9 Apr [19:07]
La Formula E 2020, per salvarsi
correrà negli autodromi permanenti
Massimo Costa
Tra i tanti campionati che rilasciano annunci sul futuro prossimo, variazioni ai calendari, cancellazione e annullamenti delle gare con relativi spostamenti in avanti, la Formula E da qualche settimana ha deciso di non far sapere nulla. La stagione 2019-2020 è iniziata lo scorso novembre in Arabia Saudita con due corse, poi ha fatto tappa in Cile il 18 gennaio, a Città del Messico il 15 febbraio e infine il 29 febbraio in Marocco. Dopo di ch, fermi tutti, il Coronavirus ha bloccato la serie elettrica che ha dovuto annullare le trasferte di Roma, Parigi, Seul e Giakarta. In calendario vi è ancora la prova di Berlino del 21 giugno, che difficilmente si potrà svolgere, poi ci sarebbe l'11 luglio New York (decisamente impraticabile) e l'appuntamento finale di Londra il 25-26 luglio, con doppia gara, anche questo alquanto improbabile considerando che nelle zone dove si sarebbe dovuto correre, sono stati allestiti ospedali da campo.
Per la Formula E, il campionato articolato tra inverno ed estate si sta rivelando una vera e propria mazzata, ma Alejandro Agag, gran boss della categoria, non si arrende benché vi sia il serio rischio che la stagione salti perché, a differenza delle altre serie, la Formula E (a parte l'evento messicano) si disputa su circuiti ricavati nelle città e non è possibile organizzare le corse in breve tempo in quanto servono permessi e quant'altro. E dopo che le città usciranno dal lockdown del Covid-19, difficilmente i cittadini accetteranno di vedersi chiudere strade e quartieri per ospitare la Formula E. Come risolvere la questione?
Agag è in costante contatto con le squadre, i costruttori , e stanno seriamente pensando di organizzare in via del tutto eccezionale le gare sui circuiti permanenti. Ecco quindi che la Formula E sta contattando vari autodromi europei, dove forse sarebbe molto più semplice recuperare almeno sei o sette gare piuttosto che avventurarsi in Corea del Sud o in Indonesia e Stati Uniti per ridare vita agli appuntamenti cancellati. Creare un calendario con eventi in circuito in Portogallo, Spagna, Francia, Italia, Germania e magari Belgio o Olanda e Gran Bretagna, questa sarà la via per salvare la stagione 2019-2020. E pazienza se si arriverà lunghi, a settembre o magari ottobre. Bisognerà essere un tantino flessibili e iniziare a pensare di far partire il campionato numero sette non nelle ultime settimane del 2020, come Agag ancora pensa, ma nei primi mesi del 2021. L'emergenza richiede cambiamenti e sarà importante non essere troppo ottusi...