il 7° giro, subito dopo sei riuscito a superare Minì salendo terzo dietro a Mansell e al tuo compagno Sami Meguetounif, che si era portato in testa. Come ti sentivi in quella fase?
“Ero tranquillo, Sami poteva darmi una mano e mi sono detto che la gara era ancora lunga. Però, ho fatto alcuni bloccaggi nel confronto con Mansell e ho rovinato le gomme. Ero secondo, davanti a Christian e Minì, ma non avendo DRS e con gli pneumatici in crisi, capivo che ero fregato”.
A tre giri dal termine, con Meguetounif che viaggiava solitario verso la vittoria, in pochi centesimi eravate racchiusi in tre: tu, Minì e Mansell. Con queste posizioni eri campione, ma poco dopo, entrambi ti hanno superato. Tensione a mille…
“Ho subito chiesto al team com’era la classifica di campionato e il mio ingegnere, Brambilla, mi ha comunicato che ero dietro di un punto. E’ stato un duro colpo, come se mi avessero buttato sotto una doccia congelata. E’ finita mi sono detto. Ma subito dopo, ho pensato che no, non poteva finire così, non era possibile. Dovevo superare Mansell”.
E così è iniziato quell’ultimo giro senza fiato…
“Mi sono avvicinato a Christian, ci ho provato alla Roggia, ma siamo andati dritti entrambi. Ok, posso provarci alla Ascari, mi sono detto. L’uscita da Lesmo 2 è stata migliore della sua, ho preso la scia, ma Mansell si è difeso bene alla Ascari. Non mi rimaneva che la Parabolica. In quel rettilineo che divide la Ascari dalla Parabolica, in quei secondi, mi sono passati per la testa mille pensieri. Devo dire che è stato straziante. Ma alla fine, ho resettato, dovevo tentare il tutto per tutto. Era il mio momento, mi sono reso conto che mi trovato dietro qualche metro di troppo, ma non importava. Mi sono buttato al suo interno, una mossa disperata, lui è rimasto sorpreso ed è stato corretto. Ho tenuto la macchina in linea e ce l’ho fatta”.
Uno dei sorpassi più belli della stagione per l’importanza che ha avuto…
“Ho avuto sangue freddo, non ero agitato, e sono riuscito a gestire bene quella situazione. Appena ho tagliato il traguardo, tutte le preoccupazioni dell’ultimo mese sono svanite. Non sarei riuscito ad accettare di perdere il campionato”.
E dire che nel tuo percorso che ti ha portato dalla Formula 4 alla Formula 3, il tuo punto debole era proprio la bagarre con i tuoi rivali.
“Si è vero, ci ho lavorato molto su questo aspetto e pian piano sono cresciuto. Uno dei momenti che mi hanno fatto definitivamente capire che quel problema non esisteva più è stato al Red Bull Ring, quest’anno, quando dopo una brutta qualifica, da 24esimo ho recuperato fino al nono posto nella main race. E col senno di poi, quei 2 punti conquistati in Austria sono stati fondamentali per la vittoria nel campionato. E sì, quel sorpasso finale a Monza è stato davvero speciale. E dire che poteva essere una gara tranquilla…”.
Passerai alla storia anche per aver conquistato un campionato senza ottenere un successo di tappa, ma grazie alla costanza nei risultati. Per 18 volte, su 20 gare, hai concluso in zona punti, hai segnato due pole. Nessuno ha avuto questo passo.
“Un po’ mi scoccia sì, non essere riuscito a salire sul gradino più alto del podio neanche una volta. Ma per vincere in F3 occorre essere costanti. Guardate Bortoleto, lo scorso anno ha sì vinto le prime due gare, poi ha sempre ottenuto piazzamenti. Potevo vincere a Imola in realtà, ma un problema tecnico me lo ha impedito”.
E dire che il campionato lo avresti vinto anche senza quel sorpasso alla Parabolica perché a motori spenti, Minì è stato squalificato…
“Sarebbe stato bruttissimo, per me, ma soprattutto per Gabriele. Non posso immaginare come si sarebbe sentito se avesse vinto il titolo in pista per poi perderlo per la squalifica”.
Adesso ti aspetta la Formula 2 con il team Virtuosi, che con il tuo ex compagno in F3 Bortoleto è in piena lotta per la vittoria finale.
“Sarà una bella e nuova avventura. Ho trascorso diversi giorni col team e ho trovato una bella atmosfera. Dovrò migliorare ulteriormente la conoscenza della lingua inglese, importante nelle comunicazioni radio, nei momenti di tensione. Guiderò la Dallara F2 per la prima volta nei test di Abu Dhabi, in dicembre. C’è quindi un lungo periodo di pausa per me, ma mi terrò in allenamento con il kart, con la preparazione fisica”.