27 Giu [12:10]
Liberty Media cancella Ecclestone,
Hamilton lo definisce un ignorante
Massimo Costa - XPB Images
Bernie Ecclestone è stato l'anima della F1 per almeno 40 anni. Ha fatto e disfatto sempre nel proprio interesse, benché passasse per un benefattore per coloro che ne ricevevano le prebende. Ha creato un sistema ineccepibile, ha creato la F1 moderna di oggi che ha reso ricchi tanti. Ma alla lunga, ha sconquassato l'intero sistema, messo alle corde i circuiti chiedendo loro cifre insostenibili per ospitare i Gran Premi, alzato i prezzi con le televisioni mentre i budget per correre nel Mondiale diventavano incontrollabili soffocando lentamente la F1.
Non solo, Ecclestone si è sempre mostrato vicino ai leader dal profumo dittatoriale, non ultimo il russo Vladimir Putin e il leader dell'Azerbaijan, Ilham Heydar oglu Aliye. Inoltre, nel 2014, era stato condannato a 10 anni di prigione per corruzione dal tribunale di Monaco di Baviera (tangente di 44 milioni di dollari a Gerhard Gribkowsky, ex presidente della banca Bayern LB, per convincerlo a cedere le partecipazioni dell'istituto nel circus al fondo di investimento Cvc), ma grazie all'articolo 153a del codice di procedura penale tedesco, con l'approvazione del giudice la procura ha facoltà chiudere il procedimento se l'imputato versa una cifra concordata o presta servizi sociali. Ed Ecclestone se la cavò versando 100 milioni di euro.
E' anche riuscito, qualche tempo fa, a dichiarare che in fondo il nazismo aveva fatto cose buone.
Da quando ha ceduto a Liberty Media la F1, Ecclestone non ha mai mancato di criticare l'operato di Chase Carey e Ross Brawn, spesso in maniera insensata. Lo scorso marzo aveva fatto sapere che se ci fosse stato lui, il campionato di F1 quest'anno non si sarebbe disputato, evidentemente causando la chiusura di almeno sette team.
L'altro ieri, alla CNN, Mister E, che a 89 anni vedrà nascere il suo quarto figlio dalla relazione con la brasiliana Fabiana Flosi (45 anni), parlando dell'impegno sociale di Lewis Hamilton, si è fatto scappare (forse mostrando la sua vera natura una volta di più), che "spesso i neri sono più razzisti dei bianchi". Alla domanda del giornalista, se potesse portare qualche prova in merito, Ecclestone ha glissato.
Immediatatamente, Liberty Media ha rilasciato un durissimo comunicato che ha incenerito Ecclestone: "In un momento in cui c’è grande bisogno di unità per contrastare razzismo e ineguaglianze, siamo in totale disaccordo con le affermazioni di Bernie Ecclestone, che non trovano cittadinanza né in Formula 1 né nella società civile. Ricordiamo inoltre che il signor Ecclestone non ha alcun ruolo in Formula 1 dal 2017, e la sua carica meramente onorifica di Presidente Emerito è decaduta nel gennaio 2020”.
Liberty Media ha così voluto prendere con decisione le distanze dall'ex boss, sottolineando anche, nel caso qualcuno potesse pensare che è ancora operativo nel mondo della F1, che con loro non ha niente da spartire.
Ma non è finita qui. Perché a rincarare la dose ci ha pensato Lewis Hamilton. Nelle sue notti piene di pensieri, il sei volte campione del mondo ha letto incredulo la dichiarazione di Ecclestone. Deve averlo fatto diverse volte finché non ha deciso di aprire instagram e buttare giù il proprio pensiero. All'inizio imbarazzato: "Non so proprio da dove cominciare", poi implacabile: "Bernie è ormai fuori dal nostro sport. E’ parte di una generazione diversa. Ma quel che dice è esattamente l’essenza di ciò che noi riteniamo sbagliato: i suoi commenti da ignorante ci mostrano quanto dobbiamo ancora fare, come società, perché la vera uguaglianza possa concretizzarsi".
"Adesso i conti tornano, ha perfettamente senso che nulla sia stato detto o fatto per rendere il nostro sport più vario e aperto alla diversità. E che niente sia stato fatto per affrontare gli abusi razziali che ho ricevuto durante la mia carriera. Se l’uomo che ha gestito lo sport per decenni ha una tale mancanza di comprensione sulle questioni profondamente radicate che noi neri affrontiamo ogni giorno, come possiamo aspettarci che quelle stesse questioni siamo comprese dalle persone che lavorano sotto di lui? Tutto ha sempre origine dall’alto ".
"Adesso è venuto il momento di cambiare. Non smetterò di darmi da fare per creare un futuro inclusivo per il nostro sport, con pari opportunità per tutti. Per offrire chance alle minoranze. Continuerò ad usare la mia voce per rappresentare quelli che la voce non ce l’hanno, per parlare in nome di chi è sotto rappresentato. Per dare a tutti una opportunità nel nostro sport”.
Hamilton ricorda anche un episodio spiacevole verificatosi nei primi anni della sua carriera nei test di Barcellona: “Durante il mandato di Ecclestone, alcuni spettatori ai test pre-stagionali a Barcellona di molti anni fa, si sono dipinti la faccia di nero e indossavano magliette con la scritta 'Famiglia di Hamilton'. Me lo ricordo come se fosse ieri. Il danno che fanno cose come questa è inaccettabile”. Il cosiddetto blackface è ritenuto una offesa gravissima e deriva dal teatro quando in passato attori bianchi si dipingevano il volto di nero per interpretare con disprezzo personaggi di colore. Nessuno condannò mai quell'episodio verificatosi durante quei test.