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1 Nov [14:02]

Svelati i segreti del secondo team Honda
Scopriamo chi è Suzuki e cos'è l'ARTA

di Massimo Costa

Questa mattina, a Tokyo, è avvenuta la presentazione ufficiale della seconda squadra Honda che parteciperà al mondiale F.1 del 2006. Come supposto da italiaracing.net lo scorso 7 ottobre, a gestire il programma del team sarà Aguri Suzuki il quale ha rivelato che l'iscrizione è già stata inviata alla FIA (il termine ultimo è il 15 novembre) il 26 ottobre con i 48 milioni di dollari necessari come garanzia. Il nome della squadra che avrà la propria base a Leafield, in Gran Bretagna, negli ex capannoni TWR, è Super Aguri Formula One. Le gomme che verranno impiegate saranno le Bridgestone, i motori utilizzati i V8 Honda, ma il grande dubbio riguarda il telaio. La Bar potrebbe girare a Suzuki e alla Dome, struttura giapponese che già diversi anni fa tentò di entrare in F.1 e che farà da supporto al programma, il progetto della 008 dopo di che verrebbero attuate una serie di modifiche per non schierare due vetture uguali a quelle del primo team Honda. Cosa che è vietata dal regolamento. Suzuki è anche alla ricerca di sponsor, che sembra non mancheranno. Per i piloti il primo nome della lista è quello di Takuma Sato. Nulla si sa degli altri, ovvero secondo pilota e tester. Potrebbe essere una formazione tutta giapponese, con l'inserimento di Kousuke Matsuura, pilota Indycar, e un giovane da svezzare. Oppure Suzuki potrebbe accogliere Dan Wheldon, che è spinto dalla Honda dopo la vittoria nella Indycar 2005, o l'eterno tester della Bar, Anthony Davidson.

Aguri Suzuki, un buon pilota e un manager di successo

Molti si chiederanno da dove sbuca Aguri Suzuki. Il giapponese, nato a Tokyo l'8 settembre del 1960, ha avuto il merito di far cambiare idea agli europei sulle qualità di guida dei piloti del Sol Levante. Dopo una buona carriera nelle formule minori, Suzuki ha debuttato in F.1 nel 1988 nella gara di casa di Suzuka con la Larrousse. L'anno seguente ha corso per la Zakspeed-Yamaha, poi è tornato da Larrousse dove è rimasto fino al 1991. Nel mezzo, un incredibile terzo posto a Suzuka 1990. Aguri ha poi corso per la Arrows Footwork nel periodo 1992-1993. Nel 1994 è rimasto senza volante, ma è tornato nel 1995 disputando qualche gara con la seconda Ligier. Un incidente a Suzuka (una pista del destino per lui) dove aveva riportato forti contusioni al collo lo ha convinto a mollare dopo 88 GP.
Questo l'Aguri Suzuki pilota. Quello senza casco e tuta è invece un Aguri Suzuki manager di successo, pieno di inventiva e coraggio. Seguendo le orme del suo collega Satoru Nakajima, Suzuki ha creato, coinvolgendo la Honda, un programma per giovani piloti giapponesi che in breve tempo ha preso corpo divenendo qualcosa di insostituibile oltre che imponente. Nel 1998 è nata la ARTA, acronimo di Autobacs Racing Team Aguri. Autobacs è una catena di 500 negozi che vendono materiali per auto, dai cerchioni allo specchietto fino al panno per rendere lucida la carrozzeria, presente massicciamente in Giappone ma anche negli Stati Uniti, in Francia, in Cina, a Singapore, a Taiwan e in Thailandia. Forte di questo sponsor, Suzuki ha creato team nella F.Nippon, nel GT giapponese e nella F.Dream guadagnando sempre più credito in casa Honda tanto che gli ha affidato le proprie vetture GT ufficiali con l'appoggio della Dome.
Suzuki nel 2003 è poi entrato nel mercato americano unendosi ad Adrian Fernandez. Il pilota e team manager messicano a fine 2002 aveva deciso di lasciare la Champ Car per passare alla Indycar e proprio in Suzuki ha trovato un valido partner. Il team si è così chiamato Aguri/Fernandez e il primo anno ha schierato una G Force-Honda per Roger Yasukawa, pilota californiano di origini giapponesi. Nel 2004, Suzuki ha ingaggiato il connazionale Kousuke Matsuura, terzo nel V6 Renault 2003 e secondo nella F.3 tedesca 2002. Con Matsuura, il team Aguri/Fernandez ha corso per due stagioni senza però ottenere brillanti risultati.
Oggi la ARTA è così strutturata: Aguri Suzuki è il presidente e gestisce direttamente la squadra nella Indycar e un team nel GT 500 giapponese dove schiera una Honda Nsx ufficiale guidata dalla coppia Daisuke Ito e Ralph Firman, attualmente al comando del campionato. ARTA è inoltre presente nel GT 300 con la Garaiya-Nissan e i piloti Morio Nitta e Shihichi Takagi. Questo programma è seguito dall'ex pilota Keiichi Tsuchiya.
Nella Formula Dream invece, ARTA si occupa di due giovani piloti: Takuya Izawa e Kodai Tsukakoshi, di cui si dice un gran bene e che ha avuto la possibilità di debuttare nelle ultime gare stagionali della F.3 giapponese con una Lola Dome 2004 gestita dalla Honda MTec. ARTA segue anche il kartista Naoki Yamamoto, visto all'Open italiano e gestisce la carriera di piloti già affermati come Toshihiro Kaneishi (già campione tedesco di F.3), Yuji Ide, Tetsuya Tanaka e Kyosuke Mineo. Coinvolto nel progetto ARTA è l'ex pilota Katsutomo Kaneishi, amico di Suzuki, che ricordiamo in Europa per avere corso un paio di anni fa nel DTM.
Ora ARTA completa il lungo percoso intrapreso con la gestione della seconda squadra della Honda nel mondiale di F.1.
RS Racing