12 Ago [16:22]
La serietà del team Haas
Subito una concreta realtà
Massimo Costa - Photo 4
Un primo dato: dopo undici Gran Premi, la Haas-Ferrari conta 29 punti, esattamente gli stessi che ha conquistato nella stagione 2016. Un bel passo in avanti dunque, anche per quanto riguarda l'apporto dei piloti. Se nel 2016 tutti i 29 punti erano stati portati al team americano da Romain Grosjean, con Esteban Gutierrez in evidente difficoltà, quest'anno il franco-svizzero ne ha incassati 18 e il neo acquisto Kevin Magnussen 11. Dunque, una crescita più che positiva per la squadra di Gene Haas, appena al secondo anno nel Mondiale F.1, ma che ha già dimostrato di poter tranquillamente giocarsela per puntare al quinto posto nella classifica costruttori. Davanti ci sono la Toro Rosso con 39 punti e la Williams con 41.
E dire che quando si sparse la voce, nel 2014, che Haas voleva entrare in F.1 nel 2016, le risatine non mancarono. Un cowboy che ha un team nella Nascar, privo della cultura europea del motorsport, che potrà mai combinare in F.1. E invece, eccolo qua, che se la gioca con tutti al contrario di avventurieri come John Booth prima, Stephen Fitzpatrick poi (Manor), Tony Fernandes (Caterham), José Maria Carabante (HRT) subentrato ad Adrian Campos che si tirò indietro ancor prima di cominciare, tanto per citare le ultime fallimentari squadre apparse in F.1. Con Colin Kolles che poi prese le redini di Caterham e HRT portandole alla definitiva chiusura.
Haas non ha nulla da spartire con i personaggi sopra citati. Ha il budget giusto, ha l'intelligenza per fare operare i giusti investimenti e per affidarsi alle persone competenti. Gunther Steiner, ingegnere italiano, è il responsabile della Haas e sta facendo un lavoro di gestione eccezionale. Su undici gare, la VF17 ha concluso in top 10 per sette volte, cinque con Grosjean e tre con Magnussen, con la doppietta realizzata a Montecarlo quando entrambi i piloti hanno preso punti.
La stagione di Grosjean è decisamente particolare. Continua ad avere problemi ai freni nonostante il cambio di marca, a volte sparisce nelle prove libere dove è protagonista di errori pacchiani, poi improvvisamente in qualifica arriva fino alla Q3 (ottenuta cinque volte) disputando anche ottime gare. Magnussen invece, mostra sprazzi di grande talento a "vuoti" improvvisi oltre che a qualche scorrettezze inutili, l'ultimo con Nico Hulkenberg. Rimane il fatto, che la Haas dopo appena una stagione e mezza in F.1 è già una bella realtà.