Jacopo RubinoLiberty Media si è arresa: non riuscirà a portare la Formula 1 a Miami già nel 2019. Mancata la prima data limite fissata dall'amministrazione cittadina, come avevamo riportato lo scorso
12 luglio è stata presa la decisione di rinviare il progetto al 2020 affinché possa essere definito in modo più accurato. La conferma ufficiale è arrivata da Sean Bratches, responsabile commerciale del Circus.
"Abbiamo fatto significativi progressi per un Gran Premio a Miami, le trattative però sono complicate. Avremmo preferito correre nel 2020, ma non sarebbe stato possibile nel tempo a disposizione", ha spiegato il manager americano. "Tuttavia, stiamo parlando di una visione a lungo termine e, come risultato, insieme alle autorità locali abbiamo scelto di rinviare la firma più avanti nell'estate, con l'obiettivo di disputare il primo GP di F1 a Miami nella stagione 2020".
"Abbiamo sempre detto di non volere compromessi nell'organizzare il miglior evento possibile. Se questo significa aspettare, è decisamente preferibile alla delibera di un tracciato al di sotto dell'ottimale, solo per siglare un accordo", ha sottolineato Bratches.
Buona parte delle discussioni, infatti, si gioca sulla configurazione del circuito immaginato nella zona del porto: il comitato del quartiere di Biscayne spinge per modifiche che rendano l'evento meno impattante per i residenti, tutt'altro che entusiasti dell'iniziativa. Bratches si è detto fiducioso, sottolineando la "positiva collaborazione" con tutte le figure coinvolte. "Come risultato di questi dialoghi, abbiamo adattato i nostri piani, comprese parti del tracciato".
Senza la trasferta in Florida, si attende la bozza per il calendario del prossimo anno, che a questo punto potrebbe essere resa nota nel giro di poche settimane. Il Mondiale 2019 dovrebbe scendere a 20 tappe, sempre che per Hockenheim non si profili una conferma a sorpresa. I promoter tedeschi, ad oggi, non hanno la copertura per sostenere la tassa d'iscrizione.