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31 Dic [17:27]

Pilota per pilota, la stagione '23
George Russell - Promettente

Massimo Costa - XPB Images

La prima cosa che viene in mente parlando di George Russell è la sua intelligenza, poi la sua gentilezza, il suo saper valutare con attenzione ogni minimo dettaglio di ciò che lo circonda e, grazie alla sua perspicacia, non è un caso che sia stato nominato Presidente della GPDA, l'associazione dei piloti F1, il portavoce della sua categoria presso la FIA o Liberty Media. Nel suo ruolo, non ha mai mancato di farsi sentire in più di una occasione, l'ultima dopo il disastroso GP del Qatar, disputatosi con temperature aria elevatissime che hanno causato tantissimi problemi fisici ai venti piloti del Mondiale.

Come Charles Leclerc, come Oscar Piastri, come Lando Norris, il pilota della Mercedes ha vinto tanto nelle serie minori, in particolare da rookie il campionato di GP3 del 2017 (oggi F3) e di Formula 2 nel 2018 (dove ha sconfitto proprio Norris) e poi aggiungiamo il successo nella F4 inglese nel 2014. In mezzo, due stagioni di F3 Euro Series, terzo nel 2016. Russell è un ragazzo che da solo, senza manager, quando ancora cercava la sua strada in F3, ha chiesto e ottenuto un colloquio con Toto Wolff riuscendo a convincerlo a puntare su di lui, un episodio che la dice lunga sul carattere del ragazzo, un atto coraggioso che gli ha cambiato la carriera.

Fatta la gavetta nel team Williams, dove ha collezionato nel 2019, 2020, 2021 importanti risultati con una monoposto deficitaria, Russell è entrato nella squadra di Wolff dalla porta principale affiancando un totem come Lewis Hamilton. Lo scorso anno ha chiuso al quarto posto nella classifica iridata conquistando la sua prima, e finora unica, vittoria a San Paolo. Russell aveva ottenuto 275 punti facendo meglio di Hamilton, fermatosi a 240.

Inevitabile quindi che per il 2023 tutti ci aspettavamo un Russell che avrebbe portato il non più giovane Hamilton alla fine della sua carriera. Non è stato così. Mai dire mai quando di mezzo c'è Lewis. La deludente W13 lo aveva reso svogliato, ma con la W14, un tantino più competitiva, Hamilton ha fatto l'Hamilton e Russell ne è uscito un tantino "schiaffeggiato". 234 i punti ottenuti da Lewis, e il terzo posto finale in campionato, 175 quelli di George, solo ottavo in classifica.

Dunque, qual è il vero Russell? Certamente stiamo parlando di un pilota super competitivo, che con la recalcitrante W13 aveva vinto come detto a San Paolo (ma anche la gara Sprint di Baku) e pure siglato una pole a Budapest. Otto i podi totali 2022. Ma quando è stato il momento di alzare l'asticella, è stato sopraffatto da Hamilton. Per Russell, in gara, soltanto due terzi posti quest'anno (sei i podi di Lewis) e qualche errore grave di troppo. In qualifica, per tre volte si è piazzato secondo e anche a terzo, a conferma delle sue qualità velocistiche e per 12 volte a 10 ha battuto Hamilton. Ma qualcosa è mancato nella gestione delle gare.

E' lui il nuovo Hamilton, come ci si era affrettati a dire nel 2022? La risposta è: ancora no, ne deve passare di acqua sotto i ponti da quel che si è visto nel 2023, ma di certo ha tutti i numeri per recitare, prima o poi, un ruolo da assoluto protagonista in F1, categoria in cui rimarrà sicuramente per tanti anni. Però... continuando nel confronto con Lewis, va ricordato che il sette volte iridato nel suo primo anno di F1 diede scacco matto al suo compagno di allora in McLaren, un certo Fernando Alonso, e a momenti vinceva il titolo mondiale. Certo, Russell ha affrontato un percorso diverso, ma al suo quinto anno di F1, con una Mercedes abbastanza competitiva, non ha fatto la differenza. Ed è su questo che occorrerà riflettere.

Voto finale: 7



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