27 Feb [9:28]
Le favole di Bell e McDowell
Primi vincitori diversi in tutto
Marco Cortesi
“Papà, perché i padri degli altri bambini vanno sempre in victory lane e tu mai?” A Daytona, Michael McDowell si è preso una bella rivincita, oltre che una prima vittoria che farà felice tutta la sua famiglia. 36 anni, fisico ben lontano da quello tipico del pilota, McDowell ha fatto tanta gavetta. Dopo aver iniziato nell’endurance, è passato alle stock-car nel 2008, l’anno peggiore, quello in cui la serie era al massimo livello storico di competitività, ma in cui la sciagura economica si stava per abbattere con tutta la sua violenza.
Il suo esordio al team Waltrip fu tutto in salita, e verrà ricordato principalmente per uno dei più brutti incidenti nella storia recente della categoria, da cui uscì illeso in Texas. Per il resto, il team non era pronto, e la relazione finì lì.
Il predestinato che viene dalla... terra
Tutto diverso per Christopher Bell, che sul tracciato stradale di Daytona ha centrato a sua volta il primo successo, una settimana dopo. Il pilota dell’Oklahoma ha iniziato giovane, ma sullo sterrato, diventando uno dei maggiori protagonisti delle gare midget. Sin da subito, le sue vittorie sono state tante, compreso il titolo nazionale USAC e la World of Outlaws. Nel suo palmares figurano anche tre affermazioni consecutive al Chili Bowl. Nel 2015 il debutto in Truck Series con un quinto posto, e nel 2016, solamente alla sua terza apparizione, il primo successo, sempre sullo sterrato di Eldora.
Nonostante un aspetto da adolescente (sembra il figlio di McDowell), Bell al volante è uno squalo, aggressivo e determinato. Messo sotto contratto da Kyle Busch sin dal 2014, è entrato sotto l’ombrello del Joe Gibbs Racing e della Toyota. Anche se per debuttare nella categoria maggiore ha dovuto aspettare un po', la sua classe, riconosciuta da tutti, l'avevano reso un predestinato.
L'uomo che venne dalla gavetta
McDowell invece, ha dovuto faticare molto di più. Dal 2009 al 2015, è stato un calvario. Andando di gara in gara guidando il proprio motorhome in cerca di un volante, ha collezionato mancate qualifiche e ultimi posti come se piovesse. Trovare un posto non era un problema, ma si trattava solo di qualificare la macchina per farla entrare in classifica.
La svolta è stata nel 2017. Mentre Bell vinceva il titolo della Truck Series, McDowell otteneva più fiducia al team Leavine, centrando un quarto posto a Daytona. Da quel momento, i risultati sono stati in crescendo. Nel 2018, il passaggio al Front Row Motorsport, con un po’ più di supporto dalla Ford. Da lì, altre soddisfazioni e, nel 2020, una stagione di qualità.
Proprio al team Leavine ha debuttato Bell nel 2020, alla non più giovanissima età di 25 anni. Ma anche se ha dovuto aspettare, il suo destino era segnato. Col pieno supporto di Gibbs, la squadra, che aveva tanto faticato, ottiene risultati eccellenti. Poi, quest’anno, l’approdo alla scuderia “maggiore” e il primo successo.