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GB3 Dal BRDC F4 al British F.3<br />Come cambier&agrave; il motorsport
26 Mar [20:24]

Dal BRDC F4 al British F.3
Come cambierà il motorsport

Massimo Costa

Bisogna seguire con molta attenzione quanto sta accadendo in Gran Bretagna in questi giorni. Probabilmente il weekend pasquale distoglierà l'attenzione di molti, ma ciò che è riuscito a creare Jonathan Palmer trasformando la sua categoria BRDC F4 in British F.3 grazie alla FIA e al supporto fondamentale della Tatuus, potrebbe essere soltanto l'inizio di una nuova era che cambierà il volto del motorsport in Europa e non solo.

Con la BRDC F.3 Palmer anticipa la FIA
A Snetterton era attesa tra oggi e lunedì la prima prova del campionato BRDC F4, ma Palmer al termine di un fine gioco politico, ha tolto il "4" e aggiunto un "3" annunciando poi la rinascita del British F.3 con il benestare della FIA. Sembrava uno scherzo, una sorta di pesce d'aprile anticipato, una delle tante furbate che caratterizzano il nostro ambiente. Ma al di là delle battute, l'iniziativa di Palmer si sta rivelando quanto mai seria tanto che potrebbe anticipare le mosse della FIA riguardo la famosa "categoria di mezzo" che vorrebbe creare per colmare il vuoto tra la F.4 e la F.3 europea, anche se in realtà vi sarebbe la F.Renault 2.0.

Tatuus F.4 con upgrade e motore Cosworth
Cosa ha fatto Palmer? Dopo aver lanciato il BRDC F.4 nel 2013 con telaio RFR (Ralph Firman Racing) e motori 2.0 Duratec di 185 cavalli, litigando poi con la FIA per l'utilizzo del termine F.4 che andava a scontrarsi con le intenzioni della Federazione Internazionale di lanciare una serie propedeutica per 15enni, tanto che lo scorso anno in Gran Bretagna vi erano due campionati con la dicitura F.4 (quello BRDC di Palmer con una vettura più potente e quello MSV ufficiale in linea con la F.4 Italia, Germania e Giappone), per il 2016 sono stati coinvolti Tatuus e la Cosworth. Tatuus non ha fatto altro che apportare alcune modifiche alla monoposto di F.4, una sorta di upgrade. Una migliore aerodinamica, potenziamento dei freni, flap anteriori e posteriori, scivolo nel fondo, autobloccante. La Cosworth invece, ha portato un motore Ford di 2.0 litri da 230 cavalli. Di fatto si è creata una monoposto che si avvicinava alla F.3, anche se con costi nettamente inferiori. Forse tutto era già nella mente di Palmer, fatto sta che il lancio di questo binomio, Tatuus-Cosworth, come pacchetto tecnico del resuscitato British F.3 ha colto tutti di sorpresa Tatuus compresa.

Sarà la base per le F.3 nazionali?
L'iniziativa di Palmer si è resa possibile perché la FIA ha accolto con favore questo progetto che, come detto sopra, pone le basi per quell'idea coltivata in questi ultimi mesi della "categoria di mezzo". Palmer ha messo la FIA davanti al fatto compiuto: ecco quello che vi serve per ricreare i campionati nazionali di F.3. Basta prendere una monoposto di F.4, effettuare pochi e semplici accorgimenti, installare un motore economico e più potente del F.4 e il gioco è fatto. I costi di gestione sono bassissimi, probabilmente non superiori ai 250mila euro. Va da sè che Tatuus potrebbe tranquillamente fare la stessa cosa per i campionati in cui è presente, Germania e Italia (da quest'anno anche Spagna), Paesi a cui manca terribilmente la F.3 nazionale, ed Emirati Arabi. E la stessa soluzione potrebbero adottare le nazioni asiatiche che hanno o stanno lanciando la F.4 utilizzando per esempio Mygale (Sud Est Asiatico, Cina e Australia).

Il ponte necessario tra F.4 e F.3 europea
Sarà dunque interessante verificare se altri Paesi, Federazioni nazionali, seguiranno l'esempio lanciato da Palmer. Osservando dal'esterno l'operazione britannica, viene realmente da pensare che sia la soluzione più logica per la FIA per inserire quel ponte necessario tra F.4 e F.3 europea, completando così quel percorso voluto da Gerhard Berger qualche anno fa. Anche se non si sente più parlare della tanto reclamizzata (fino pochi mesi orsono) F.2.

Nome F.3: sì al monomarca BRDC e no alla Open?
Una parentesi va aperta su quanto accaduto lo scorso anno tra la FIA e la F.3 Open, che utilizza vere monoposto di F.3. Ma la FIA aveva impedito agli organizzatori di GTSport di utilizzare il marchio perché non erano utilizzati i motori ultima generazione. È quindi nato il nome Euroformula Open. Si dira: come mai la FIA ora ha dato l'ok alla BRDC F.3 che è un monomarca e in realtà ha ben poco da spartire con una vera F.3 mentre alla serie Open è stata fatta guerra? Forse perché la Open si propone con un calendario di fatto europeo infastidendo il campionato continentale della FIA? Sarà interessante capire se Jesus Pareja, promoter della Euroformula, farà una telefonata a Parigi per avere chiarimenti.

Renault 2.0 a rischio, i gravi errori della dirigenza
Se questo "piano" FIA dovesse ampliarsi sulla scia di quanto fatto da Palmer, a pagarne inevitabilmente le conseguenze sarà la F.Renault 2.0 che, continuiamo a ripetere, è stata e lo è ancora la miglior scuola formativa. Purtroppo, dalle parti di Parigi dove ha la sede Renault Sport Technologies, sembrano ancora non avere capito quel che sta accadendo attorno a loro e neanche lo stop della serie ALPS pare aver scosso il palazzo. Dopo aver clamorosamente perso l'occasione di unirsi alla FIA per realizzare insieme la F.4 tre anni orsono, ritenendo che la loro mediocre Formula 1.6 costruita dalla Signatech fosse il futuro (invece si è rivelata un fallimento, ma non era difficile intuirlo), ora Renault sta perdendo l'ennesimo treno, quello delle serie che si porranno subito dopo la F.4. Fino a qualche anno fa, Renault era sempre stata assai lungimirante nel capire in anticipo ciò che serviva al motorsport rivolto ai giovani e giovanissimi. Da qualche anno non è più così e lo conferma l'annuncio datato di qualche mese di un upgrade dell'attuale Renault 2.0 per l'anno 2018... Di cui del resto non si è sentito più parlare. E pensare che se si fossero uniti alla FIA per la F.4 oggi Renault avrebbe il totale monopolio del mondo delle formule minori...