18 Ago 2003 [16:49]
I consigli di Formula Medicine per combattere, e vincere, il caldo
Dal mese di giugno l'Europa è sconvolta dal caldo. Temperature inusuali ed elevatissime hanno coinvolto anche Paesi solitamente freschi nei mesi estivi come la Germania e la Gran Bretagna, dove è rarissimo trovare locali o alberghi dotati di aria condizionata. In Italia poi la situazione è a dir poco drammatica. Come si difendono allora, in questa difficile condizione ambientale, i piloti quando sono al volante delle loro vetture da corsa e indossano sottocasco, casco, sottotuta e tuta? E soprattutto, come fanno ad allenarsi? Il dottor Riccardo Ceccarelli di Formula Medicine ha la giusta ricetta:
«In questo periodo tutti cerchiamo di uscire nelle ore più fresche e così fanno anche gli atleti che preferiscono allenarsi o nelle prime ore della mattinata o verso il tardo pomeriggio. Noi invece ai nostri piloti consigliamo di svolgere gli allenamenti proprio nelle ore più calde, per abituarsi a quel torrido clima in quanto le gare si svolgono in quegli orari. Per esempio, alla vigilia del GP di Malesia, uno dei più afosi e umidi della stagione, la preparazione per i piloti del team Toyota di F.1 è stata fatta dalle ore 12 alle 14. Non è pazzia. Il nostro organismo è tirchio, nel senso che fa tutto con il minimo dispendio. Quando ci troviamo in un ambiente con un clima svantaggioso, il corpo umano impara ad ottimizzare la perdita dei liquidi. Se siete abituati ad allenarvi con il fresco e iniziate a farlo col caldo, il primo giorno, al termine degli esercizi fisici, vi accorgerete di aver perso un paio di chili di liquidi, ma dopo una settimana il dispendio di sudore sarà decisamente inferiore».
- Ma non è pericoloso allenarsi con 40°?
«Difatti noi seguiamo con attenzione i nostri piloti preparando loro precise tabelle in base alle caratteristiche fisiche. Non consiglio di certo a un atleta di allenarsi all'una del pomeriggio sotto il sole battente se non so nulla di lui. Però un pilota professonista dovrebbe assolutamente allenarsi negli orari più caldi».
- E i piloti lo fanno?
«Quelli di Formula Medicine sì, ma in generale so che per allenarsi aspettano il fresco o addirittura cercano la palestra con l'aria condizionata».
- In occasione delle gare quali sono gli accorgimenti da seguire quando fa molto caldo?
«La cosa più importante è quella di cercare di tenere la testa al fresco. Più la nostra centralina elettronica rimane riparata dal sole e più la efficienza fisica è elevata. Per questo, prima della gara o delle prove, il casco dei nostri piloti finisce nel freezer, oppure lo riempiamo di ghiaccio. Bagniamo anche il sottocasco e la testa del pilota. Almeno per un po' starà fresco. Poi durante la gara è importante bere molta acqua. Da Matta, per esempio, è un pilota che suda tanto e allora abbiamo aumentato la capienza della sua borraccia da 700 centilitri a un litro e mezzo».
- Ma non c'è il rischio che, bevendo un litro e mezzo di acqua in poco più di un'ora, il pilota senta la necessità di andare in bagno?
«No perché se sotto sforzo l'organismo invia il sangue dove serve: al cervello, ai muscoli, alla cute. Quindi gli organi addominali e i reni lavorano poco durante la gara perché i liquidi vanno da altre parti. E' bene però che il pilota faccia la pipì prima della partenza».
- Ma con questo caldo quando un pilota conclude una gara la sua temperatura corporea com'è?
«Ha la febbre! E anche alta, tra i 39° e i 40°. Ma è normale e non capita soltanto ai piloti. Se voi giocate a calcetto in questi giorni e appena finita la partita vi misurate la febbre vi accorgerete di avere una temperatura ben superiore ai fatidici 37°. Questo perché il corpo elimina liquidi e il corpo si riscalda eccessivamente».
- Come e dove è meglio che un pilota attenda il via della gara o l'inizio delle prove?
«Il mio consiglio è quello di rimanere in un ambiente fresco, ventilato. Se c'è l'aria condizionata bisogna non esagerare per non rende troppo elevato lo sbalzo di temperatura con l'esterno. Ma non bisogna restare all'aperto per tutto il giorno, magari sotto al sole, perché si finirebbe con il perdere liquidi e questo costituisce un problema considerando che già all'interno della vettura se ne consumeranno».
- All'interno delle vetture GT e Turismo deve essere un inferno...
«Noi seguiamo i piloti della Scuderia Italia nel campionato Fia GT e per alleviare loro le sofferenze imposte dal caldo, nell'abitacolo si raggiungono infatti anche gli 80°, abbiamo fatto mettere un bocchettone d'aria che finisce davanti al viso. Ma per i piloti delle vetture a ruote coperte è veramente una tortura correre in queste condizioni climatiche. E' stato calcolato che quando si perde il 4 per cento dei liquidi corporei, che per un uomo di 70 chili corrispondono a 3 chili, viene a mancare il 40 per cento dell'attività psicofisica. Per questo motivo i piloti del GT mi dicono che nell'ultima parte del turno di guida perdono in lucidità e i loro tempi si alzano anche di un secondo».
- Quanto cala un pilota al termine di un GP?
«Mediamente dai tre ai quattro chili. La tuta invece pesa di più. Se prima di una gara pesa due chili, alla fine è di quattro!».
- Incredibile...
«Certo, per questo sostengo che ci vorrebbe una maggiore attenzione da parte dei team o dei fornitori nei confronti dei piloti. Si investe tantissimo nella tecnologia, poi si trascura l'uomo che in gara può perdere un secondo al giro o calare fisicamente per i motivi sopra citati. Rendendo inutile ogni nuova diavoleria tecnica fatta per migliorare la monoposto...».