10 Ago [15:33]
Piastri-McLaren, il giallo continua
Per ora vince la mancanza di etica
Massimo Costa
E' senza dubbio il giallo dell'estate quello che coinvolge il giovane Oscar Piastri, forse finito in un gioco più grande di lui e che non riesce più a controllare. Ogni giorno si apprendono nuovi dettagli. Tutto è nelle mani del suo management, il JAM Sport Management, che comprende tre persone: l'ex pilota di F1 Mark Webber, la moglie Ann e Jason Allen, imprenditore. Operano nel motorsport con Piastri, Mitch Evans impegnato in Formula E, più atleti olimpionici e anche piloti di speedway, Il tutto relativamente al continente Oceania.
Alpine non la vuole far passare liscia a Piastri, come affermato dal team principal Otmar Szafnauer nella intervista già pubblicata, il quale è sicuro che il contratto con l'ex campione di F2 e F3 dia ragione a loro avendo anche un'opzione per il 2024. Ma secondo Webber, non è stata esercitata da Alpine l'opzione in scadenza il 31 luglio 2022 e di conseguenza, Piastri poteva rivolgersi altrove. Anche se le manovre, i sondaggi, sono iniziati ben prima. Webber è infatti molto vicino al team principal McLaren Andreas Seidl, precedentemente coinvolto nel progetto vincente Porsche LMP1 quando l'ex pilota australiano vi gareggiava dopo la F1. Un rapporto rimasto vivo e sfociato nel porte aperte a Piastri, come sottolinea Autosport.
Va ricordato che già a inizio anno, quando Daniel Ricciardo aveva il Covid e la sua presenza alla prima gara stagionale era a rischio, McLaren aveva ricevuto il via libera dalla Alpine per schierare come sostituto proprio Piastri. Poi, è accaduto che Ricciardo si è ripreso e tutto è rimasto sui normali binari, ma i contatti tra il management di Piastri e la McLaren sono proseguiti, monitorati a distanza da Szafnauer e Laurent Rossi della Alpine. Zak Brown, boss del team creato da Bruce McLaren negli anni Sessanta, quando ha capito che era inutile proseguire con Ricciardo anche il prossimo anno (ma anche qui ci sarà da discutere sul contratto dell'ex pilota Red Bull), ha preteso da Webber di avere in esclusiva Piastri in ottica 2023, per intenderci senza che Oscar continuasse ad essere un pilota Alpine.
Webber avrebbe dato l'ok, ma ecco che Fernando Alonso tradisce da un giorno all'altro l'Alpine per passare in Aston Martin e improvvisamente, quel sedile che pareva certo per lo spagnolo nel 2023, si è liberato. E Piastri è divenuto il sostituto naturale. L'Alpine ha quindi forzato la mano con l'annuncio di Oscar per la prossima stagione, pilota ufficiale a fianco di Esteban Ocon, probabilmente sapendo di creare un "caso" per le mosse di Webber con la McLaren. E così è stato. Piastri è dovuto uscire allo scoperto dicendo che "no, non correrò con l'Alpine".
Parole pesanti perché rifiutano l'accordo con un grande costruttore come la Renault, al momento quarto nella classifica, per una McLaren certamente altrettanto competitiva, ma che rappresenta una novità per Piastri, un ambiente tutto nuovo nel quale inserirsi e dove già vi è un certo Lando Norris che spadroneggia. Le sfide non fanno paura a Piastri, l'alternativa fino a quando Alonso non ha deciso di lasciare l'Alpine, era di finire alla Williams (via Alpine), il peggior team della F1 . Anche questo aveva spinto Webber a cercare altre soluzioni incurante degli investimenti fatti da Renault per il suo pilota (leggi test privati, almeno 3500 km svolti) per prepararlo al debutto in F1, con loro o con la Williams.
In F1 esiste un organo che regolarizza i contratti esistenti. Si chiama Contract Recognition Board (CRB) ed è lì che verrà determinato il futuro di Piastri. Avrà ragione Webber oppure l'Alpine? Chi avrà letto meglio il contratto tra le due parti? Chi non avrà sottovalutato certe clausole esistenti, magari scritte in piccolo piccolo a bordo pagina? Nei prossimi giorni ne sapremo di più.
Intanto è entrato in campo anche il presidente Renault, Luca De Meo, che in un breve commento concesso a RMC di Paolo Ciccarone, se ne è uscito così: "Voi giornalisti dovreste stigmatizzare la mancanza di etica e professionalità in questo mondo, siete voi che dovete farlo presente, sembra più una ficiton piuttosto che la realtà e questo non va assolutamente bene. Non finisce qua”. Decisamente furioso De Meo, anche se piuttosto che scaricare chissà quali mancanze ai giornalisti (sempre della stampa la colpa è) dovrebbe verificare meglio quel che gli accade in casa. De Meo ha più che ragione a scandalizzarsi per la mancanza di etica dei suoi piloti, però perdere un due volte campione del mondo e il giovane più talentuoso in circolazione nel giro di un paio di ore, è una vera rarità in F1. E qualche domanda dovrebbe rivolgerla ai suoi uomni.
Per concludere, Autosport evidenzia un aspetto da non sottovalutare. Il comportamento del manager Webber e di Piastri, potrebbe avere conseguenze presso le varie Academy dei team F1, quella Renault in particolare? Qualcuno potrebbe chiedersi perché mai investire milioni di euro su giovani piloti se poi questi non ci penseranno due volte a sbattere la porta, senza alcun ringraziamento, per finire in altre squadre?
Tutti in questa vicenda hanno le loro ragioni, tutti hanno anche commesso evidenti errori. Però, sopra ogni cosa, a nostro modesto avviso, emerge chiaramente (come detto da De Meo) la poca etica di Fernando Alonso che firma per Aston Martin senza avvertire il suo attuale team col quale stava trattando per il 2023 (lo spagnolo è noto per i suoi comportamenti), e la poca etica di Webber che senza pensarci due volte tradisce chi ha allevato il suo pilota, praticamente mostrando loro il dito medio, per il team rivale nella classifica costruttori. Ma non sorprendiamoci troppo. Questa è la F1, questo è lo sport ad alto livello.