13 Set [11:57]
Penalizzazioni in griglia:
per Hakkinen sono assurde
Stefano Semeraro
Anche Mika Hakkinen è d'accordo: le penalità per le sostituzioni del cambio e dei componenti della power-unity, per come sono fatti oggi, sono «assurde». Solo all'ultimo GP d'Italia sono stati ben 150 i posti di penalizzazione in griglia affibbiati dai commissari, un carosello che ha creato non poca confusione provocando situazione paradossali fra gli stessi team che non sempre capivano dove dovevano piazzarsi. «È ridicolo che un pilota debba essere retrocesso in partenza perché il suo motore ha bisogno di nuove componenti», ha dichiarato ad Unibet il bi-campione del mondo con la McLaren. «Capisco che sia facile criticare il sistema e difficile proporre un'alternativa valida, ma qui si tratta semplicemente di capire che il pilota non ha colpa se il team o i fornitori voglio sostituire dei componenti».
Secondo l'attuale regolamento ciascun pilota ha a disposizione un massimo di quattro power unit a stagione, e sei componenti da cambiare per ciascuna unità. Ogni sostituzione in eccesso, come pure quella del cambio dopo meno di sei gare consecutive, comporta una penalizzazione di 5 o 10 posti sulla griglia. «Ai mie tempi c'erano le penalizzazioni, ma per noi piloti scattavano quando ci comportavamo molto male in pista e i commissari decidevano che era necessaria una sanzione. Questo tipo di punizioni ci sono anche oggi, e sono normali, a volte puoi incorrere anche in una multa economica perché sia certo che hai preso seriamente la faccenda. Ma chi sa come funzionano i motori e i cambi, quando introdurre uno sviluppo o cambiare un motore sono le squadre o i loro fornitori, se sbagliano i calcoli dovrebbero essere puniti loro, non i piloti, che vogliono solo correre, o i fans che hanno diritto a vedere i loro eroi partire dalla posizione in cui si sono qualificati».
L'ennesima regola, insomma, che danneggia il fatto sportivo e soprattutto rende poco comprensibile e godibile un GP agli appassionati, specie nella parte finale della stagione dove addirittura le sorti del mondiale rischiano di dipendere dal calcolo delle penalizzazioni. «Con il sistema in vigore oggi – ha concluso il finlandese – è come se un bambino facesse il cattivo a scuola, ma invece di punire lui mettessimo nei guai tutta la famiglia». La speranza è che Ross Brawn riesca, in tempi brevi, a proporre una soluzione adeguata...