Jacopo Rubino - Photo4Quando venerdì sera Antonio Giovinazzi è andato a dormire, forse non si sognava nemmeno di poter correre il Gran Premio d'Australia di Formula 1. Splendido vice-campione 2016 in GP2 Series, il giovane pugliese era presente a Melbourne in qualità di terzo pilota Ferrari. I compiti del weekend? Stare vicino alla squadra, partecipare alle riunioni tecniche, osservare cosa succede nel box. E magari fare un po' di pubbliche relazioni. Poi, la sorpresa. Pascal Wehrlein comunica alla Sauber di non sentirsi preparato per correre, è in ritardo di condizione atletica in conseguenza del capotamento di cui è stato protagonista lo scorso 23 gennaio nella Race of Champions di Miami. Ecco quindi la chiamata, tocca ad Antonio guidare la C36 motorizzata dal Cavallino.
Wehrlein era già stato costretto a saltare la prima settimana di test a Barcellona, sostituito proprio da Giovinazzi per due giornate. Quei chilometri messi assieme saranno più che mai preziosi, ma un debutto così affrettato resta comunque qualcosa di molto impegnativo. Specialmente su un circuito insidioso e mai affrontato in carriera come quello dell'Albert Park.
Al termine di questo sabato, comunque, il 23enne di Martina Franca ha impressionato tutti: bravo in FP3 a non compiere errori, per riscaldarsi e familiarizzare con le tantissime variabili da gestire, superbo in qualifica quando ha sfiorato addirittura un clamoroso ingresso in Q2. "Questa mattina non ho percorso tantissimi giri, altrimenti si poteva forse fare qualcosa di meglio", ha raccontato.
Se nelle ultime libere Antonio aveva chiuso a 1"2 dal compagno Marcus Ericsson, in Q1 lo svedese ha rischiato di impallidire ritrovandosi per alcuni minuti alle sue spalle. Alla fine Ericsson ha trovato il guizzo per passare davanti e diventare 15esimo, entrando nella fase successiva. "Lui ha già qualche anno di esperienza in F1, ci può stare", ha confessato Giovinazzi, rimasto però ad appena due decimi. Davvero niente, e peccato per la sbavatura che ha rovinato l'ultimo tentativo.
"Giovi" in ogni caso può camminare per il paddock a testa alta. Alle sue spalle partiranno Kevin Magnussen, Stoffel Vandoorne, Lance Stroll e Jolyon Palmer: non male considerando che la Sauber dovrebbe essere la Cenerentola della stagione 2017. "È già un sogno per me essere qui a disputare un Gran Premio, sono contentissimo". L'approccio è sereno, ma il bello deve ancora arrivare: ci sono 58 giri da affrontare nel Gran Premio, l'obiettivo sarà almeno quello di vedere il traguardo. "Sarà una gara lunghissima, può succedere di tutto. Dovrò mantenere la calma".
Si interrompe all'improvviso, quindi, la mancanza di nostri portacolori al via di un round iridato: gli ultimi furono Jarno Trulli e Vitantonio Liuzzi in Brasile nel 2011, poi il vuoto colmato parzialmente solo dalle apparizioni di Raffaele Marciello (proprio sulla Sauber) in quattro venerdì del 2015. Giovinazzi sarà l'84esimo azzurro a correre in F1, sperando che quella australiana non sia un'occasione isolata. Tutta l'Italia dei motori tiferà per lui.