4 Ago [15:36]
Perché Ricciardo ha deciso
di lasciare la Red Bull?
Massimo Costa - Photo 4
Christian Horner ha detto che quando Daniel Ricciardo gli ha comunicato che avrebbero dovuto trovare un altro pilota per il prossimo anno, ha pensato stesse scherzando. Ma davanti all'insistenza dell'australiano è rimasto come shoccato. A conferma che Ricciardo ha saputo tenere ben nascosta la trattativa parallela con la Renault. Ma perché Daniel ha deciso di lasciare la Red Bull che fin dal 2008 lo ha accompagnato nella sua brillante carriera. Prima in F.Renault 2.0, poi nella F3 inglese, nella World Series Renault e in F1, brevemente con HRT, poi con Toro Rosso e infine col team diretto da Horner che tutti i ragazzi del programma Junior sognano di raggiungere? Cosa lo ha spinto a prendere quella che ha definito "la decisione più difficile della sua vita".
Mentalmente, Ricciardo aveva rotto da tempo con la Red Bull. Fin dal 2017, l'appoggio incondizionato a Max Verstappen, il difficile rapporto con l'olandese e il suo management sempre troppo invasivo, la mancanza di rispetto che il suo giovane compagno di squadra gli riservava in pista senza che il team intervenisse, piano piano hanno scavato un solco impossibile da colmare. Il momento clou è stato il 20 ottobre 2017 quando la Red Bull ha allungato fino al 2020 il contratto con Verstappen, ed Horner ha sottolineato che "il raggiungimento di questo accordo ci consentirà di costruire un team che ci porterà ad ottenere le vittorie desiderate". Ricciardo è rimasto di sasso per la totale mancanza di tatto e di considerazione, lui che si era classificato al terzo posto nel mondiale piloti 2014 e 2016, messo in un angolo.
A quel punto, Ricciardo ha capito che per la Red Bull esisteva soltanto Verstappen ed ha iniziato a guardarsi attorno. Verificando le possibilità di sostituire Kimi Raikkonen in Ferrari o Valtteri Bottas in Mercedes. Ma se Toto Wolff ha scelto di rinnovare con il finlandese dando continuità e credendo nella nuova coppia Hamilton-Bottas, a Maranello hanno quasi ignorato l'australiano preferendo puntare sul giovane cresciuto in casa Charles Leclerc o nuovamente su Raikkonen, gradito a Sebastian Vettel. In ogni caso due scommesse se confrontate all'apporto che può garantire Ricciardo. Che è quindi rimasto tagliato fuori dai top team, lui che più volte ha detto senza mezzi termini che "sono pronto per vincere il mondiale, ho le capacità e l'età giusta per riuscirci". Già, ma con quale monoposto?
Chiuse le porte Ferrari e Mercedes, per puntare all'obiettivo iridato non rimaneva che restare alla Red Bull, ma la trattativa con Helmut Marko si è subito incagliata. A Daniel veniva offerto un compenso inferiore a quello di Verstappen, che è di 25 milioni a stagione; una sorta di ripicca per essersi offerto ai team avversari? Un modo per dirgli che come pilota è inferiore all'olandese? Ricciardo non ha gradito ovviamente, anche perché in quel periodo del 2018 Verstappen non concludeva una gara mentre lui portava podi, vittorie, punti alla Red Bull.
E allora si è rivolto a Renault e McLaren, squadre ancora lontane dal poter lottare per il mondiale come lui desidera, ma un passo che fa capire ancora di più come Ricciardo volesse andarsene a tutti i costi da un ambiente che ormai riteneva ostile. E pare ormai storia quella telefonata con Dieter Mateschitz dopo la pole di Monaco, un dialogo avvenuto appena sceso dalla RB14 con il telefono di Marko. Colui che ha appoggiato la carriera di Daniel, ma che Daniel ha definito così: "Se la trattativa la dovessi condurre con il boss, Mateschitz, sarebbe molto più semplice, ma con Helmut...".
Le vicende della seconda parte della stagione, con una power unit scarica, rotture, pochi risultati e la parallela presa di coscienza di Verstappen che non ha più sbagliato nulla, hanno finito per mettere in ombra Ricciardo. Poi, l'avvenuto contratto con la Honda, che solleva più dubbi che altro per il futuro della Red Bull, hanno definitivamente convinto Daniel che sì, o adesso o mai più. E così ha virato con decisione sulla Renault. Che è pur sempre un grande costruttore, un team in crescita che gli ha garantito 20 milioni di euro a stagione per due anni, benché qualche dubbio rimanga.
Il progettista Bob Bell proprio nei giorni scorsi è stato dirottato su altre iniziative, il presidente Carlos Ghosn ha dichiarato che Renault dimostrerà che si può vincere il mondiale anche senza spendere i budget faraonici di Ferrari, Mercedes e Red Bull. Dichiarazione piuttosto avventata e che in realtà lascia presagire la mancanza di volontà di far di tutto (quando ce ne sarà bisogno) per raggiungere l'obiettivo iridato. Sarà la scelta giusta quindi per Ricciardo? Ovvio che dopo essersi offerto a Ferrari e Mercedes, la Renault è una soluzione di ripiego. Ma per Ricciardo l'importante era andarsene da Milton Keynes, rompere con il passato e probabilmente con una situazione interna poco gradevole.
A lui va comunque il merito di aver gestito, da solo, senza manager o quant'altro, una situazione personale non facile, e di aver nascosto fino all'ultimo le carte. Come Cyril Abiteboul, team principal Renault, che aveva fatto credere di aver firmato con Esteban Ocon e il quale ha finito per sacrificare Carlos Sainz. Un comportamento non proprio limpido e professionale quello di Abiteboul nei confronti del pilota spagnolo, che lui stesso aveva strappato non senza polemiche alla Red Bull-Toro Rosso neanche un anno fa, e che ora lascia al suo destino. Quella di Abiteboul con Ricciardo, è sembrata più che altro una opportunità di "vendetta" nei confronti di Horner e Marko dopo le tante ed eccessive polemiche create dal duo di Milton Keynes. Nella F1 di oggi può accadere anche questo.