Said Al-MuhralEra un trionfo annunciato e, nonostante qualche brivido di troppo, il pronostico non è stato smentito: la 6 Ore del Bahrain è stata una vera e propria passerella per la Toyota, con l'agognato titolo conquistato da Sebastien Buemi e Anthony Davidson e il successo di tappa andato per la prima volta in stagione alla numero 7 guidata da Alexander Wurz, Stéphane Sarrazin e Mike Conway. Un successo tutto sommato meritato per i tre, ma che non sarebbe mai maturato se la vettura gemella non avesse patito un problema dopo un'ora e quarantacinque minuti di gara, quando era già abbondantemente al comando grazie a un ottimo stint iniziale di Buemi.
Si è trattato di un guaio all'alternatore, emerso quando Davidson era alla guida da appena quindici minuti e che ha costretto la TS040 numero 8 a una sosta ai box di ben 31 minuti. Troppi per pensare di rientrare in gara con speranze di podio, ma non sufficienti a rischiare di non essere classificati. Così, una volta riparato il danno, Buemi e Davidson sono rientrati in pista badando solo a finire la gara per prendere il punto che avrebbe garantito loro l'iride, obiettivo che hanno centrato senza difficoltà.
Buone notizie anche per la Porsche: le due 919 Hybrid, che nelle libere e in qualifica erano sembrate sì veloci, ma anche avide di gomme, si sono dimostrate più gestibili in gara grazie al calo delle temperature registrato dopo il tramonto. Sono così riuscite a chiudere nello stesso giro della Toyota vincitrice, con la numero 14 seconda trascinata da uno strepitoso Neel Jani, mostratosi decisamente superiore ai compagni Romain Dumas e Marc Lieb. Proprio nella parte finale dell'ultimo stint il pilota svizzero ha passato Mark Webber per il secondo posto, appena pochi attimi prima che il muretto Porsche invitasse l'australiano a non fare ostruzionismo sul compagno, decisamente più rapido di lui. Webber, insieme a Brendon Hartley e Timo Bernhard, si è così dovuto accontentare del terzo posto, una pillola amara da ingoiare dopo che la numero 20 aveva mantenuto la piazza d'onore per circa due terzi di gara.
Debacle invece per l'Audi. Di solito migliori in gara rispetto alla qualifica, le R18 sul circuito di Sakhir hanno sofferto dal primo all'ultimo giro. In debito di cavalleria rispetto alla concorrenza, i piloti degli anelli si sono trovati a perdere tempo nei doppiaggi, eventualità che purtroppo per loro è piuttosto frequente nel WEC. Va sottolineato che alla coupé tedesca non è mancata la performance pura, tanto che le due R18 hanno fatto registrare rispettivamente il primo e il secondo miglior tempo di gara. Quello che è mancato è stata la capacità di ripetersi a quei livelli con costanza, caratteristiche che Toyota e Porsche hanno invece dimostrato di avere.
In LMP2 giochi per il titolo ancora apertissimi e colpi di scena a non finire: la gara, e con essa la corsa all'iride, rischiava di essere pesantemente influenzata da un contatto causato da Kirill Ladygin, che con la sua Oreca SMP aveva colpito sul posteriore la Ligier-Nissan di Olivier Pla nel corso del primo giro. Una manovra discutibilissima, perché costringendo la coupé avversaria a uno stop di 4 giri per riparare il danno alla sospensione posteriore destra, il russo aveva avvantaggiato in modo determinante il compagno di team Sergey Zlobin, a quel punto avviato alla conquista del titolo con l'aiuto di Nicolas Minassian e Maurizio Mediani.
Il destino, però, agisce per vie imprevedibili e misteriose e così nell'ultima fase di gara sulla vettura numero 27 ne sono successe di tutti i colori: prima Minassian è stato giudicato responsabile di un contatto con l'Audi di Tom Kristensen in fase di doppiaggio (contatto in cui era stato comunque lui ad avere la peggio) e si è visto comminare uno stop and go. Dopo averlo effettuato, il pilota transalpino era ancora secondo con margine, ma a quel punto il cambio della sua vettura ha iniziato a perdere olio costringendolo al ritiro. Risultato, zero punti per Zlobin e terzo posto per Pla/Canal/Rusinov, che lo scavalcano in classifica. La gara, per la cronaca, l'ha vinta dopo una bella rimonta nelle ore centrali la Oreca del team KCMG guidata da Howson-Imperatori-Bradley.
Chiudiamo con la GTE, che ha visto un nuovo trionfo Ferrari con Gimmi Bruni e Toni Vilander. Un successo tutt'altro che facile, quello del duo italo-finnico, che però ha regalato il titolo mondiale piloti a una delle coppie più veloci ed affiatate del motorsport e il titolo squadre all'AF Corse. A fare la differenza a favore della Rossa questa volta è stato il consumo, che ha visto l'Aston Martin più assetata della 458. Piuttosto che fare un rapido splash finale per il carburante, lo staff Prodrive ha preferito accorciare gli ultimi turni di guida per finire la gara con tre stint più corti, ma identici fra loro, che avrebbero permesso alla Vantage di girare con meno benzina a bordo e stressare meno gli pneumatici.
Non è bastato nemmeno questo perché Turner, uscito dall'ultima sosta con venti secondi di distacco da Vilander, non è riuscito a intaccare la leadership della Ferrari numero 51 fino all'ultima mezz'ora di gara, quando il finlandese ha iniziato a rallentare per gestire il vantaggio. Una strategia perfetta quella pensata dal muretto AF Corse guidato da Battistino Pregliasco, che ha visto Toni tagliare il traguardo con appena 1"8 sull'Aston.
Merito particolare va però reso a Gimmi Bruni: sempre il più veloce in pista nei propri turni di guida, il pilota romano ha saputo resistere senza sbavature alla pressione pazzesca di Turner e alla seconda ora ha addirittura dato spettacolo con un sorpasso simultaneo proprio a Turner e Makowiecki: una manovra spettacolare alla staccata della prima curva, che lo ha catapultato dalla terza alla prima posizione. Bellissima la prova di Davide Rigon e James Calado, terzi al traguardo e sempre più vicini alle prestazioni della vettura di punta di AF Corse, mentre male è andata alle Porsche 991 ufficiali, per cui non ha funzionato la tattica di fermarsi in occasione della prima "Full Course Yellow" per spaiare la propria strategia dal resto del gruppo.
In GTE AM successo per L'Aston Martin di Poulsen, Heinemeier Hansson e Nicki Thiim, trascinata proprio da una bellissima prestazione di quest'ultimo. Seconda piazza per Wyatt, Rugolo e Bertolini, grazie a un sorpasso perentorio che Andrea ha messo a segno nelle ultime battute sulla Vantage di Pedro Lamy.
Sabato 15 novembre, gara1 - Wurz/Sarrazin/Conway (Toyota TS040 Hybrid) - Toyota - 195 giri
2 - Dumas/Jani/Lieb (Porsche 919 Hybrid) - Porsche - 50"460
3 - Bernhard/Webber/Hartley (Porsche 919 Hybrid) - Porsche - 57"268
4 - Fassler/Lotterer/Treluyer (Audi R18 e-tron quattro) - Audi - 1 giro
5 - Di Grassi/Duval/Kristensen (Audi R18 e-tron quattro) - Audi - 2 giri
6 - Kraihamer/Belicchi/Leimer (Rebellion R One-Toyota) - Rebellion - 7 giri
7 - Prost/Heidfeld/Beche (Rebellion R One-Toyota) - Rebellion - 13 giri
8 - Howson/Bradley/Imperatori (Oreca 03-Nissan) - KCMG - 14 giri
9 - K.Ladygin/Shaitar/A.Ladygin (Oreca 03-Nissan) SMP - 17 giri
10 - Cheng/Ihara/Patterson (Morgan-Judd) - OAK - 17 giri
11 - Davidson/Buemi (Toyota TS040 Hybrid) - Toyota - 18 giri
12 - Rusinov/Pla/Canal (Ligier JS P2-Nissan) - G Drive - 18 giri
13 - Bruni/Vilander (Ferrari 458) - AF Corse - 22 giri
14 - Turner/Mucke (AM Vantage) - AMR - 22 giri
15 - Rigon/Calado (Ferrari 458) - AF Corse - 22 giri
16 - Bergmeister/Lietz (Porsche 991 RSR) - Manthey - 22 giri
17 - Pilet/Makowiecki (Porsche 991 RSR) - Manthey - 23 giri
18 - Poulsen/H-Hansson/Stanaway (AM Vantage) - AMR - 23 giri
19 - Wyatt/Rugolo/Bertolini (Ferrari 458) - AF Corse - 24 giri
20 - Dalla Lana/Lamy/Nygaard (AM Vantage) - AMR - 24 giri
21 - Ried/Bachler/Al Qubaisi (Porsche 991 RSR) - Proton - 25 giri
22 - Roda/Ruberti/Cressoni (Ferrari 458) - 8 Star - 25 giri
23 - Talkanitsa/Pierguidi/Segal (Ferrari 458) - AF Corse - 25 giri
24 - MacDowall/Al Faisal/Rees (AM Vantage) - AMR - 25 giri
25 - Perrodo/Collard/Vaxiviere (Porsche 911 GT3 RSR) - Prospeed - 25 giri
Non classificatiZlobin/Minassian/Mediani (Oreca 03-Nissan) - SMP
Kaffer/Trummer/Berthon (CLM P1/01) - Lotus
Il campionatoLMP11. Davidson e Buemi 148; 2. Lotterer, Treluyer e Fassler 117; 3. Wurz e Sarrazzin 104; 4. Di Grassi e Kristensen 102; 5. Lapierre 96; 6. Lieb, Jani e Dumas 92; 7. Nakajima 71; 8. Duval 66.
LMP2
1. Canal, Pla e Rusinov 136; 2. Zlobin 128; 3. A. Ladygin 110; 4. Howson e Bradley 105; 5. Mediani e Minassian 78; 6. Imperatori 62; 7. K. Ladygin e Shaitar 60; 8. Salo 50.
GTE Pro1. Bruni e Vilander 156; 2. Makowiecki 116,5; 3. Lietz 103; 4. Bergmeister 91; 5. Pilet 90,5; 6. Rigon e Calado 79; 7. Turner e Mucke 76; 8. H.Hansson e Poulsen 74.