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24 Ago [19:35]

Debuttare in F1 è sempre più difficile
Ma il sistema delle serie minori regge

Massimo Costa - XPB Images

L'avvenuta conferma di Kevin Magnussen e Nico Hulkenberg in seno al team Haas, di fatto ha chiuso un mercato piloti F1 in ottica 2024 che in realtà quest'anno non ha offerto alcun movimento particolare. E soprattutto, ed è questo l'argomento che ci interessa trattare, non apre le porte a qualche nome nuovo proveniente dalla Formula 2 o altri campionati. Questo blocco è piuttosto negativo per tutto il movimento del motorsport.

Cerchiamo di esaminare la situazione. In casa Red Bull, Christian Horner ha già confermato a parole Sergio Perez anche per il prossimo anno, ovviamente non si discute Max Verstappen. La Ferrari proseguirà con Charles Leclerc e Carlos Sainz, Mercedes avrà George Russell e attende la firma di Lewis Hamilton, McLaren si avvarrà di Lando Norris ed Oscar Piastri. Proseguendo nell'elenco, nessuna variazione vi sarà in Alpine con Esteban Ocon e Pierre Gasly e in Aston Martin con Fernando Alonso e Lance Stroll, benché il figlio di Lawrence abbia ampiamente deluso.

La Haas, come detto sopra, ha sposato la linea dei piloti con esperienza , qualche dubbio rimane per l'Alpha Tauri. Con Daniel Ricciardo già posizionato per il 2024, in ballo è Yuki Tsunoda dopo tre stagioni poco edificanti. In Williams, Alexander Albon appare inamovibile, un punto interrogativo c'è per Logan Sargeant che nel suo primo anno di F1 fatica ad ingranare mentre in Sauber, Guan Yu Zhou e Valtteri Bottas sono certi  di rimanere nonostante il finlandese appaia assai sotto tono.

Il problema ormai annoso della F1 è che venti monoposto sono poche e frenano l'arrivo di nuovi giovani piloti che pure fanno parte dei team del Mondiale nel ruolo di riserve o tester (test che poi non si fanno...). Ross Brawn, quando ancora era leader in Liberty Media, si lasciò scappare che l'accesso in F1 del campione della F2 doveva essere qualcosa di scontato, automatico, anche per dare un senso alle categorie di supporto. Poi, si potrà sostenere che costringere un team a prendere un qualche pilota è cosa antipatica e difatti così è stato, il suggerimento di Brawn è stato ampiamente inascoltato. 

Se la F2 ha prodotto campioni come Charles Leclerc nel 2017 e George Russell nel 2018, che subito hanno trovato spazio in F1, nel 2019 Nyck De Vries, vincitore della categoria, è stato ignorato e nel mondiale c'è andato il secondo classificato, Nicholas Latifi, soltanto grazie al budget personale di cui disponeva. Il 2020 ha segnato la vittoria di Mick Schumacher, che ha avuto accesso alla F1 come Yuki Tsunoda, terzo in campionato, e Nikita Mazepin, quarto.

L'annata 2021 ha prodotto come campione Oscar Piastri, ma nel 2022 è rimasto a guardare dalla panchina dell'Alpine. Stesso discorso per Robert Shwartzman, pilota Ferrari e secondo classificato (e già campione F3), il quale ingiustamente non è mai riuscito a debuttare nel mondiale come invece ha fatto Guan Yu Zhou, terzo in quel campionato, grazie ai soldi di cui disponeva. Lo scorso anno i primi tre della F2 non hanno avuto accesso alla F1: Felipe Drugovich è parte della Aston Martin, Theo Pourchaire è rimasto in F2, Liam Lawson è nella Super Formula giapponese. C'è riuscito il quarto, Logan Sargeant, che era spinto dalla Williams.

E quest'anno? Il titolo se lo contendono Pourchaire, al comando, e Frederik Vesti. Rispettivamente vestono le magliette della Sauber e della Mercedes, ma non si vedono sbocchi in F1 per loro. A meno che la Sauber non rinunci a Bottas per il francese e la Mercedes non spedisca il danese Vesti in Williams al posto di Sargeant, ma sono operazioni che appaiono piuttosto complicate se non impossibili. In campionato, il terzo è Ayumu Iwasa, pilota Red Bull Honda. Ecco, forse lui potrebbe avere la chance di debuttare in F1 prendendo il posto di Tsunoda in Alpha Tauri, nessuno sbocco invece per Jack Doohan e Victor Martins, entrambi targati Alpine, che occupano la quarta e la quinta posizione.

E' una faccenda decisamente complicata, e ignorata dalle istituzioni, quella che vede coinvolti i giovani che sognano l'approdo in F1. Per arrivare in F2, vengono spesi, partendo dalla F4, almeno cinque-sei milioni di euro, sette-otto se contiamo le annate che si disputano ad alto livello nel karting. Tantissimi soldi che vengono spesi o direttamente dalla famiglia del pilota, o da sponsor raccolti lungo il percorso, o dall'aiuto che si riceve entrando in qualche Academy dei team F1. Ma anche qui non c'è troppo da fidarsi perché negli ultimi anni il supporto che arriva da queste entità è minimo, anzi, chiedono pure budget non indifferenti pur senza offrire alcuna garanzia di portarte il proprio "alunno" in F1. Vedi Alpine con Piastri, fuggito con successo alla McLaren.

Nonostante queste incognite di non indifferente entità, il sistema delle formule minori continua a reggere in maniera prepotente. L'inseguimento del raggiungimento del Sogno è più forte di ogni altra cosa. In Formula 2, costo dai due milioni in su per una stagione, i sedili sono sempre pieni così come in F3 dove trenta piloti (un milione il prezzo base) non mancano mai. Stesso discorso per la Regional by Alpine con oltre trenta piloti (costo tra i 500 e i 700mila) e i campionati di Formula 4 in Italia, Spagna, Francia, Gran Bretagna. E vanno aggiunti i pienoni nelle serie F4 e Regional degli Emirati Arabi che si disputano tra gennaio e febbraio..

Insomma, finché la barca va, canta Orietta Berti, lasciala andare...
RS Racing