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22 Giu [20:23]

Sausset e la meraviglia del motorsport

Marco Cortesi

Fréderic Sausset è la meraviglia del motorsport. Di lui si è detto tutto. La determinazione, la voglia, la passione gli hanno permesso di avverare un sogno uscendo dal bel mezzo di un incubo, iniziato quando un banale taglietto in spiaggia l’aveva portato qualche anno fa a combattere contro un mostro. Uno streptococco che se l’è divorato a due centimetri l’ora. Dopo due arresti cardiaci, ed il coma, si è risvegliato da quadriamputato: una vita trasformata in una parete verticale.

Sausset a Le Mans ha fatto qualcosa di impensabile, a tratti insensato, con l’aiuto di un gruppo di amici determinati quanto lui. Si è schierato con una LMP2 (anche un po’ datata a ben vedere) adattata per consentirgli di guidare. Insieme a lui l’amico Christophe Tinseau, che sin dal primo minuto, dopo avergli dato del pazzo, si è buttato a capofitto nel progetto.

Sausset ha completato i suoi stint, senza nemmeno risultare il più lento del pacchetto dei prototipi. Inserito ed estratto dall’abitacolo con l’aiuto di una barra orizzontale, ha guidato con delle “prolunghe” ai moncherini delle gambe per acceleratore e freno, e a quello del braccio per il volante. Ad aiutarlo, un cambio automatico che ha però rischiato anche di fargli perdere l’occasione, quando ha portato ad un problema alla frizione.

Quella di Sausset è anche la meraviglia del motorsport, quello della passione che sfonda barriere inimmaginabili. E la sua festa è la festa del vero sport inclusivo. L’unico sport in cui un pilota senza quattro arti può permettersi di correre contro tutti gli altri e di non essere nemmeno il più lento. Ma anche uno sport in cui un pilota che ha perso entrambe le gambe può vincere gare mondiali.

In cui un Lord inglese, pur essendo non vedente da un occhio, può diventare parte della storia endurance dopo aver mollato un posto da ministro dell’economia del Regno Unito. In cui un non udente non ha alcun problema a giocarsela coi migliori della sua categoria. O in cui un ragazzo rimasto paralizzato a 12 anni dopo un incidente in moto può correre a ruote coperte e scoperte con un sistema di comandi progettato in garage.