22 Giu [15:31]
L'intervista - René Rosin
"Il team Prema pronto a ripartire"
Mattia Tremolada
Dalla Formula 4 alla Formula 2, passando per la Formula Regional European e la Formula 3. Il team Prema è impegnato attivamente in tutte le categorie riconosciute dalla FIA che compongono la scalata all’Olimpo del motorsport, rappresentato dalla Formula 1. Proprio le due categorie che stanno alla base della piramide, hanno riportato in pista gli uomini di Grisignano per la prima volta dopo il lockdown, occasione sfruttata anche per i piloti di Formula 3 più Mick Schumacher (F2), che nei test di Misano si sono allenati con le Tatuus della Formula Regional in vista del Gran Premio d’Austria, in programma il fine settimana del 5 luglio. All’accensione dei motori a Spielberg, saranno trascorsi tre mesi da quando i piloti delle due categorie maggiori non scendono in pista, come ricorda René Rosin, a capo della sezione del team Prema che gestisce le vetture di F2 e F3, abbandonate in Bahrain in seguito all’ultima tornata di test pre stagionali e alla conseguente cancellazione del primo round. Proprio con Rosin ripercorriamo le prove disputate prima della quarantena.
“L’ultima volta che siamo scesi in pista è stato in Bahrain per i test di Formula 2 e Formula 3. Per quanto riguarda la F2, si era trattato della prima presa di contatto dei piloti con le gomme da 18”, grande novità della stagione 2020. Tutto era andato secondo i piani concordati con gli ingegneri, eravamo riusciti a svolgere tutto il lavoro programmato e ad analizzare i dati in poco tempo per essere pronti per la prima gara che avrebbe dovuto svolgersi la settimana seguente. Abbiamo avuto più tempo per le analisi, anche se chiaramente i dati a nostra disposizione non sono aumentati in questi mesi di lockdown, perché i dipendenti sono stati in cassa integrazione e abbiamo dovuto chiudere completamente l’azienda secondo le disposizioni del nostro governo. Per quanto riguarda la Formula 3, invece, nel corso dei test non ci siamo focalizzati sullo sviluppo della macchina, ma la priorità era cercare di familiarizzare con i nostri piloti, dal momento che abbiamo cambiato completamente la nostra line up. Anche in questo caso, siamo stati molto soddisfatti delle prove e aspettavamo la prima gara per capire quale fosse il nostro livello rispetto agli altri, poi ovviamente tutto è stato bloccato”.
Quali saranno le norme anti Covid-19 da seguire in Austria?
“Per quanto riguarda le misure anti contagio, stiamo ricevendo proprio in questi giorni dalla FIA le indicazioni complete. In realtà, il lavoro non subirà cambiamenti o ostacoli particolarmente rilevanti, se non ovviamente il fatto che correremo senza spettatori. È la cosa più difficile da digerire, ma preferisco correre a porte chiuse piuttosto che rimanere a casa, anche perché oltre ad essere appassionati, siamo aziende con dipendenti e con costi vari da coprire”.
Hai aspettative diverse per i tuoi piloti di F2?
“Alla viglia di una stagione non mi piace dire frasi come ‘siamo qua per vincere, dobbiamo battere tutti’, perché l’arroganza potrebbe essere dannosa. Preferisco concentrarmi al massimo per cercare di ottenere il miglior risultato possibile, spronando tutta la squadra a dare il meglio lavorando sodo. Ritengo che la nostra coppia di piloti composta da Mick Schumacher e Robert Shwartzman, campione in carica F3, sia tra le migliori sulla griglia, sono convinto del loro potenziale. L’anno scorso è stato deludente, abbiamo raccolto meno di quanto meritassimo a causa di alcuni errori, ma anche di una buona dose di sfortuna. Abbiamo fatto dei correttivi importanti all’interno della squadra per essere ancora più performanti e cercare di migliorare le lacune che si sono presentate nella passata stagione”.
Quale pensi possa essere invece, il potenziale della squadra in F3?
“Sono molto contento della scelta che fatta per questa stagione. Abbiamo iniziato a lavorare con i nuovi piloti in Bahrain e il clima all’interno della squadra è buono. Possiamo contare sull’esperienza di Logan Sargeant, che è al secondo anno nella categoria, mentre l’anno scorso avevamo tre rookie, visto che arrivavano tutti dalla vecchia F3 e non dalla GP3, la vera antenata della categoria odierna. Avevamo però, il vantaggio di conoscerli già perché avevano corso con me o contro di me, mentre ora conosco bene solo Frederik Vesti”.
La F3 di vecchia concezione manca dal panorama delle formule minori?
“Sono tanti i nostalgici a cui manca, ma credo che il mercato richiedesse l’unione tra F3 e GP3. È molto importante che la terza categoria corra nei fine settimana della Formula 1. La F3 non è morta, ha solo nuove caratteristiche. Il vecchio campionato era ormai dal 2017 un monomarca, una categoria iper costosa, con delle ottime qualità, ma anche dei punti deboli importanti. Il motorsport è in continua evoluzione e un discorso simile vale anche per la Formula 4, che ha delle caratteristiche molto diverse rispetto a quella che era la vecchia Formula Renault. È stata concepita per ragazzi giovanissimi e sono estremamente convinto del prodotto F4. Anche qui ci sono degli aspetti da migliorare, secondo me il doppio programma in F4 Italia e Germania che prevede 14 fine settimana di tre gare ciascuno è troppo dispendioso. Abbiamo già detto la nostra opinione alla FIA, suggerendo che un campionato con 10 gare sarebbe più gestibile a livello di personale e di struttura”.
Nel 2019 nonostante il debutto nella Formula 3 di nuova generazione, avete proseguito il dominio mostrato negli ultimi anni nel vecchio FIA F3. Ti saresti aspettato una vittoria così netta?
“In realtà sapevamo di avere tre piloti molto competitivi, ero conscio dell’ottimo lavoro svolto nel corso dell’inverno e convinto del potenziale del mio staff tecnico. Quindi sentivo che eravamo pronti per questa categoria, anche se era la prima stagione del nuovo corso e questo sicuramente ci ha fatto lavorare più del solito. Ma sono contento della nostra performance, so che anche quest’anno sarà molto difficile, ma spero che potremo confermarci ad alto livello”.
In Formula 4 avete scelto di puntare su quattro rookie, ma stando ai risultati dei primi test pre stagionali la scelta sembra pagare.
“L’anno scorso abbiamo raccolto meno rispetto a quello che era il nostro potenziale per vari motivi. In questa stagione potremo fare affidamento su quattro debuttanti, ma è una cosa che non ci spaventa. Continuiamo a lavorare con FDA, che è una garanzia e che quest’anno ci ha affidato Dino Beganovic, che arriva da alcune stagioni in kart molto positive. Gabriele Minì è uno dei talenti italiani più cristallini emersi negli ultimi anni e sta dimostrando un facile adattamento alle monoposto. Gabriel Bortoleto può vantare un curriculum kartistico di tutto rispetto e la stessa cosa si può dire per Sebastian Montoya, che purtroppo ha perso le prime sessioni di test perché bloccato in America. Dovrebbe riuscire ad arrivare a breve in Italia per iniziare la propria preparazione”.
Dopo una stagione di debutto in crescita sembra che il livello della Formula Regional European si stia alzando, tanto che Prema ha aggiunto una quarta vettura. Cosa ti aspetti a breve termine da questo campionato?
“Noi abbiamo sposato la linea tracciata dalla FIA per quanto riguarda le categorie propedeutiche alla F1, impegnandoci dalla F4 alla F2, passando per la Formula Regional e la F3. Siamo convinti del prodotto Regional e contenti dei piloti che abbiamo scelto per il 2020. Abbiamo aggiunto una quarta macchina e nonostante qualche discrepanza con un pilota, non abbiamo avuto difficoltà a sostituirlo. Sarà una stagione importante, in cui il campionato è chiamato al salto di qualità, ma ritengo che la Federazione e WSK stiano facendo un ottimo lavoro nella giusta direzione”.
Nel 2020 saranno sei i piloti di F1 ad aver corso per Prema nelle categorie propedeutiche: Leclerc, Gasly, Giovinazzi, Ocon, Stroll e anche Latifi, seppur con voi diversi anni fa. Credi che questo aiuti la squadra a trovare piloti?
“A mio parere negli ultimi anni abbiamo svolto un lavoro di altissimo livello, lavorando bene con tutti i piloti in ogni categoria a cui abbiamo preso parte. Avere diversi nostri piloti in F1 è per noi motivo di forte orgoglio, ma non credo sia questa la ragione per cui abbiamo tante richieste per le categorie minori. Ritengo che il nostro punto di forza sia il servizio che mettiamo a disposizione dei nostri clienti. È il frutto del grande lavoro che stiamo tutti facendo in questi anni, dal primo dei meccanici all’ultimo uomo del management. Ben 70 persone lavorano in Prema, ormai la nostra non è più un’azienda a direzione familiare, ma una struttura ben organizzata”.