29 Lug [11:47]
Interlagos porterà la F1 in tribunale?
Non va giù la cancellazione del GP 2020
Jacopo Rubino - XPB Images
Di fronte alla pandemia del Coronavirus, ci sono Gran Premi che hanno preferito chiamarsi fuori dal calendario 2020 di Formula 1, e altri che non hanno mandato giù le decisioni di Liberty Media: fra gli organizzatori più battaglieri ci sono quelli del Brasile. La tappa di Interlagos doveva disputarsi il 15 novembre, ma è stata cancellata in modo definitivo assieme alle altre al di là dell'Atlantico, ossia USA, Messico e Canada.
Tamas Rohonyi, capo promotore della gara sul circuito "Carlos Pace", al quotidiano O Estado de S.Paulo ha confermato di valutare azioni legali contro la FOM. Una strategia in cui potrebbero unirsi i colleghi messicani. "Il contratto può essere annullato solo per cause di forza maggiore, qualcosa al di fuori delle parti coinvolte. Ad esempio la caduta di un aereo sulle auto o trovarsi un metro sott'acqua", ha sottolineato. La mossa di Liberty costerà a Interlagos parecchi milioni: "È una notevole perdita economica. Non avevamo ancora iniziato a vendere i biglietti, ma ci sono impegni con gli sponsor, i fornitori e i dipendenti". E Rohonyi ha rivelato che cinque team hanno firmato una lettera per esprimere la propria contrarietà a una trasferta in Brasile nel 2020: "Chiunque l'abbia scritta non conosce le regole del campionato. Chi non voleva venire, non avrebbe dovuto farlo. Non c'è un obbligo".
Ma le preoccupazioni delle squadre sono oggettivamente comprensibili: il Paese sudamericano è fra i più martoriati dall'emergenza COVID-19, con quasi due milioni e mezzo di contagi e oltre 87 mila morti. Colpa anche della scellerata gestione del presidente Jair Bolsonaro. Lo Stato di San Paolo, dove si trova Interlagos, è per giunta quello maggiormente in difficoltà.
Non bisogna poi dimenticare che il GP del Brasile era economicamente poco conveniente per la F1, a maggior ragione con un calendario compresso che costringe a fare delle scelte: gli organizzatori non versavano alcuna quota e l'attuale contratto scade proprio a fine 2020. Nel 2021 le cose cambierebbero, con il versamento di una tassa analogamente alle altre piste, ma c'è pure la concorrenza di Rio de Janeiro (sostenuta dal governo Bolsonaro) con il progetto di un nuovo autodromo disegnato da Hermann Tilke, il Rio MotoPark. È ancora da costruire, ma per il 2022 si è già assicurato la MotoGP.
Anche in Canada c'è delusione per la cancellazione del GP, ma in questo caso dito è puntato contro le autorità cittadine che non hanno fornito il proprio sostegno. "Abbiamo lavorato per settimane per allestire un piano, abbiamo consultato tutte le organizzazioni americane ed europee, ma non abbiamo ricevuto alcun supporto locale", ha affermato il responsabile Francois Dumontier all'agenzia La Presse. Con F1 e FIA era stato compilato un protocollo sanitario da 100 pagine che non è stato preso in considerazione. E secondo Dumontier, per la metropoli del Quebec è un'opportunità mancata: "Non ci sono attività in centro, gli hotel sono quasi vuoti. Una gara ad ottobre ci avrebbe riportato all'attenzione".