15 Nov [16:27]
Guerra fra Mercedes e Red Bull,
Wolff: "La diplomazia è finita"
Jacopo Rubino - XPB Images
"La diplomazia è finita". Promessa di un Toto Wolff che si profila molto battagliero per il finale di stagione 2021: se la sfida in pista fra Lewis Hamilton e Max Verstappen è stata "tosta" ma apprezzata da entrambi i piloti, almeno a parole, un duello parallelo a Interlagos si è consumato fra i rispettivi team principal. Wolff sul fronte Mercedes e Christian Horner sul fronte Red Bull, in un crescendo di frecciate, accuse, strategie che dura da mesi e sembra giunto al picco proprio adesso che ci prepariamo alla volata finale per il titolo di Formula 1. Forse era inevitabile.
"Abbiamo ricevuto tanti pugni in faccia in questo weekend, con varie decisioni che potevano essere contro di noi o a nostro favore. È qualcosa di cui sono molto arrabbiato: difenderò il mio team, i miei piloti. Sono sempre sempre stato diplomatico nel modo in cui discuto, ma la la diplomazia è finita", ha affermato Wolff sull'onda dell'incredibile vittoria in Brasile di Hamilton.
Vittoria che è arrivata dopo tanti punti di conflitto. In primis l'esclusione di Hamilton dai risultati della qualifica, per il DRS giudicato irregolare, con la conferma arrivata a due ore dal via della Sprint Qualifying e per appena 0.2 millimetri. "Non ci potevo credere", aveva detto Wolff a caldo. La mega rimonta di Hamilton nella mini-manche, favorita anche da una velocità pazzesca sul dritto, ha fatto drizzare le antenne in Red Bull, con altri dubbi sull'ala posteriore della W12 sollevati da Horner: "Stiamo cercando di capire cosa ci sia". A Wolff invece non è andato giù che i rivali abbiano potuto intervenire tre volte consecutive sul proprio alettone in regime di parco chiuso, "senza conseguenze".
Questioni tecniche, e poi quelle in pista con la bagarre Hamilton-Verstappen, in cui l'olandese non è stato investigato per la dura difesa al giro 48 su Lewis. "Doveva almeno essere penalizzato di 5 secondi, e Max lo sapeva, ma mettere la polvere sotto al tappeto è solo la punta dell'iceberg", è la tesi di Wolff. E quando al giro 59 Hamilton è riuscito a passare, il manager austriaco è stato inquadrato mentre indirizzava infuriato il dito contro la telecamera. Ce l'aveva proprio con i commissari: "La battaglia dura è fantastica, ma non quando è stato chiarito in precedenza che non si può portare qualcuno fuori pista". In quello che è quasi gioco delle parti, Horner, manco a dirlo, la vede esattamente al contrario: "Penalità per cosa? Non c'è stato vantaggio, non c'è stato contatto, abbiamo parlato tante volte di lasciar correre e credo che i commissari abbiano deciso bene".
Mancano tre Gran Premi al termine del campionato, quelli decisivi, e sembra improbabile che gli animi fra i due muretti box vadano calmandosi. Ad esempio, in Red Bull non si esclude una protesta formale contro la Mercedes, se fosse chiaro il perché di certe velocità sul dritto. "Per noi sarebbe l'ultima risorsa", ha ammesso il consulente Helmut Marko. Ma in un confronto così teso, non sorprenderebbe se venisse sfruttata.