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2 Apr [20:14]

Intervista ad Adrien Tambay

Adrien Tambay, figlio del famoso Patrick che in F.1 ha corso, tra gli altri, con McLaren, Renault, Ferrari, nasce il 25 febbraio del 1991 a Parigi, in Francia. Attualmente residente a Villars, in Svizzera, è uno tra i giovani più interessanti a livello europeo proveniente professionalmente dal kart e dal Formula BMW. È tra i candidati per riportare la Francia agli antichi splendori del motorsport degli anni novanta e nel 2009 correrà nel Formula 3 Euroseries con il team ART.

Hai disputato per due anni il Formula BMW. Pensi di aver in qualche modo perso una “stagione”, dopo che nel 2007 eri risultato il miglior esordiente, o pensi che correre due stagioni in un panorama internazionale come quello del BMW Europe sia comunque servito di lancio alla tua carriera?

“Non ho alcuna ragione di rammaricarmi per il 2008. Ho voluto fare un altro anno in un contesto internazionale come quello della BMW per ottenere maggiore esperienza prima di fare il salto di qualità in Formula 3. E ' stata la decisione giusta, ho potuto ottenere dodici podi e tre vittorie in aggiunta al mio curriculum precedente. Il mio obiettivo per l’anno passato è stato raggiunto, ossia chiudere tra i primi tre del campionato, anche se certamente avrei preferito vincere.
È mancata la giusta dose di fortuna durante l’arco della stagione, seppur il Josef Kaufmann Racing sia stato decisamente più forte con i due piloti che mi sono arrivati davanti, e chissà cosa sarebbe successo se anch’io fossi rimasto con loro… In ogni caso, è stata una positiva esperienza, ho imparato molto, e lo scorso anno i risultati ottenuti mi hanno permesso di trovare un buon sedile in F3 Euroseries e non potevo chiedere di più”.

Dopo una carriera in kart in cui hai sempre occupato le prime posizioni dello schieramento perché hai scelto la BMW per il passaggio in formula?

“Quando correvo nella ICA, nel campionato Europeo e Mondiale, alcuni talent scout della BMW mi hanno proposto di andare alla selezione che si teneva a Valencia. Non era nei miei programmi fare il salto in monoposto, ma vista l’opportunità che mi è stata offerta ne ho approfittato. Ho superato le selezioni con grande sorpresa perché non ero mai salito su una macchina da corsa, avendo così il supporto per il 2007. Con questi presupposti è stato naturale per me scegliere di correre lì”.


Ora sono tutti in grado di vedere il tuo potenziale, ma all’inizio eri considerato solo il figlio di papà Patrick. Nel tuo inizio di carriera nel mondo dei motori, ti è stato di aiuto dandoti consigli o trovando i contatti giusti, oppure è stato solo un “comune” padre?

“È un vantaggio essere dei figli d’arte, chi dice il contrario mente. Ci sono sempre dei lati positivi, ma anche degli aspetti negativi. Ad ogni modo, quando si corre, una volta abbassata la visiera, non pensi al tuo nome e il risultato in pista dipende solo da te”.

Nel 2009 correrai nel campionato F.3 Euro Series. Come mai hai scelto questa categoria?

“Insieme al mio management, il team Gravity, e con mio padre ci siamo concentrati sulla F3 Euroseries perché è per noi, e per la maggior parte delle persone del motorsport, la serie più formativa per i giovani. È difficile riuscire ad essere competitivi da subito, perché c’è bisogno di molto tempo per prendere confidenza con la vettura e capire quali sono i propri limiti. La serie sarà inoltre di supporto al DTM e questo porta un sacco di spettatori, anche perché molti degli attuali piloti di F.1 arrivano dall’europeo di F.3”.

Correrai con il team che vince il titolo ininterrottamente dal 2004: la ART. Quali sono le tue ambizioni per quest’anno?

“È ancora troppo presto per dire che cosa sarò in grado di raggiungere questa stagione. Come debuttante ho il contingentamento dei test che non mi permetterà di essere competitivo sin dall’inizio del campionato, ed è questo il motivo per cui raramente un esordiente vince. Ma il mio obiettivo è quello di dare il 100% e provare a salire sul podio, apprendendo la tecnica di guida di questa macchina il più in fretta possibile. Bisogna lavorare duro ed essere sempre concentrato di gara in gara, giro su giro, per migliorarsi. Ho fissato i miei obiettivi ed ho scelto il miglior team della categoria per puntare a quei risultati”.

Chi pensi saranno i piloti con cui lotterai?

“Mi aspetto che Jules Bianchi sia molto forte fin da subito e sarà positivo per me averlo nel team come riferimento, ci conosciamo da tempo, oltre che parlare tutti e due la stessa lingua, fatto da non trascurare”.

Nelle sessioni di test sino ad ora effettuate hai avuto modo di conoscere un po’ la nuova macchina. Come ti sei adattato alla Dallara-Mercedes?

“Mi è piaciuta molto, è veramente fantastica. Devo dire che è molto differente dal Formula BMW e il grip è incredibile data la presenza di un’aerodinamica molto efficiente. L’ho trovata una monoposto molto divertente da guidare”.

Torniamo al 2008, hai esordito alla grande dominando Barcellona, poi hai avuto un calo di prestazioni a metà stagione proprio mentre i tuoi avversari Wittmann e Gutierrez accumulavano punti. Cosa non ha funzionato impedendoti di lottare per il titolo?

“Sono stato in lotta fino alla fine. Ho avuto cinque incidenti, Marco Wittmann non si è mai ritirato, Esteban Gutierrez ha avuto solo due zeri, la differenza è tutta qui. La fortuna gira, ma indipendentemente da questo mi sono sempre giocato il podio ed è per me la cosa più importante”.

Sempre restando nel 2008, quale è stato il migliore e quale il peggior momento?
“Il miglior momento è stata la doppietta di Barcellona oltre la vittoria in Elkhart Lake, dove ho corso occasionalmente per i colori di Eurointernational nella serie americana, ma tutti i podi sono stati bei risultati! Non ho vissuto dei brutti episodi sino ad ora, perché quelle che ritengo esperienze negative cerco di farle valere come insegnamenti per migliorare delle cose in me ed aumentare la mia maturità sportiva”.

Per concludere, Adrien, cosa ti aspetti dal proseguimento della tua carriera?

“Vogliamo tutti cercare di accedere alla F.1, ma ci sono 20 piloti al via di ogni stagione. Quindi mi aspetto che sia difficile per me, e per tutti gli altri, raggiungere questo obiettivo dando sempre il massimo perseverando nelle scelte che ho fatto. Il motorsport è un mondo molto complicato e tutto può accadere in qualsiasi momento, quindi non ci resta che aspettare”.

Antonio Caruccio