Michele Montesano
Anche il WTCR, come la maggior parte dei campionati di caratura internazionale, è attirato dalle sirene della mobilità sostenibile. Già nella passata stagione il Mondiale Turismo ha introdotto un biocarburante formato dal 15% di componenti rinnovabili fornito dalla P1 Racing Fuels (
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Già impiegata nella Formula 1 e nel WEC, quest’anno toccherà anche al WRC abbracciare tale soluzione. Una scelta che è diventata quasi obbligata ai giorni nostri, per attirare nuovi costruttori e cercare di imprimere un aspetto più green al Motorsport. Ma il rovescio della medaglia implica un possibile innalzamento dei costi. Ne è un esempio lampante il Mondiale Rally dove, seppur la parte elettrica è realizzata in mono fornitura, le Rally1 sono sensibilmente più costose rispetto alle vecchie WRC+.
L’altro rovescio della medaglia è cercare di non sovrapporre il WTCR ibrido con le Turismo elettriche dell’ETCR, rischiando di perdere marchi in una delle due categorie. Decisamente un compito non facile, considerando che la mobilità quotidiana sta virando sempre più verso la propulsione elettrica.
In una dichiarazione rilasciata ad AutoHebdo, l’amministratore delegato uscente del WTCR Xavier Gavory ha ammesso che si stanno effettuando studi in tal senso: “Nel prossimo futuro ci sarà un cambiamento per il WTCR. Non sarà completamente elettrico come l’ETCR, ma ci sarà una transizione. Già dalla scorsa stagione la serie ha utilizzato biocarburanti ma non è abbastanza. Stiamo lavorando per introdurre l’ibrido a partire dal 2023”.
Tuttavia già quest’anno segnerà il debutto dell’ibrido nella categoria Turismo. Toccherà al BTCC (il British Touring Car Championship) far esordire tale tecnologia. Le vetture del campionato inglese infatti saranno spinte da un powertrain endotermico accoppiato ad uno elettrico sviluppato e realizzato dalla Cosworth.