29 Apr [20:29]
Legami "malsani" fra team F1,
Brown della McLaren punta il dito
Jacopo Rubino - XPB Images
Sulla griglia di Formula 1 si possono contare tre fronti politici principali: quello capeggiato dalla Mercedes, che ha contratti di fornitura più o meno estesi con Aston Martin, Williams e McLaren; quello Ferrari, che supporta Alfa Romeo e Haas, e quello della Red Bull, che fa coppia con l'AlphaTauri di sua proprietà. L'Alpine, ormai l'unica ad avere il motore Renault, balla da sola, ma anche la sua ex cliente McLaren mantiene una certa indipendenza. E di sicuro la ribadisce il boss Zak Brown, che in una lettera aperta ha definito "malsane" certe affiliazioni fra team. Per questo il manager americano invoca il voto segreto nei meeting della F1 Commission, l'organo che prende le decisioni chiave.
"Con un cambio nelle procedure di votazione, si potrebbero avere decisioni più agili che andrebbero immediatamente a beneficio degli appassionati", ha affermato Brown, spiegando: "Oggi, le scelte sul futuro di questo sport possono essere compromesse da una minoranza, piuttosto che dalla maggioranza, e sono ulteriormente deviate dal potere di voto di alcune scuderie, attraverso quelle a loro affiliate".
"Ci sono stati casi in cui una squadra, per soddisfare il proprio partner principale, ha votato dando un chiaro svantaggio a se stessa. Questo non è sport, non è mettere i fans al primo posto. Questa è una situazione da risolvere".
"Non è negli interessi della competizione avere due o tre rivali che condividono risorse e si allineano in modo strategico. Fra i principi base della F1, al contrario delle serie monomarca, c'è la sfida aperta fra costruttori", ha rimarcato Brown. "Non voglio vedere ridursi il numero di team in F1, ma le affiliazioni restano un problema perché non favoriscono l'equilibrio".
Detto questo, il capo McLaren ritiene la F1 "in robusta salute, nonostante le sfide degli ultimi 12 mesi", in primis quella della pandemia. Ha lodato le iniziative intraprese da Liberty Media su budget cap, sostenibilità, inclusione e raggiungimento di nuovi spettatori, ma chiede un calendario più compatto: un Mondiale da 25 Gran Premi, l'obiettivo, "pone uno sforzo fisico e mentale al personale viaggiante". La controproposta è di avere 20 tappe, 15 delle quali fisse e altre 5 su circuiti a rotazione, per dare una chance ad altri Paesi di accogliere il Mondiale. "La quantità non corrisponde in automatico al successo", è l'opinione di Brown. Stefano Domenicali, presidente del Circus, avrà letto?