Jacopo Rubino - XPB ImagesProbabilmente la "spallata" di Imola resterà un momento-simbolo, nella rivalità fra Lewis Hamilton e Max Verstappen, ma il campione in carica non sembra averne risentito granché. E non scenderà facilmente dal trono della Formula 1: lo ha dimostrato con la prova di forza al
Gran Premio del Portogallo. Stavolta non si può parlare di prestazione "perfetta" al 100 per cento, almeno in base agli standard a cui Hamilton ci ha abituato, per qualche imprecisione di troppo nelle fasi iniziali che lui stesso ha rivelato. Ma la capacità dei migliori è anche di saper rimettere le cose a posto, e così ha costruito la sua seconda vittoria stagionale. Come in Bahrain, senza essere partito dalla pole-position.
In qualifica Hamilton era stato beffato dal compagno di squadra Valtteri Bottas, poi si è ritrovato addirittura terzo quando Verstappen, proprio l'antagonista per il titolo 2021, al giro 6 lo ha sorpreso alla ripartenza dalla safety-car. "È stata una corsa molto impegnativa, fisicamente e mentalmente, bisognava tenere alta la concentrazione anche a causa del forte vento. Non sono scattato bene come Valtteri, ma gli stavo mettendo pressione e credevo sarei riuscito a superarlo. Quindi abbiamo avuto la safety-car, ho fatto il possibile per tenere le gomme alla giusta temperatura, ma ho tolto lo sguardo un momento per capire dove fosse Max, e Valtteri ha accelerato. È stato un mio errore. Un altro sbaglio è stato di spostarmi dalla scia di Valtteri, così l'ho data a Max che mi ha passato si slancio".
Qui si è scatenata la fame agonistica: "Questo mi ha reso il compito più difficile, ma anche molto più divertente. Ho perso un po' di terreno, ma gradualmente mi sono riavvicinato e ho aspettato il momento giusto". Al giro 10 l'attacco a Verstappen, a sua volta incappato in una sbavatura, al giro 20 quello alla W12 gemella di Bottas, annichilito. Sono stati due sorpassi veri, a pari condizioni. La leadership a Portimao è diventata definitiva, anche sul campo, liberandosi facilmente dell'altra Red Bull di Sergio Perez, che al giro 50 non si era ancora fermata ai box. "Amo la battaglia, sin da quando ero sui kart. Vivo per gare come questa", sono le parole che spiegano tutto.
La determinazione del 7 volte iridato si è capita anche dai messaggi via radio nel finale, con il "disappunto" nel vedersi togliere il giro più veloce: Perez con le Pirelli soft, e poi Bottas e Verstappen con un secondo cambio gomme ad hoc, gli hanno negato il punto bonus. Lewis era del resto "condannato" a restare in pista, non avendo il margine di sicurezza per rientrare ancora ai box conservando le redini del gruppo.
"I distacchi sono molto ravvicinati e ogni punto quest'anno sarà importante", ha sottolineato a motori spenti. Intanto ne ha 8 di vantaggio su Verstappen. Fra i saliscendi dell'Algarve la Mercedes è apparsa un po' più competitiva della rivale Red Bull, ma guai a rilassarsi: "Non possiamo lasciare nulla di intentato, dobbiamo continuare a spingere per tirare fuori il massimo dalla macchina". E ora si va subito a Barcellona, per un altro round della sfida al vertice.