Jacopo Rubino - XPB ImagesL'uscita della Honda alla fine del prossimo anno non sembra allarmare Chase Carey. Anzi, l'amministratore delegato della Formula 1, che dal 1° gennaio lascerà il testimone all'italiano Stefano Domenicali, è convinto che le power unit del futuro saranno in grado di coinvolgere nuove case automobilistiche. La loro introduzione è al momento prevista per il 2026, le parti coinvolte stanno discutendo sulle caratteristiche che dovrebbero avere. Una, molto caldeggiata, è l'utilizzo di carburanti sintetici per aprire un altro fronte di sviluppo.
"Stiamo ricevendo un interesse crescente, non solo da chi è già in questo sport, ma dai costruttori che oggi non ci sono. Sono incredibilmente entusiasti del nostro lavoro per la sostenibilità, di dove vogliamo andare con i motori di prossima generazione", ha spiegato Carey agli analisti della Borsa di New York. "Non so se avete visto la dichiarazione di qualche tempo fa dal CEO di Volkswagen: non poteva essere più positiva, in merito alla direzione che stiamo prendendo, e alla nostra importanza come piattaforma".
Nello specifico, Herbert Diess (CEO del gruppo VW, appunto), a fine agosto aveva scritto un post su LinkedIn rispondendo a un dibattito avviato da Bill Gates sull'azzeramento delle emissioni di anidride carbonica. Il dirigente tedesco, in un passaggio, ha affermato: "Nella mia visione personale, sarebbe meglio proseguire con le competizioni. La F1 sarà
neutrale da CO2 usando i carburanti sintetici, ed è qualcosa di molto più emozionante, divertente e significativo sul piano tecnologico di una Formula E che fa qualche giro nei centri cittadini come fosse un gioco".
Parole da prendere con le pinze ma difficili da ignorare, considerando che la galassia Volkswagen conta addirittura due marchi al via della serie elettrica, Audi e Porsche, e ha "tagliato" molti programmi agonistici con propulsori tradizionali o persino ibridi. Una strategia rinnegata? Quella di Diess è stata l'ennesima apertura di VW a entrare nel Circus? Per adesso è più una speranza legata al ciclo tecnico che verrà, ma l'ottimismo di Carey è forse un buon indizio.
E in merito al ritiro della Honda a fine 2021, che costringe Red Bull e AlphaTauri a trovare una soluzione alternativa, Carey ritiene che non sia "colpa" della F1 in sé, ma di situazioni interne all'azienda. "L'industria automobilistica sta affrontando alcune sfide, e penso che Honda ne stia soffrendo. Penso che questa fosse la questione principale. Non c'è dubbio che noi dobbiamo risolvere alcune problematiche economiche dei nostri motori, ma penso che Honda abbia dovuto prendere subito una decisione".
"Continuando a dare informazioni sui nostri prossimi motori e sui nostri obiettivi di sostenibilità, riceveremo un supporto crescente dai partner attuali e da quelli potenziali", ha insistito il manager americano. E questo sarà fra i compiti in carico al suo successore designato, Domenicali.