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4 Apr [16:30]

Intervista a Leonardo Megna
“La F4 francese è un’ottima
scuola e una grande sfida”

Mattia Tremolada

Alla vigilia della Coupes de Pâques, la tradizionale tappa che si svolge a Nogaro nel weekend di Pasqua e che dà il via alla stagione dei campionati francesi, Italiaracing ha raggiunto Leonardo Megna, l’unico pilota italiano al via della Formula 4 francese. La serie, che si differenzia dalle altre di pari livello per il fatto che tutte le vetture sono gestite dalla FFSA Academy, con l’avvento della Mygale di seconda generazione ha avuto nuova linfa, arrivando a schierare nel 2023 ben 26 piloti.

Milanese classe 2007, Megna nel 2021 e nel 2022 sia laureato campione europeo Rok nella categoria Senior. La passata stagione ha svolto i primi test in monoposto, prima con alcune squadre tricolori, Cram, GDL e BVM, poi con le vetture della FFSA Academy sul circuito Bugatti di Le Mans.

“La scelta è ricaduta sul campionato francese per diversi motivi - ci ha spiegato Megna - Un aspetto sicuramente molto importante è stato il budget ridotto rispetto ad altri campionati come quello tricolore o spagnolo. Ma è anche un’ottima scuola e una grande sfida, dal momento che tutte le vetture hanno le stesse prestazioni essendo gestite dalla stessa struttura, la FFSA Academy. Quindi ogni pilota ha veramente pari opportunità e per emergere deve metterci tutto il suo talento”.



La F4 francese è una vera e propria Academy, con tanto di lezioni teoriche. Megna ha infatti appena terminato le due settimane di “conference”, ovvero il ritiro pre-campionato a cui hanno partecipato tutti i piloti.

“Al di là delle due giornate di test in pista, queste settimane sono state molto importanti per tutte le nozioni teoriche imparate. Abbiamo avuto lezioni molto utili sull’analisi della telemetria e sul lavoro dell’ingegnere, che mi ha aiutato a capire quale sia il ruolo di quest’ultimo. Anche le lezioni sulla dinamica della macchina sono state interessanti. Ci è stato spiegato cosa succede ad una gomma, per esempio quali sono le differenze tra graining e blistering, sapere come si formano e perché, e imparare a riconoscerli, cosa che mi aiuterà ad evitare che accadano”.

Hai anche avuto modo di fare alcuni test con team tradizionali. Che differenze hai trovato tra una squadra e la FFSA Academy?

“Sicuramente l’attenzione che ti dedica un team è diversa. In una squadra tradizionale il pilota è più “coccolato”, ha un ingegnere tutto per sé e due meccanici a sua completa disposizione. Nella FFSA Academy invece il pilota è più indipendente, deve prendere iniziativa da solo per suggerire eventuali cambi di setup. Ogni ingegnere deve occuparsi di cinque piloti, quindi è ancora più importante fargli tante domande e a volte anche forzarlo a farsi dedicare più tempo e attenzioni, cercandolo di propria iniziativa. Questo è molto formativo, perché responsabilizza il pilota fin dall’inizio della sua carriera”.

Il calendario della F4 francese è piuttosto vario e nel corso della stagione dovrai passare dai muretti di Pau ai curvoni di Spa, guidando su tanti circuiti internazionali.

“Sono molto emozionato all’idea di correre su questi circuiti. Ho già avuto modo di fare alcuni test su un paio di queste piste e le prove sono state subito molto positive. L’idea di correre a Pau e Spa un po’ mi intimorisce, ma non vedo l’ora di arrivare al weekend di gara per scoprire questi tracciati di cui sento parlare fin da bambino”.



Il tuo stile di guida si è già adattato alle monoposto dopo tanti anni di karting?

“Guidare le Formula 4 mi è piaciuto fin dall’inizio. Sicuramente ho dovuto lavorare molto sulla frenata, sia per quanto riguarda la pressione, sia la modalità di utilizzo del freno. Ad esempio non mi è venuto naturale portare il freno in curva, ho dovuto lavorarci molto nei primi test per abituarmi. Invece fin dai primi chilometri ho subito individuato le traiettorie corrette, in questo il karting è stato una buona scuola”.

Che aspettative hai per la stagione?

“Le aspettative sono buone e il morale è alto alla vigilia della prima tappa. Credo che si possa puntare alla top-5 e magari anche a qualche podio. Sicuramente sarà un anno in cui bisognerà imparare tanto, la parola d’ordine è crescere”.

Dove pensi di arrivare nel motorsport, qual è il tuo obiettivo?

“Il sogno nel cassetto è quello di arrivare in Formula 1. Ma so che è molto complicato per diversi motivi, tra cui il budget. Un obiettivo realistico può essere diventare un pilota professionista nel mondo delle GT, ma guardo con interesse anche alla nuova classe Hypercar e ai prototipi”.