Michele Montesano
No, non stiamo parlando di un sequel, o tantomeno di un remake, della celebre pellicola cinematografica ‘Fight Club’. Piuttosto questa può essere considerata una parodia abilmente diretta dalla regia di FIA e ACO. Protagonisti, loro malgrado, di un film muto saranno piloti e team imbavagliati e costretti a non parlare del BoP, pena una sanzione di entità non precisata (sperando non consista in una ‘crocifissione in sala mensa’ di fantozziana memoria).
Il Consiglio Mondiale FIA, riunitosi a Bologna, ha approvato il regolamento Tecnico e Sportivo del FIA WEC. Nelle oltre 100 pagine, che compongono quest’ultimo, si legge in merito al tanto chiacchierato e discusso BoP:
“La WEC Committee deciderà come implementare il BoP […]. I produttori, i concorrenti, i piloti e tutte le persone, o entità, associate a loro non devono cercare di influenzare l’istituzione del BoP o commentare i risultati, anche attraverso dichiarazioni pubbliche, media e social network. Qualsiasi violazione dei suddetti principi sarà sanzionata dai Commissari Sportivi, in qualsiasi momento e durante qualsiasi competizione, anche dopo la gara”.
Con poche righe, FIA e ACO hanno deciso di porre un bavaglio a una delle questioni più spinose che potrà caratterizzare, nel bene o nel male, la prossima stagione del Mondiale Endurance. Croce e delizia delle ultime stagioni del WEC, il BoP (Balance of Performance) è un argomento sempre più discusso nella categoria. Se, nelle ultime stagioni dell'era LMP1, tale sistema ha permesso di mantenere vivo lo spettacolo fra le Toyota TS050 Hybrid e le Rebellion R13 endotermiche, già con l’introduzione della classe LMH il BoP ha iniziato a creare alcuni malumori. La lotta fra la Toyota GR010 Hybrid, la Glickenhaus 007 e la ex LMP1 Alpine, oltre all’ultima arrivata Peugeot 9X8, ha creato non pochi grattacapi nella stanza dei bottoni.
Quello che assisteremo, a partire dalla 1000 Miglia di Sebring 2023, sarà una vera e propria rinascita del panorama mondiale dell’Endurance. Ferrari, Toyota, Peugeot e in corso d’opera Isotta Fraschini con le loro Hypercar ibride, Glickenhaus, e forse Vanwall ByKolles, con le loro LMH spinte solamente dal motore a benzina, si sfideranno contro le LMDh di Porsche e Cadillac alle quali si aggiungeranno, a partire dal 2024, BMW, Lamborghini e Alpine.
Equilibrare prototipi basati su 2 regolamenti differenti, provenienti da un’estrazione tecnica diametralmente opposta, sarà un’operazione delicatissima. Bisognerà equiparare le LMDh, vetture ibride a trazione posteriore derivate dalle LMP2, sia con le LMH ibride integrali che con le ‘semplici’ LMH endotermiche. L’impegno ufficiale delle Case automobilistiche, nonostante questa difficile congiuntura economica, costituirà un’ulteriore elemento di pressione su FIA e ACO che dovranno cercare di vigilare affinché tutte le vetture in pista possano competere ad armi pari per la vittoria.
Xavier Mestelan Pinon, Direttore Tecnico della divisione Sport della FIA ha recentemente parlato in merito a tale argomento: “Il regolamento è decisamente aperto sia per le LMH ibride che per quelle tradizionali, al fine di offrire un alto livello di prestazioni in pista che si traduce in gare spettacolari per il pubblico. Per questo, per ogni prototipo, c’è una sola veste aerodinamica e un tetto massimo di potenza (500 kW). Il tutto per evitare un pericoloso innalzamento dei costi, oltre a cercare di equiparare già in partenza le vetture”.
Pinon ha inoltre illustrato, per sommi capi, come viene redatto il BoP: “Per bilanciare le auto disponiamo di un sistema in grado di misurare la coppia di ogni vettura in tempo reale. I rilievi vengono effettuati tramite dei sensori posti sull’albero di trasmissione di ogni singola auto. Grazie a questo sistema, e ad altre tecnologie in continuo sviluppo, lavoreremo in stretta sinergia con ACO per garantire il corretto BoP di tutte le LMH e LMDh che saranno presenti in pista”.
Sulla carta nulla da eccepire, anche perché si tratta di dati oggettivi e raccolti sul campo. Tuttavia la variabile circuito giocherà, di volta in volta, un ruolo fondamentale. Inoltre bisognerà ‘leggere’ anche le strategie dei vari team, se cercheranno di nascondere le carte in tavola nel Prologo per poi esprimere tutto il loro potenziale solamente in gara.
Ormai il BoP è diventato un argomento di discussione, utilizzato anche dai vari team come causa o giustificazione per una performance non all’altezza. In un periodo storico dominato dai social e da una presunta libertà di pensiero ed espressione stride, e non poco, il bavaglio mediatico che si vuole porre fra piloti e appassionati. D’altra parte non c’è da stupirsi, visto
quanto deciso recentemente dalla FIA in merito a dichiarazioni politiche o religiose in nome di una tanto millantata, e opinabile, neutralità da parte della Federazione Internazionale dell’Automobile. Dopo questo trailer, non ci resta che attendere il 17 marzo per la messa in onda del film e la messa al bando dell’acronimo BoP.