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24 Dic [1:07]

L'ex pilota di F1 Streiff
ci ha lasciato a 67 anni

Massimo Costa e Alfredo Filippone

Mancavano pochi giorni al via della stagione 1989 del Mondiale F1 e sul circuito Jacarepaguà di Rio de Janeiro che avrebbe ospitato la prima gara dell'anno, si svolgevano i test pre-campionato. Era il 15 marzo quando Philippe Streiff, al volante della AGS e uno dei piloti più alti di quel periodo, uscì di pista. La sua monoposto superò le barriere poste al termine della via di fuga ribaltandosi più volte, provocando la rottura del roll-bar e travolgendo due operatori che si trovavano a bordo pista, un commissario e un vigile del fuoco, che riportarono ferite. ll pilota francese, che fino a quel giorno aveva disputato 53 Gran Premi, venne estratto dalla vettura in modo improprio e questo contribuì ad aggravare le lesioni. Philippe subì fratture gravissime alla quarta e quinta vertebra cervicale. Streiff, 33 anni, purtroppo non si riprese più e rimase tetraplegico. In seguito a questa vicenda, vennero stabiliti protocolli di soccorso e prime cure molto più severi.

Nella serata del 23 dicembre è purtroppo arrivata la notizia della sua morte, a 67 anni. Streiff era rimasto comunque legato al mondo del motorsport organizzando per alcuni anni il famoso Masters Karting di Paris-Bercy. Nel 1994, assieme ad Hugues de Chaunac, che era stato il team manager della AGS e che conosciamo per essere stato il fondatore della Oreca gestendo poi il progetto Toyota nel Mondiale Endurance, aveva fatto una offerta per acquisire il team Ligier di F1, ma alla fine l'operazione non era andata in porto.

Nato il 26 giugno 1955 a La Tronche, Streiff nel 1981 aveva vinto il campionato francese di F3 dopo avere anche ottenuto il quarto posto nella serie europea ed aveva conquistato il secondo posto alla 24 Ore di Le Mans al volante di una Rondeau. Nel 1982 e 1983 ha gareggiato in F2 risultando uno dei protagonisti della categoria conclusa rispettivamente al sesto e quarto posto. Nel 1984, ancora F2 con la AGS, e la chance di debuttare in F1 nel GP del Portogallo con la Renault (13esimo in qualifica, ritirato in gara) che gli mette a disposizione una terza monoposto. Quell'anno ha pure corso la 24 Ore di Le Mans concludendola al terzo posto con la Porsche 956.

Nel 1985, ancora F.3000 (così si chiamò da quell'anno la F2) e il ritorno in F1 nella parte finale del campionato con la Ligier, per rimpiazzare il licenziato Andrea De Cesaris, e anche una gara con la Tyrrell, salendo sul terzo gradino del podio nel GP di Australia con la monoposto francese. Un risultato eccezionale che gli ha aperto definitivamente le porte della F1 e della Tyrrell per il 1986 con la quale ha conquistato il sesto posto nel GP di Gran Bretagna. Nel 1987 è rimasto in Tyrrell e come miglior risultato ha siglato la quarta posizione nel GP di Germania. Nel 1988 è passato alla AGS e col piccolo team francese non otterrà punti, ma buoni piazzamenti come l'ottavo posto a Suzuka. Confermato dalla AGS per il 1989, nei test pre stagione il drammatico incidente.

Streiff ha affrontato con grande coraggio la sua vita post-incidente, spendendosi in tante iniziatiave, anche in veste di consulente del comitato interministeriale francese sulla sicurezza stradale il recupero delle vittime di incidenti. Purtroppo, negli ultimi anni il suo nome era tornato alla ribalta delle cronache anche per delle dichiarazioni incaute, magnificate dalla stampa francese, a seguito delle drammatiche vicende di Michael Schumacher e Julien Bianchi, che gli valsero non poche critiche e una denuncia da parte di Jean Todt, reazioni forse non troppo generose nei confronti di chi non è stato certo risparmiato dalla sorte.

Nella foto, Philippe Streiff con Ken Tyrrell

RS Racing