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9 Gen [11:36]

Alonso a Daytona
Vera difficoltà o pretattica?

Marco Cortesi

Alonso, che succede? Molti a Daytona si aspettavano una nuova impresa del Campione spagnolo, vedendolo giocarsi la testa come aveva fatto sin dal primo minuto a Indianapolis. Ma l’Endurance, in particolare negli USA, è una belva dalle mille sfaccettature. Se la 500 miglia premia i fondamentali della guida (nei quali Alonso uno dei migliori al mondo) ed un aeroplano come la Dallara preparata da Andretti dà tutto ciò che serve per lottare per la vittoria, Daytona è un altro mondo. Là davanti c’è infatti la corazzata Cadillac, con una vettura che, anche se sulla carta alla pari (o addirittura con più compromessi) rispetto alle altre è gestita da team ultra-professionali, con veterani della categoria al volante, e tanti test alle spalle. Pur essendo un team che di chilometri ne fa tanti, lo United Autosport farà fatica a competere con il gioiellino realizzato per il gruppo GM da Dallara.

Tuttavia, non è affatto finita. Come sa chi segue da tempo i test di Daytona, non è inusuale vedere team e piloti calmierare il proprio passo per non vedersi “azzoppati” dal balance of performance. Chiamasi in gergo "sandbagging" ovvero andare come se si avesse delle borse di sabbia in macchina (una volta ce le mettevano davvero). Addirittura, due squadre, nelle sessioni collettive, sono state “parcheggiate” perché, in base alla telemetria, avevano rallentato troppo.

Questa è anche la paura di molti riguardo alle Acura del team Penske: difficile che, a fine mese, il Capitano non sia della partita. Lo stesso sospetto può esserci per tutti coloro che non hanno “reso” come ci si aspettava, tantopiù che United ha messo anche in mostra una grande costanza di rendimento in passato, valore fondamentale durante le 24 ore della Florida. E proprio le Ligier, anche se in un caso con motore Nissan, hanno centrato due vittorie nel 2017.

Quindi non è finita per Fernando, che sicuramente non ha apprezzato il fatto di restare dietro anche se, sulla carta, è tutto un allenamento per Le Mans. Non sarà facile, perché pare molto difficile che le Cadillac DPi V.R, con la potenza di fuoco che hanno in termini non solo di vettura, ma anche di piloti e di ingegneristica, vadano a vuoto. Ma è quasi sicuro che, dopo le prime ore di gara, ci sarà più rotazione al comando della graduatoria anche perché Lando Norris oltre ad andar forte ha fatto più chilometri in Formula di buona parte dello schieramento, e Phil Hanson, terzo “incomodo” ha sorpreso segnando tempi in linea con quelli di altri piloti di gran calibro a dispetto dei 18 anni di età e della poca esperienza.