Jacopo RubinoUna Ferrari di Formula 1 in azione al Mugello: sarà di buon auspicio per l'inserimento del circuito toscano nel Mondiale 2020? Come confermato ieri, la scuderia di Maranello ha sfruttato l'autodromo di sua proprietà per la giornata di prove private con la vettura 2018, offrendo a Sebastian Vettel e Charles Leclerc una sorta di "warm up" in vista del primo Gran Premio in Austria del 5 luglio. Un modo di riprendere il ritmo dopo il lungo stop causato dal Coronavirus e, per il team, di sperimentare i protocolli anti-contagio da seguire nei weekend di gara.
La SF71H è la macchina con cui il tedesco ha conquistato cinque vittorie, comandando la classifica fino all'estate. Il monegasco la guidò invece nei test di fine 2018 ad Abu Dhabi, iniziando la sua avventura da titolare dopo la stagione in Alfa Romeo Sauber. Una monoposto, quella "rispolverata" oggi, che ha mantenuto la verniciatura rossa lucida originale, invece della tinta opaca introdotta sul modello 2019. Sui braccetti della sospensione anteriore è stato già applicato l'hashtag #WeRaceAsOne, legato all'iniziativa lanciata da Liberty Media per combattere le discriminazioni e promuovere la diversità all'interno del paddock.
La giornata al Mugello è stata divisa in due segmenti: in mattinata è stato Vettel il pilota al volante, con Leclerc subentrato nel pomeriggio. Nel programma, anche qualche simulazione di partenza sul rettilineo principale. Da regolamento, per i test con modelli vecchi di almeno due campionati non ci sono limiti sul chilometraggio: la stessa strategia è già stata messa in pratica dalla Mercedes a Silverstone e dalla Renault a Spielberg.
Per la Ferrari il possibile vantaggio è quello di aver raccolto dati su un tracciato che sarebbe una novità assoluta nel calendario, al di là dei test collettivi effettuati nella primavera 2012. Ormai parecchio tempo fa.