Webber è come Bach, conosce l’arte della fuga. Dai luoghi comuni, dall’età, dalle convenzioni. Dalle tattiche decise a tavolino. “Sarà una gara noiosa”, aveva detto alla vigilia dell’ultimo GP, “sarà dura non addormentarsi dopo la prima curva”. Non è andata così, anche per colpa sua, per quella partenza ciccata in cui si è fatto beffare dall’Alonso rampante. Ma Mark l’australiano, con quello sguardo azzurro e sbarrato come quello dei canguri che fissano i fari nella notte australe...
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Magazine Italiaracing n. 97