Jacopo RubinoUna nuova ala posteriore, forse anche un fondo rivisto. Il sito ufficiale della Formula 1 anticipa gli aggiornamenti che la Mercedes ha in cantiere per il Gran Premio d'Australia, terza tappa di una stagione cominciata da inseguitrice. Inseguitrice ma non "cacciatrice", perché Ferrari e Red Bull sono al momento di un altro livello e "la macchina non è veloce a sufficienza", come ammesso dal capo degli ingegneri di pista Andy Shovlin. Potrebbe servire solo tempo per maneggiare un progetto estremo. Oppure c'è alla base una filosofia errata, e porre rimedio sarebbe dura. Le novità preparate per Melbourne, nel bene o nel male, potrebbero indicare la risposta.
"Ci sono un paio di motivi, ma di base non capiamo ancora la vettura come può avvenire verso fine stagione. Del resto abbiamo disputato solo due gare", ha intanto spiegato Shovlin. "Stiamo continuando a esplorare gli assetti con Lewis, ma nella qualifica in Arabia siamo andati un po' troppo oltre". Segno che la strada da prendere non fosse chiara neppure dentro al box, e Hamilton ne ha fatto le spese rimediando una sonora batosta: fuori in Q1, non per episodi ma per scarsa competitività. Incredibile a pensarci.
La W13, più delle monoposto avversarie, ha sofferto il fenomeno del porpoising, controndicazione dell'effetto suolo. Per essere mitigato, Hamilton e George Russell hanno dovuto utilizzare assetti tutt'altro che ottimali. Gli upgrade potrebbero essere d'aiuto, mentre sarebbe complicato sistemare carenze motoristiche, ipotesi per adesso sempre allontanata dai diretti interessati: il sospetto che ci sia un gap di cavalli però rimane, anche osservando il rendimento delle formazioni clienti. Lo sviluppo delle power unit è infatti congelato fino al 2025, con l'unica eccezione della parte ibrida che verrà omologata a settembre.
Il rischio è che il titolo diventi subito un obiettivo distante. Non inganni l'attuale secondo posto fra i Costruttori, perché la Mercedes ha beneficiato del doppio ritiro a Sakhir dei rivali diretti Max Verstappen e Sergio Perez. "Non ci facciamo illusioni, il distacco esiste, e a Jeddah è stato addirittura superiore al Bahrain. Abbiamo tanto da migliorare sia in qualifica che nei long-run, per lottare contro Ferrari e Red Bull", ha confermato Shovlin.

È una situazione che al team principal Toto Wolff appare simile a quella del 2013. "Non eravamo al livello della Red Bull e probabilmente nemmeno della Ferrari, ma abbiamo continuato a spingere", ha ricordato il manager austriaco di quell'annata, la prima per lui al ponte di comando, la prima con Hamilton al volante, e l'ultima con i propulsori V8. Dal 2014 si aprirono l'era turbo-ibrida e l'incredibile ciclo vincente della Stella. Sulla carta non ancora terminato, ma serve rimediare al più presto.
Unica consolazione? Le altre scuderie non sembrano in grado di assumere il ruolo di terza forza a cui la Freccia d'Argento, suo malgrado, deve invece adeguarsi. "Abbiamo un po' di margine e questo ci dà respiro per fare qualche esperimento nei weekend, per provare e portare soluzioni che aumentino le prestazioni della macchina. Lo faremo nell'arco dei prossimi appuntamenti", ha confermato Shovlin. Iniziando dall'Australia, terza tappa iridata ma già crocevia.