Massimo Costa - XPB ImagesChissà se mai ci abitueremo a non vederlo più schierato in una griglia di partenza dei Gran Premi di F1 o davanti alle telecamere dove ha sempre rilasciato gustose e simpatiche interviste. Sebastian Vettel ci mancherà , non c'è dubbio. Il suo ritiro dalle corse può anche apparire prematuro in quanto avviene a soli 35 anni. Ci eravamo abituati a Fernando Alonso, che ha 41 anni ancora sa spingere forte come un ragazzino, o a Kimi Raikkonen che ha salutato la F1 a 42 anni. Ecco, vedere un grande campione fermarsi a 35 primavere, dispiace tanto perché, da come Vettel ha disputato le ultime gare della sua carriera con la Aston Martin, è parso evidente che aveva ancora tanto da dare.
Nell'immaginario collettivo sono rimasti in memoria gli errori commessi da Vettel con la Ferrari (gestione Maurizio Arrivabene) in quel Mondiale 2018 lasciato a Lewis Hamilton mentre l'anno precedente per colpa di una serie di guasti, il tedesco ha dovuto lasciare il titolo sempre al pilota britannico. Una ferita aperta, ma che Vettel ha saputo superare con eleganza vivendo poi le due stagioni successive, con la Ferrari (gestione Mattia Binotto) non più competitiva, con grande professionalità. E con grande signorilità, quando la coppia Elkann-Binotto, per giustificare la non riconferma di Vettel per l'arrivo di Carlos Sainz incolparono il tedesco di aver richiesto cifre elevate, restò zitto per diverse settimane. Finché alla prima occasione sbugiardò Elkann-Binotto, con quest'ultimo che senza vergogna disse che Seb aveva ragione...
Vettel con il passare degli anni ha aumentato il suo già proverbiale senso dell'umorismo e la sua attenzione ai diritti civili, all'ambiente, e in più di una occasione ha fatto valere le proprie idee, al pari di Lewis Hamilton. I due grandi rivali ritrovatisi uniti nel sociale. E proprio Hamilton ad Abu Dhabi ha organizzato in gran segreto e alla vigilia del Gran Premio, una super cena per Vettel alla quale hanno partecipato tutti gli altri 18 piloti del Mondiale. Un bellissimo gesto, poi riproposto pochi attimi prima del via della gara finale della stagione quando dopo l'inno nazionale, Vettel li ha salutati uno per uno.
Ma prima di tutto questo, della Ferrari e della Aston Martin, c'è stato un Vettel che ha esaltato tutti con la Red Bull-Renault vincendo quattro campionati del mondo consecutivi dopo aver chiuso secondo il campionato del 2009. Da quello a sorpresa all'ultimissima gara del 2010, quando ha clamorosamente beffato quelli che erano i pretendenti al titolo, Fernando Alonso (Ferrari) e il compagno di squadra Mark Webber, a quello dominato nel 2011. Nel 2012, altra battaglia intensa con Alonso, ma è stato Vettel a spuntarla all'ultimo respiro, poi di nuovo un assolo nel 2013. A questi incredibili vittorie (e dire che c'era qualcuno in TV che affermava che quei quattro titoli erano solo merito del progettista Adrian Newey salvo poi rimangiarsi tutto quando Seb approdò in Ferrari), va aggiunto il capolavoro del 2008 quando con la piccola Toro Rosso ha ottenuto la pole e la vittoria a Monza con la pioggia in entrambe le situazioni.
In F1 aveva debuttato nel GP degli USA del 2007 con la Sauber BMW sostituendo Robert Kubica infortunato e finendo subito in zona punti. E sì, perché Vettel era pilota Junior del costruttore tedesco per il quale svolse diversi test e turni di prove libere del venerdì, ma anche della Red Bull. Incredibilmente la BMW lo lasciò libero, Red Bull ringraziò. Subito dopo, Helmut Marko lo ha portato in Toro Rosso mentre stava dominando il campionato della World Series Renault 3.5, che ha abbandonato. Prima ancora, Vettel ha corso in F3 nel 2005 e 2006, risultando vice campione in quest'ultimo anno dietro a Paul Di Resta. Nel 2004 invece, è stato campione della Formula BMW tedesca dopo il secondo posto ottenuto nel 2003.
Insomma, una carriera stupenda che lo ha visto vincere per 23 volte in Formula BMW, poi 4 successi in F3, 1 in World Series Renault, 53 in F1 dove ha siglato 57 pole. Vettel, ci mancherai.