indycar

Le variabili dell'era ibrida IndyCar
Sistema, qualifiche avviamento e gomme

Marco CortesiL’appuntamento di Mid-Ohio dell’IndyCar porterà al debutto il nuovo sistema ibrido della categoria di cui molto ...

Leggi »
FIA Formula 3

La pioggia ferma la prima gara
Si correrà nel tardo pomeriggio

Il maltempo che incombe sul circuito di Silverstone ha costretto gli organizzatori a rinviare la partenza della prima gara de...

Leggi »
formula 1

Silverstone - Libere 2
Norris-Piastri, uno due McLaren

Il venerdì di Silverstone si è chiuso con due McLaren-Mercedes davanti a tutti. Una doppietta significativa e che conferma le...

Leggi »
FIA Formula 2

Silverstone – Qualifica
Colpaccio di Hadjar, testacoda per Aron

Non era riuscito nemmeno a far registrare un tempo significativo nelle prove libere a causa di alcuni problemi alla monoposto...

Leggi »
FIA Formula 3

Silverstone - Qualifica
Browning, pole all'ultimo respiro

Ha rischiato molto Luke Browning, ma alla fine la fortuna unita alla sua bravura indiscussa alla guida, lo hanno aiutato. L&#...

Leggi »
formula 1

Silverstone - Libere 1
Norris rilancia la sfida

Pista asciutta, ma fredda, per il primo turno di prove libere del GP di Silverstone. Piloti molto attenti nella prima parte d...

Leggi »
15 Ago [16:54]

Vandoorne, l'ennesimo campione che
la F1 ha snobbato con troppa fretta

Massimo Costa

Nelson Piquet, Sebastien Buemi, Lucas Di Grassi, Jean-Eric Vergne (due volte), Antonio Felix Da Costa, Nyck De Vries, Stoffel Vandoorne. I sette piloti che hanno vinto gli otto campionati di Formula E, serie partita nella stagione 2014-2015, hanno in comune un unico denominatore: hanno corso in F1 o sono arrivati a un passo dal farlo. Ragazzi dotati di grande talento, ma che con troppa fretta sono stati scartati senza un reale perché, oppure neanche presi in considerazione.

In particolare, il trio che fu Toro Rosso/Red Bull, Buemi-Vergne-Da Costa, finito nel mirino del solito Helmut Marko che certamente tanto regala, ma altrettanto sadicamente toglie. In particolare, il portoghese Da Costa alla fine del 2013 era a un passo dall'approdare in Toro Rosso dopo numerosi test sostenuti, ma inspiegabilmente Marko gli aveva preferito Daniil Kvyat il quale poi, dopo poco, è finito nel tritacarne dello stesso manager austriaco. De Vries invece, pur avendo vinto un campionato di F2 ed essendo stato per anni Junior McLaren, non ha mai avuto una chance per correre in F1.

Piquet era in F1 con la Renault, ma è caduto nell'occhio del ciclone per via del famoso e triste Singapore gate creato da Flavio Briatore e Pat Symonds. Di Grassi ha vissuto nel Mondiale una stagione anonima con la Marussia, ma di certo meritava molto di più. Per non parlare del fresco campione Vandoorne, approdato in McLaren nel momento peggiore della sua storia, con quei motori Honda che proprio non funzionavano, e messo in disparte senza aver potuto mostrare quel che poteva ottenere.

Non è un caso che la Formula E, categoria cresciuta nel corso degli anni benché presenti chiari limiti dovuti alla velocità e a tracciati cittadini poco consoni, abbia visto trionfare i suddetti piloti. Ragazzi esperti, che hanno vinto tanto nelle serie minori, dalla Eurocup Renault alla F3 passando per la World Series Renault e la GP2/F2. A dimostrazione che in Formula E l'esperienza, il saper stare al vertice e le capacità di gestire la pressione lungo un intero campionato, fanno una enorme differenza.



Vandoorne era considerato uno dei più importanti talenti presenti nel motorsport, forte di una serie di successi  paragonabili a quelli ottenuti da Charles Leclerc o George Russell. Nel 2012, al secondo anno in Eurocup Renault (al debutto aveva chiuso quinto con KTR), Stoffel ha vinto il titolo con il team Koiranen battendo all'ultima gara Kvyat. Salito direttamente in World Series Renault con il team Fortec, nella foto sopra, Vandoorne da rookie è subito risultato vice campione al termine di un lungo confronto con Kevin Magnussen (al secondo anno nella categoria), poi risultato campione, e Da Costa.

Il belga è allora passato in GP2 e anche in quella serie, da rookie si è piazzato secondo con il team ART, preceduto dall'esperto Jolyon Palmer. Poi, il trionfo nel 2015, sempre con ART, quando ha totalizzato 341,5 punti contro i 181,5 del secondo classificato, Alexander Rossi. Un cammino spaventoso quello di Vandoorne, nel frattempo divenuto Junior McLaren. Nel 2016 però, è stato parcheggiato nella giapponese Super Formula, conclusa in quarta posizione e con la chance di correre in F1 con la McLaren il GP del Bahrain al posto dell'infortunato Fernando Alonso, gara che lo ha visto protagonista terminando decimo. L'altro pilota del team inglese era Jenson Button.

Dopo di che, la McLaren lo ha finalmente portato in F1 in pianta stabile nel 2017 (con i motori Honda) e nel 2018, con le power unit Renault. Purtroppo per Vandoorne, il confronto con Alonso non è stato positivo nel secondo anno e per il belga è arrivato il biglietto di uscita dal team e dalla intera F1. Un vero peccato e l'ulteriore dimostrazione che non sempre nel Mondiale ai piloti si dà il tempo di crescere come si deve.

Vandoorne è così stato messo da parte dalla McLaren e lui si è buttato sulla Formula E oltre che sull'Endurance. La mossa giusta è poi stata quella di entrare nel team Mercedes di Formula E lavorando anche al simulatore F1 e svolgendo qualche test per Toto Wolff, nella foto sotto. Ma nulla di più, mentre risultava vice campione FE nel 2019-2020 ed ora campione 2021-2022 a 30 anni. Un ritorno in F1 appare al momento assai improbabile, a meno che la Mercedes non decida di accompagnarlo nel team Williams per il 2023, rimasto orfano di Oscar Piastri che avrebbe dovuto rimpiazzare Nicholas Latifi. Sedile al quale però, ambisce anche il suo compagno in FE, De Vries...