Marco Cortesi
L'IndyCar Series dà l'addio per ora al Grand Prix cittadino per le strade di Nashville, su cui tanto si era puntato fino allo scorso anno, per approdare sull'ovale a 50 chilometri dalla città del Tennessee. Motivo principale della scelta, delle difficoltà logistiche e "politiche". Le prime, dovute alla ristrutturazione dello stadio dei Tennessee Titans, squadra NFL locale, che ha complicato la creazione del circuito. Poi c'è stato un avvicendamento nella società di gestione della pista, con cambi al vertice e nei ruoli chiave.
Triovale da un miglio e 1/3, 2.145 chilometri, Nashville è di proprietà della NASCAR, che è tornata con le sue serie a far tappa fissa lì da qualche anno dopo aver riaperto l'impianto. L'ultima volta, l'IndyCar ci aveva corso nel 2008, e le ultime tre apparizioni erano state vinte da Scott Dixon.
La parte finale del campionato sarà scandita dagli ovali, con sei gare sulle ultime otto del calendario. Due saranno in Iowa, due a Milwaukee, una a Gateway e una a Nashville. Una buona opportunità da parte dei piloti più avvezzi agli ovali per far pendere l'ago a loro favore.