Jacopo RubinoIl matrimonio fra Red Bull e Porsche non s'ha da fare? La trattativa,
dopo le voci di uno stallo, potrebbe davvero saltare definitivamente. "Porsche non diventerà nostra azionista. Abbiamo tutte le capacità di costruire da soli i motori", ha messo in chiaro Helmut Marko, consulente dell'azienda austriaca, all'emittente tv Sport1. Oltre a partorire la nuova power unit di Formula 1 per il 2026, il legame fra Milton Keynes e Stoccarda doveva includere l'acquisto del 50 per cento del team da parte di Porsche, ma il fronte Red Bull ha frenato, temendo la perdita di indipendenza. E adesso potrebbe risolversi tutto in una bolla di sapone.
Un ribaltone clamoroso ed inaspettato, considerando che si puntava ad un annuncio pubblico per il Gran Premio d'Austria a luglio, con il comunicato stampa già nel cassetto. Ma in quel momento le regole tecniche non erano state ancora approvate dalla FIA, impedendo di fare mosse ufficiali. Nel frattempo, in Red Bull hanno cominciato a montare i dubbi sulle modalità delle nozze.
In realtà la porta non è del tutto chiusa, ma solo se Porsche accetterà le condizioni dettate dalla scuderia, quelle di una semplice collaborazione tecnica, o al massimo operazione commerciale, rimarchiando le unità. Red Bull, del resto, ha il coltello dalla parte del manico, può permettersi di andare avanti da sola, avendo ormai allestito il proprio reparto motoristico per tutelarsi dopo il disimpegno della Honda.
"Red Bull è sempre stata una scuderia indipendente, è uno dei nostri punti di forza, la base di quanto abbiamo raggiunto e della nostra velocità di reazione. Questo è il nostro DNA", ha sottolineato il team principal Christian Horner a Zandvoort. "Loro (Porsche, ndr) devono decidere se condividere la filosofia con cui gareggiamo".
La Red Bull non ha ansia di avere un partner a tutti costi, ma potrebbe esserci sempre l'ipotesi di riallacciare il filo con la Honda, se il marchio giapponese volesse rientrare in F1 in prima linea. "Per quanto ne sappiamo, il treno è passato", ha però affermato Horner, spegnendo questo scenario. Attraverso il braccio sportivo HRC, Honda fornirà comunque assistenza fino al 2025 per gli attuali V6 turbo-ibridi.
E senza Red Bull, cosa farebbe Porsche? La casa tedesca rischia di restare con un pugno di mosche in mano, non avendo le strutture per realizzare in autonomia la power unit, a differenza della cugina Audi che ha già confermato il suo futuro ingresso. Inoltre, il gruppo Volkswagen avrebbe autorizzato il progetto F1 solo come azionista di una squadra. C'è chi ipotizza un piano B con l'apertura di contatti con McLaren, che tuttavia non ha voluto cedere alla stessa Audi, la quale ha poi virato sulla Sauber. Insomma, un bel rebus. Ma per il Circus sarebbe un peccato non accogliere un nome del calibro di Porsche, in qualche modo.