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17 Mar 2025 [16:58]

Antonelli, debutto da urlo
Ora bisogna mantenere la calma...

Massimo Costa - XPB Images

Ed ora tutto il mondo ha conosciuto Andrea (Kimi) Antonelli. Doppio nome, a noi piacerebbe chiamarlo Andrea e non Kimi come fan tutti e chissà perché, piede pesante, pesantissimo, intelligenza sopraffina, margini di crescita inimmaginabili. Un 18enne quasi atipico per umiltà, gentilezza, disponibilità, capacità nel proporsi ai media, conoscenza della lingua inglese, e dal quale molti suoi coetanei avrebbero tanto da imparare.

Antonelli è una scommessa di Toto Wolff che, memore dell'errore compiuto a suo tempo con Max Verstappen, quando nell'estate del 2013 se lo fece soffiare sotto il naso da Helmut Marko (il team principal Mercedes gli offrì la GP2, il consigliere Red Bull gli propose un irrinunciabile contratto F1 con la Toro Rosso) , ha deciso che il giovane bolognese dovesse bruciare le tappe. Dalla Regional European by Alpine (vinta dopo il successo in F4) direttamente in F2 saltando la F3, e poi, subito il debutto in F1 a seguito di un corposo programma di test. Troppa fretta? Chi scrive non ha mai nascosto che sarebbe stato meglio un altro anno di F2, ma tant'è.

Quando Antonelli ha partecipato alla sua prima FP1 in occasione del GP d'Italia a Monza, è malamente uscito di pista alla Parabolica dopo pochissimi giri. Un errore grave, se vogliamo, ma anche il team ci ha messo molto del suo montandogli subito le gomme soft per segnare chissà mai quale tempo anziché "scaldarlo" con le medie e poi rimandarlo in pista con la mescola morbida.

Nella successiva FP1 alla quale ha preso parte, a Città del Messico, Antonelli memore di quanto accaduto a Monza si è ottimamente comportato. La lezione è servita assai, Andrea capisce le cose rapidamente e da quel momento non ha più commesso errori. A seguire, pulita la giornata dei test di Yas Marina dello scorso dicembre, ottimo lavoro nei test pre campionato di Sakhir.



La vigilia di Melbourne è stata turbata dalle dichiarazioni degli ex piloti F1 Jacques Villeneuve e Juan Pablo Montoya, che senza apparente motivo, hanno criticato la scelta Mercedes di schierare nel Mondaile il giovane Antonelli. Soprattutto Montoya ha avuto parole dure, dichiarando tra le altre cose che Andrea aveva sofferto parecchi incidenti nei test privati svolti in solitaria in giro per l'Europa. Antonelli non se ne è curato, cattiverie gratuite. Di Villeneuve si sa che spesso parla a sproposito, Montoya sarà invidioso perché il figlio Sebastian non combina nulla da anni in monoposto con un carico di danni impressionante? Chissà.

A Melbourne, Antonelli nella FP1 ha concluso 14esimo in 1'18"390, il suo compagno George Russell è risultato settimo in 1'17"716. Nella seconda sessione, Andrea ha terminato 16esimo in 1'17"394, Russell si è piazzato decimo in 1'17"282. In questi frangenti, i tempi poco contavano, soprattutto per l'italiano che doveva iniziare a conoscere tutti gli aspetti richiesti nel weekend di un Gran Premio. Nel terzo turno, rivolto per lo più alla simulazione qualifica, Russell ha siglato il secondo tempo in 1'15"960 mentre Antonelli è risultato quinto in 1'16"206. Bene, benissimo.

E veniamo alla qualifica. In questa fase, purtroppo Antonelli ha commesso un errore nella curva 9, che tante vittime ha fatto. Il suo passaggio con le ruote di sinistra nella ghiaia, a differenza di molti suoi colleghi, si è rivelato più dannoso del previsto perché il fondo ha colpito duramente il cordolo, danneggiandosi notevolmente. Antonelli ha proseguito, aveva il 15esimo tempo e sembrava poter riuscire ad accedere al Q2, ma all'ultimissimo giro Gabriel Bortoleto lo ha sopravanzato e così il bolognese è rimasto impantanato nel Q1. Niente drammi, comunque.



Poi, il Gran Premio. Difficilissimo, complicato, con l'asfalto umido, le gomme wet, i primi giri delicatissimi. Isack Hadjar che esce nel formation lap, Jack Doohan che va subito a muro alla prima tornata imitato in regime di safety-car da Carlos Sainz. Chissà cosa ha pensato Antonelli in quei momenti mentre si trovava nelle ultime posizioni, con scarsa visibilità. Ma c'è un particolare che va sottolineato: lui in quelle condizioni meteo si è sempre trovato bene, vincendo a Silverstone in F2 e trionfando a Zandvoort nella Regional by Alpine.

Antonelli giro dopo giro, ha trovato sempre maggiore confidenza con la sua Mercedes e con le condizioni del tracciato, piano piano è risalito in classifica superando Bortoleto, poi Nico Hulkenberg, Lance Stroll e mentre dava la caccia a Fernando Alonso, questi è andato a muro. Poi, quando ha raggiunto la top 10, la svolta determinata dal cambio gomme, da slick montate poco prima (con Charles Leclerc e Oscar Piastri finiti in testacoda e nell'erba), a wet per l'arrivo della pioggia. Il team ha reagito prontamente e Antonelli si è ritrovato quinto.

Non soddisfatto evidentemente, Antonelli ha messo nel mirino la Williams di Alexander Albon. Gli ha rosicchiato metro su metro e quando ha capito che poteva sorpassarlo, non ci ha pensato due volte attaccandolo nel punto più veloce, con un mirabolante sorpasso all'esterno. Una manovra tosta, da pilota esperto, che ci ha ricordato un suo sorpasso a Spa, verso l'Eau Rouge, pochi mesi fa con la F2. Da pelo, insomma. A quel punto, Antonelli era incredibilmente quarto, ma per un "unsafe release" causato dal proprio box nel momento dell'ultimo pit-stop, si è ritrovato sulle spalle 5" di penalità, che lo hanno ricacciato quinto.

La favola, però, doveva finire bene, la Mercedes non ha accettato tale penalità perché ritenuta immotivata ed ha richiesto una revisione ai commissari sportivi. Rivisto il tutto, è stato deciso di cancellare tale penalità e così Antonelli ha potuto tornare in quarta posizione nella classifica ufficiale finale. E insomma, debuttare in F1 in condizioni meteo così complicate e conquistare subito un quarto posto, non è proprio da tutti.

Ora, occorre mantenere la calma. Verranno momenti ben peggiori, risultati sotto le aspettative, nella logica della crescita di un pilota così giovane. Ma intanto, quello che Andrea ha mostrato al mondo a Melbourne è tanta roba, non c'è alcun dubbio su questo.



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