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14 Feb [15:45]

L'appello a Domenicali:
dica NO alla inutile gara sprint

Massimo Costa

La prima domanda che sorge spontanea é: perché una gara sprint? La seconda domanda: che senso avrebbe? La terza domanda: perché snaturare la F1? E si badi bene, non siamo affatto conservatori, ben vengano nuove idee per migliorare lo spettacolo (che comunque spesso non manca) dei Gran Premi, ma queste devono avere un minimo di logica. E secondo noi, la gara sprint non ne ha neanche un briciolo.

Partiamo dalla parola spettacolo, di cui ormai si abusa spesso e volentieri. La F1 non è un monomarca, chi costruisce la miglior monoposto, chi realizza il propulsore più competitivo, ha il diritto di vincere. Accade in ogni competizione sportiva: la società che assembla la squadra con gli interpreti più forti, vince, domina, in campo nazionale ed internazionale. Real Madrid, Barcellona, Bayern Monaco, Juventus, Paris Saint-Germain. In Italia, la squadra di Torino vince lo scudetto da nove anni consecutivi, nessuno si è sognato di inventarsi nuove regole per fermarla. E così accade giustamente ovunque in Europa e nel mondo. Come negli sport individuali: tennis, atletica leggera, ciclismo, nuoto, boxe eccetera.

In F1, da qualche tempo a questa parte ci si scandalizza se un team domina. E' accaduto in passato con la Williams, la McLaren, la Ferrari (ma in Italia erano tutti ben contenti...), con la Red Bull e ora con la Mercedes. Bravi loro, peggio per gli altri se non sono capaci di raggiungere le prestazioni della squadra di Toto Wolff. Giusto così? E invece no. Ci si accapiglia per trovare soluzioni che rallentino il dominio Mercedes.

Dal 2022 vi saranno le nuove regole tecniche e sarà molto interessante vedere quel che accadrà, alla luce anche del budget cap che equiparerà tutti i team dal punto di vista degli investimenti economici. Sono finalmente finiti i tempi in cui vi era chi spendeva 400 milioni e chi soltanto 150. Su questi punti, si è intervenuti molto bene, anche se andava fatto diversi anni fa. Ci provò l'allora presidente FIA Max Mosley a instaurare il budget cap, ma venne scioccamente deriso da molti addetti ai lavori, che oggi applaudono all'introduzione del taglio alle spese. In F1 sono poche le persone che sanno guardare più in là del giorno dopo.

Ci sono poi, quelli che trascorrono il tempo a ricordare quanto fossero belli i Gran Premi di 20-30 anni fa. Sono i cosiddetti "passatisti", una sorta di negazionisti del presente. Certo, ci sono state corse combattute, epici duelli, ma non in tutte le gare. Molte erano noiose, tantissimi Gran Premi vedevano il vincitore tagliare il traguardo con un minuto e oltre di vantaggio sul secondo, mentre già il terzo o il quarto erano doppiati e il sesto si trovava a 2 giri. Ma i passatisti fingono che non fosse così... Che nel 2020 vi siano state gare incredibili, con addirittura un'Alpha Tauri e una Racing Point capaci di vincere, non è un segnale di una F1 quanto mai vivace e imprevedibile? Per non ricordare le belle corse degli anni precedenti.

E' la natura della F1 e del motorsport in generale, ma anche di tutti gli sport, non poter offrire ogni domenica eventi incredibili. Ci sono corse divertenti, partite di calcio, basket, volley spettacolari, ma altre più noiose. E' normale, è ovvio. Dunque, torniamo all'origine di questo articolo: la gara sprint. Si vorrebbe inserire nel format dei weekend F1, una corsetta di 100 km da disputarsi il sabato pomeriggio e il cui ordine di arrivo determinerebbe la griglia di partenza del Gran Premio domenicale. Cento chilometri. Sarebbero anche stati individuati i circuiti dove fare questa prova, questo tentativo: Montreal, Monza e San Paolo.

Cento chilometri. Cosa vuol dire in F1 percorrere 100 km? Nulla praticamente, in un tracciato come Monza significherebbe una garetta di 25 minuti, roba che neanche in Formula 4... Basterebbero due safety-car per rendere lo "spettacolo" completamente senza senso. 

Poi, cosa si pensa che possa accadere in una corsetta del genere? Che le due Mercedes e le due Red Bull non arrivino al traguardo nelle prime posizioni cosicché da avere una griglia di partenza domenicale con una Alpha Tauri e una McLaren in prima fila? Certo, l'unica speranza perché ciò accada è che Lewis Hamilton, Valtteri Bottas, Max Verstappen e Sergio Perez si sparino fuori pista. Ma non ci pare una soluzione molto avvincente e sportiva. Le monoposto più veloci occuperanno le prime posizioni anche nella garetta sprint, la Haas e la Williams rimarranno sempre tra gli ultimi. Pensiamo non serva un ingegnere nucleare per giungere a questa ovvia conclusione.

Secondo Ross Brawn e Stefano Domenicali, la garetta sprint dovrebbe accendere l'attenzione degli spettatori. Davvero? Venticinque minuti di una corsa che sarà la fotocopia in tono minore di quanto accadrà la domenica, attirerà i fans? Vedere vincere due volte in 24 ore Hamilton, non avrà invece l'effetto opposto? E se, come dicono, la corsetta assegnerà punti, ci sarà da ridere perché avremo i soliti noti che chiuderanno il discorso titolo già con sei-sette gare di anticipo sulla conclusione della stagione.

Ma è anche il concetto gara di qualifica, che lascia stupefatti. L'attuale format della sessione di qualifica, diviso in tre frazioni ad eliminazione, è quanto mai avvincente e spesso non mancano le sorprese. Sono 60 minuti molto interessanti, un format vincente al quale si è giunti dopo vari esperimenti tentati nel corso degli anni. Con la gara sprint, intanto non si raggiungerebbero i 60 minuti di azione e dunque di attenzione mediatica, televisiva. Verrebbe a spegnersi la fatidica lotta per la pole, la capacità del pilota nell'ottenere sul giro secco il miglior tempo. La sfida velocità-cronometro, il giro in apnea, che da sempre esalta il puro concetto legato al termine Formula 1.

La qualifica verrebbe disputata il venerdì, ma si toglierebbe tutto il pathos per l'assegnazione della pole. Si dice che così facendo, la giornata del venerdì, solitamente inutile ai fini dell'interesse generale per via delle prove libere, ritroverebbe un senso, come quando vi si disputava la prima qualifica, poi il sabato la seconda qualifica. Ma far disputare l'unica sessione di qualifica il venerdì, con la gente di tutto il mondo che lavora e dunque non può certo pensare di sedersi davanti alla TV come avviene il sabato, non è peggio? Temiamo di sì.

Insomma, non riusciamo a vedere alcun punto positivo nell'introduzione di una corsa di 100 km nel format F1. No, neanche una, neanche mezza.

Piuttosto, si pensi a portare la F1 su circuiti impegnativi, belli, che esaltano il pilotaggio come Portimao, Imola, Mugello. Contano i soldi? Come sempre sì, ma si tenti di trovare dei compromessi che non siano legati solo all'emergenza Covid-19. E dove i soldi non mancano mai, come negli Emirati Arabi Uniti, leggi Abu Dhabi, si imponga a lor signori di ridisegnare quel circuito di Yas Marina così banale e renderlo più avvincente. Lo spazio, là in mezzo al deserto non manca.

Ecco, caro presidente di Liberty Media, Stefano Domenicali, non si vada a svilire il prodotto F1 che già così com'è oggi è eccellente. Non c'è bisogno di una garetta di 100 km per richiamare attenzione e lasciamo la 100 km... alla mitica 100 km del Passatore, la maratona storica che da Firenze porta coraggiosi atleti amatori e professionisti da Firenze a Faenza in un delirio di fatica e sudore e che lei, da buon imolese doc, certamente conoscerà.




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