23 Mag [14:55]
La grinta di Michael Schumacher
non piace al tassista Barrichello
di Massimo Costa
Da sempre sottomesso a Michael Schumacher, dagli ordini di scuderia e dalla classe superiore del pilota tedesco, Rubens Barrichello ieri a Monte Carlo è scoppiato. Superato alla chicane del Porto, quella che segue il tunnel, da Schumacher nel corso dell'ultimissimo giro, il brasiliano si è arrabbiato e una volta sceso dalla Ferrari ha affrontato Michael sgridandolo per il rischio corso. In tutto questo c'è la sintesi del Barrichello pilota-pensiero. Che dorme e si fa superare a pochi metri dal traguardo perché immagina che Schumacher si accontenti della ottava posizione e che afferma: "Io una manovra del genere non l'avrei mai fatta e glielo ho detto. Lui non mi ha risposto, ma un campione del mondo non dovrebbe fare queste cose. Ci fossero stati in palio dieci punti lo avrei compreso, uno solo no".
Questo è Barrichello, l'emblema del pilota che non supera, che si accontenta, che non inventa nulla, che non prova mai a modificare il corso della gara. Che tanto basta portare a casa lo stipendio. Dall'altra parte c'è Schumacher, un pilota che quando ha l'opportunità di superare chi ha davanti ci prova, che sia il suo compagno di team, suo fratello o un rivale che odia non fa differenza, anche a costo di causare un incidente. Un uomo duro, un personaggio certo poco simpatico, ma unico nel suo modo di essere costantemente affamato di vittorie, di infrangere record su record. E soprattutto un pilota che non ci sta a recitare il ruolo della comparsa, panni nei quali invece Barrichello vi si trova a meraviglia. Avete mai visto un sette volte campione del mondo rischiare un incidente per passare da ottavo a settimo? E tentare un altro contatto sul rettifilo di arrivo di Monaco per guadagnare la sesta piazza ai danni di suo fratello Ralf? Il sangue del suo sangue, che in quanto a prestazioni è ormai la fotocopia di Barrichello, ha avuto la stessa reazione del brasiliano ed ha definito Michael un pazzo scatenato, uno che non ha la testa a posto.
Michael se ne è stato zitto e non ha replicato a nessuno dei due. Miglior risposta non ci poteva essere. Poi ha dichiarato: "Non corro certo per prendere un caffè".
E con questa bordata ha fatto capire una volta di più chi è che salta dentro un abitacolo con uno scopo e chi lo fa per riempire lo schieramento.