Michele Montesano
Sul circuito di Vallelunga, la Ferrari ha ufficialmente concluso la prima parte di test della 499P. Il programma, che vedrà il ritorno nel 2023 del Cavallino Rampante nella classe regina del FIA WEC, prosegue secondo i piani prefissati tanto che la LMH di Maranello, dal debutto di luglio ad oggi, ha percorso ben 16.000 chilometri.
L’ultima sessione di quest’anno si è svolta sul tracciato intitolato a Piero Taruffi. Nel corso della due giorni capitolina la Ferrari e gli uomini di AF Corse, squadra che gestirà le due 499P in gara, si sono focalizzati sulla gestione della vettura e sull'incremento dell'affidabilità. Il tutto per cercare di affinare e testare le modifiche apportate sul prototipo dopo le
prove di durata effettuate ad Alcaniz. Infatti, proprio sul circuito spagnolo, la LMH del Cavallino aveva riscontrato alcuni problemi di affidabilità costringendo tecnici e piloti a delle soste supplementari.
Ferdinando Cannizzo, Head of Ferrari GT Track Car Development, ha dichiarato al termine della sessione: “Il lavoro svolto dalla squadra nel 2022 è stato decisamente intenso, ma siamo ancora all’inizio del percorso di sviluppo. Come è normale in questa fase, registriamo progressi ma anche inconvenienti che rallentano il programma. Stiamo raccogliendo dati e spunti utili che ci aiutano a far crescere la vettura sia in termini di performance che di affidabilità. C’è ancora molto lavoro da fare per farci trovare pronti per il debutto a Sebring, ma stiamo seguendo le tappe che avevamo definito”.
I test riprenderanno quindi nel 2023 e, come affermato dal responsabile Attività Sportive GT Antonello Coletta, prima del Prologo di Sebring verrà effettuata sicuramente un’altra simulazione endurance. Ancora bocche cucite in merito alle formazioni dei due equipaggi che affronteranno la prossima stagione del WEC, molto probabilmente verrano svelati a gennaio. Riserbo anche riguardo i piloti che hanno preso parte alle ultime sessioni di test, anche se alcuni media hanno fatto circolare il rumors della presenza di Antonio Giovinazzi.