Massimo Costa - XPB ImagesAvere la monoposto attualmente più veloce del paddock F1, ma non riuscire mai a concretizzare il massimo risultato nei Gran Premi. Questa è la McLaren oggi, che ha vinto la gara di Miami quando ancora non era dominante, ma che dopo la Florida, quando la MCL35 ha compiuto un ulteriore e notevole passo in avanti grazie a sviluppi azzeccatissimi, inciampa in continuazione. Il successo di Miami, era arrivato con Norris soltanto quinto sullo schieramento di partenza. Successivamente, l’inglese in qualifica non ha mai fatto peggio del quarto posto, ottenuto una sola volta a Monte Carlo, poi in tre corse è partito dalla prima fila con una pole a Montmelò, e in due occasioni dalla terza piazzola.
Ma alla resa dei conti, ha racimolato, sempre dopo Miami, tre secondi posti (Imola, Montreal, Montmelò), un terzo a Silverstone e un quarto a Monaco, mentre a Spielberg si è ritirato per il noto incidente con Max Verstappen. Manca sempre qualcosa al team, che affronta spesso scelte troppo conservative, come se tutti fossero intrappolati in un concetto mentale per cui ci si accontenta di quel che viene, dimenticando che per le mani hanno una MCL35 che è un missile.
Ma manca qualcosa anche a Norris. Nella sua Silverstone, pista sulla quale ha girato giorno e notte quando era protagonista nella Formula 4 e nella Formula 3, nella qualifica dopo il primo push del Q3 era secondo a soli 6 millesimi da George Russell, 1’26”024 contro 1’26”030. Nel momento decisivo, tutti i primi si sono migliorati togliendo qualche decimo, l’unico che è rimasto sul suo tempo, causa errore tra la curva 3 e la curva 4, è stato Norris. Poteva avere la pole in canna, e invece si è dovuto accomodare in seconda fila. E non è la prima volta che in qualifica lascia millesimi, decimi, qua e là facendosi sfuggire la pole.
Poi, in gara, ecco le solite sbavature. Al via, si è fatto superare da Verstappen sbagliando l’approccio verso la curva 2. Ha saputo recuperare molto bene rimontando la Red Bull, poi le due Mercedes che conducevano la gara. Grande lucidità, senza dubbio. Ma ecco che nella fase delle scelte importanti, leggi cambio gomme, precisamente il secondo, Norris che conduceva la gara con baldanza, si è fatto sorprendere ed è entrato in corsia box un giro dopo Lewis Hamilton, che lo seguiva in seconda posizione, e Max Verstappen, terzo.
Alla sosta, è arrivato lungo di circa un metro, costringendo i meccanici, già posizionati con le gomme, a spostarsi perdendo attimi preziosissimi. Rientrato in pista con le Pirelli soft (Hamilton aveva le soft, Verstappen le hard) si è trovato secondo, a panino tra l’inglese e l’olandese. L’opzione gomma rossa non è stata quella giusta per lui. Al contrario, Hamilton con le soft ha tenuto un passo elevatissimo, Verstappen con le hard, dopo i primi giri di stallo, ha cominciato a essere rapido quanto Hamilton, mentre Norris dopo poche tornate ha dovuto alzare bandiera bianca per un rapido degrado. Ha perso il ritmo, Verstappen lo ha raggiunto e passato con estrema facilità. In poche parole, come detto sopra, ecco che una serie di errori hanno privato la McLaren di lottare per la vittoria nella gara di casa.
Per non parlare di Oscar Piastri, brillantissimo secondo dietro a Norris nella prima fase del GP, quella ancora con pista asciutta, capace di superare Verstappen, Russell, Hamilton, poi incredibilmente tenuto fuori troppo a lungo quando era il momento di montare le intermedie e da secondo si è ritrovato sesto a 32” da Norris. Inconcepibile. Piastri aveva tutte le carte in regola per poter dire la sua nella rincorsa al podio, ma gli sono state tarpate le ali. Difficile da digerire e difatti l’australiano a motori spenti era a dir poco abbacchiato: “Inizialmente non pensavo che potessi vincere la corsa, ma considerando come eravamo messi nella prima parte, ho iniziato a farci un pensiero. Certo, bisognava prendere le giuste decisioni… Siamo veloci, possiamo vincere ovunque, ma non creiamo le possibilità per riuscirci”.
Anche Norris è su questa linea e con onestà riconosce i propri errori: “Io e il team dobbiamo fare meglio, domenica abbiamo optato per scelte sbagliate e non ci siamo dati l’opportunità per vincere. Avrei dovuto chiedere di entrare prima al secondo pit-stop e servivano gomme medie, non soft”.
Non si è nascosto il team principal Andrea Stella. Si è passati, da una situazione in cui un terzo e un quarto posto potevano essere motivo di grande gioia ad essere tristi per la terza posizione di Norris. Perché? Perché c’è la consapevolezza che la MCL35 le può vincere tutte se ogni cosa si incastra alla perfezione. E invece, manca sempre una virgola. Dice Stella. “Dobbiamo essere più attenti e perfetti”.
Certo, la mancanza di abitudine nel prendere decisioni quando si è fortemente sotto pressione lottando per la vittoria, si fa sentire rispetto a squadre come Red Bull e Mercedes, dominatrici degli ultimi dieci anni di F1. Manca poco, veramente poco per essere perfetti come chiede Stella. Meno errori da parte di Norris, strategie più aggressive, zero tentennamenti quando è il momento di chiamare ai box i propri piloti per il pit-stop. Tutte cose da affinare, mentalmente più che altro. E’ solo questione di tempo.