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8 Lug [10:42]

Vettel minacciò di causa la Red Bull
Webber: "Molta arroganza"

Marco Cortesi

Sebastian Vettel arrivò a far scrivere alla Red Bull dai suoi avvocati nel 2013 dopo il Gran Premio di Malesia, quando si rifiutò di far passare Mark Webber per un ordine di scuderia. Lo ha rivelato l'australiano nella sua autobiografia. A seguito del Gran Premio, ci furono pesanti discussioni a livello di squadra, ma il tedesco non venne ripreso né censurato. Secondo quanto sostiene Webber, ciò avvenne perché in una lettera di due pagine ricevuta dalla scuderia di Milton Keynes, Vettel minacciò una causa legale per via di un "ordine di scuderia irragionevole". Anche a causa di questo, "la discussione avuta in Cina non andò bene" nonostante il pluricampione si fosse scusato per... "aver fatto una cazzata".

Uno dei modi in cui si sarebbe mostrata l'arroganza che Webber imputa all'ex compagno e che alla lunga ha portato al ritiro dell'australiano. Un'arroganza dovuta all'incapacità di ammettere che qualcuno potesse essere, a volte, più veloce di lui. "Alla fine ho capite che i suoi tracolli arrivavano sempre quando pensava di aver fatto abbastanza ed in realtà non era vero. Semplicemente, non comprendeva cosa fosse potuto andare storto, e dava sempre la colpa al team".

Opinioni di Aussie Grit (il nickname di Webber e il titolo dell'autobiografia), ma anche elementi che prendono peso se messi in prospettiva della stagione seguente, quella 2015, in cui Vettel sembrava caduto in una situazione di "trance" tra i grandi risultati di Daniel Ricciardo e difficoltà in gara. E che, forse, derivavano già dalla voglia di voler cambiare aria...

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