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16 Feb 2011 [10:07]

Il Bahrain scende in piazza - Ma la GP2 va avanti

La voglia di democrazia - o di più democrazia - è un sentimento forte, e purtroppo per molti governanti, contagioso. Dopo Tunisia, Egitto, Yemen la protesta popolare sta arrivando anche nella nuova terra di conquista del motorsport internazionale, iniziando dal Bahrain. Rischio remoto, quello di vedere nascere problemi di sicurezza per ora - si parla di disordini da poche migliaia di persone - anche se, tra i sit-in dopo la morte di un dimostrante e le riforme promesse dal Re Hamad Bin Isa Al Khalifa, è tutto da valutare l'impatto futuro dell'ondata di attivismo che coinvolge l'intera regione. Le autorità hanno garantito che non ci sarà nulla da preoccuparsi per il Gran Premio, anche se gli addetti ai lavori del circus GP2 si sono già dovuti confrontare con una situazione ben diversa dalle solite "cartoline", e che comunque ha generato qualche turbamento.

Sul posto ci sono già circa cinquecento persone che da oggi iniziano a lavorare in pista per le gare della GP2 Asia, Porsche, SuperCup e WGA Chevrolet. Molti sono qui da lunedì e girano per il paese, toccando con mano la situazione. Anche a causa dei ritardi nell’arrivo delle vetture, in tanti ieri hanno approfittato per visitare la città. Numerose le vetture della polizia che giravano nella mattinata, ma il vero contatto con la rivolta è avvenuto nel pomeriggio. La King Faisal Hi-Way era bloccata a causa della folla che manifestava contro il governo. Una massa numerosa, ma pacifica, che con in mano solo il colore della propria nazione chiede maggior rappresentazione. La famiglia governante è infatti di tradizione Sunnita, mentre la maggioranza della popolazione è Sciita. Altre notizie arrivano dai paesi più vicini: l’Arabia Saudita ha schierato in maniera preventiva il proprio esercito al confine, sul ponte King Fahd Causeway unico modo per raggiungere l’isola in auto.

Buona parte del paddock GP2 era al City Centre Mall (il team Lotus ART, Barwa, Dams con Romain Grosjean ma anche gli italiani Davide Valsecchi ed Andrea Caldarelli), e all’uscita dal centro commerciale ha dovuto incrociare il proprio sguardo con quello dei manifestanti. Non c’è allarmismo nell’aria, non c’è grande tensione anche grazie al fatto che albergatori e commercianti locali sottovalutano queste dimostrazioni, ma fino a domenica tutti i componenti del paddock dovranno fare i conti con uno stato di allerta vigile vissuto raramente in passato, e con un sempre un maggiore numero di elicotteri che perlustrano la zona. Nel frattempo, procede normalmente l’attività, con le prime verifiche tecniche prima di prove libere e qualifiche di domani.

Dall'inviato Antonio Caruccio
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