Jacopo RubinoAdesso è ufficiale, la Red Bull utilizzerà le power unit Honda anche nel triennio 2022-2024, dopo il ritiro della casa giapponese dalla Formula 1 alla fine di quest'anno. La conferma arriva dopo quello che era il passaggio indispensabile, ossia il
congelamento allo sviluppo dei motori concordato con la FIA e con le altre squadre nella riunione di giovedì 10 febbraio. La multinazionale austriaca, per quanto "potente" economicamente, non avrebbe infatti i mezzi per imbastire un programma autonomo di evoluzioni, reggendo il passo della concorrenza.
"Siamo grati per la collaborazione della Honda, e per l'aiuto nel consentirci di continuare ad avere power unit competitive", ha sottolineato il consulente Helmut Marko. L'accordo, ovviamente, riguarda anche la scuderia satellite AlphaTauri che nel 2018 fu usata come "banco prova" per valutare i V6 nipponici lasciati dalla McLaren.
Ma come verrà organizzata la futura gestione dei propulsori, di cui è stata rilevata la proprietà intellettuale? Il contratto con la Honda ha scadenza per fine 2024, coprendo tutto il ciclo omologativo, e la Red Bull ha già registrato una società dedicata (Red Bull Powertrains) da collocare in uno degli edifici nel quartiere generale di Milton Keynes. Nella cittadina inglese si trova anche la base europea di Honda F1: perché non prenderla in eredità? "Quella sede è più orientata ai motori elettrici, non ci sono abbastanza macchinari per effettuare le ottimizzazioni necessarie", aveva spiegato Marko in una intervista di qualche giorno fa a Motorsport-Magazin. La Red Bull si avvarrà inoltre del supporto di AVL, azienda specializzata nel settore.
"La creazione di Red Bull Powertrains è una mossa compiuta dopo considerazioni approfondite. Siamo consapevoli dell'enorme impegno richiesto, ma riteniamo che sia l'opzione migliore per entrambi i team", ha sottolineato Marko. In questo modo, Red Bull Racing (e AlphaTauri) avranno infatti più libertà telaistiche, sfruttando il lavoro in sinergia di questi anni con la Honda, e non dovranno adattarsi alle caratteristiche di un'altra power unit. Nello specifico quella Renault, da regolamento l'alternativa obbligata, ma la separazione dai transalpini si è consumata in modo poco amichevole e da entrambe le parti la prospettiva di una "riconciliazione" sarebbe stata poco gradita. I costi, secondo Marko, sarebbero stati per giunta inferiori soltanto di poco.
"Adesso iniziamo il lavoro per portare in casa nostra il reparto power unit, integrando strutture e personale nel nostro campus tecnologico. Nel frattempo, siamo pienamente concentrati nell'ottenere i migliori risultati possibili per l'ultima stagione della Honda da fornitore ufficiale", ha commentato il team principal Christian Horner. Gli ingegneri del Sol Levante hanno adottato un approccio molto aggressivo per congedarsi a dovere dalla F1 e colmare il gap dalla Mercedes. Fino all'ultima gara, daranno il massimo.