28 Lug [14:48]
La prima AlphaTauri è promossa,
servono solo piccoli progressi
Jacopo Rubino
Tre gare, sette punti: è cominciata così la stagione 2020 dell'AlphaTauri, quella in cui la ex Toro Rosso ha cambiato identità. L'inizio di questo nuovo capitolo poggia su basi interessanti. "Possiamo affermare che la nostra è una buona macchina", ha affermato soddisfatto Pierre Gasly, ora che la F1 si prepara ad un altro trittico di Gran Premi con il doppio round a Silverstone e quello di Barcellona. La scuderia di Faenza è nel pieno della battaglia a centro gruppo, che si è fatta però più impegnativa. "Diversi team hanno fatto un grande passo avanti rispetto all'anno scorso, in particolare Racing Point e McLaren, e questo ha creato un gap maggiore fra noi e loro", ha spiegato il pilota francese. "Anche la Williams ha fatto enormi progressi e adesso è nella lotta, così come lo è la Renault. Adesso tocca a noi avvicinarci a quelli davanti, sperando di sorpassarli".
Per riuscirci cosa serve alla AT01, monoposto nata sotto la direzione di Jody Eddington? "L'auto non presenta grosse lacune in aree precise, dobbiamo solo migliorare due o tre cose per renderla maggiormente bilanciata. La cosa più importante è trovare un po' più di carico aerodinamico", ha affermato Gasly.
Anche per questo, forse, rispetto ai due appuntamenti a Spielberg l'AlphaTauri ha brillato meno nella tortuosa pista dell'Ungheria. E non solo perché Gasly si è dovuto ritirare per un guasto al cambio, dopo aver già saltato la FP1 a causa di un problema al motore Honda. "Nelle qualifiche di Budapest non ero pienamente felice del comportamento della vettura", ha affermato il compagno Daniil Kvyat, eliminato già in Q1 con il 17° crono. "Pensiamo però di sapere il motivo. A Silverstone proveremo qualcosa di diverso per migliorare. Tutto sommato sono contento delle gare, ma se potessimo partire attorno alla decima posizione in griglia avremmo vita più facile. Vedremo se riusciremo a tirare fuori qualcosa in più dal giro singolo".
La scorsa settimana sia Gasly che Kvyat hanno lavorato al simulatore Red Bull a Milton Keynes. "Ne abbiamo dovuto fare a meno per troppo tempo", ha raccontato il russo. Per le restrizioni sui viaggi, gli ingegneri erano collegati in videochiamata: "All'inizio sembrava una cosa strana, ma siamo riusciti a lavorare bene. È stato molto utile, sia per me che per il team". In terra britannica la prima controprova.