Michele Montesano
Con i motori spenti e a quasi un mese dalla conclusione del campionato di Formula E, ripercorriamo la decima stagione della serie riservata alle monoposto elettriche. Come da tradizione, la corsa per il titolo si è decisa all’ultimo E-Prix con un duello che ha visto contrapposte Jaguar a Porsche. Al termine dell’ultima gara di Londra le due Case automobilistiche si sono divise il bottino: l’alfiere Porsche Pascal Wehrlein ha conquistato il titolo piloti, mentre Jaguar è riuscita ad artigliare la coppa riservata ai team. Ma andiamo più nel dettaglio per vedere come si sono comportate le squadre che hanno animato la serie Full Electric.
Non si poteva che partire dalla
Porsche. Dopo averlo sfiorato in diverse occasioni, la squadra tedesca è finalmente riuscita a conquistare il titolo piloti. I tecnici di Zuffenhausen, prima dell’avvio della stagione, hanno cercato di ottimizzare uno dei punti deboli della 99X Electric ovvero la prestazione sul giro secco. L’obiettivo è stato centrato e a beneficiarne è stato soprattutto Wehrlein che ha siglato tre pole position. Il tedesco è stato particolarmente competitivo nella prima parte di campionato per poi cedere il passo nella seconda metà. Sempre a ridosso dei primi, Wehrlein ha quindi dato il tutto per tutto nell’atto finale di Londra conquistando il meritato titolo.
Al contrario il compagno di squadra Antonio Felix da Costa, dopo un avvio di stagione a rilento, è riuscito a trovare la quadra della sua monoposto. Il cambio di passo è arrivato in occasione del primo E-Prix di Misano in cui il portoghese ha tagliato per primo il traguardo, salvo poi venire squalificato per una molla del pedale dell’acceleratore ritenuta non conforme. Incassato il colpo, da Costa si è riscattato conquistando ben quattro E-Prix, il portoghese è così diventato il pilota più vincente della stagione appena conclusa.
Sebbene sia riuscita a conquistare il titolo squadre,
Jaguar è uscita sicuramente sconfitta al termine della stagione. Nonostante entrambi i piloti siano rimasti in lizza per il titolo fino all’ultima gara, Londra si è rivelata decisamente amara per il costruttore inglese. A pesare è stata la cattiva gestione, durante l’intero arco della stagione, del muretto box. Non è mai stato dato alcun ordine di scuderia e Mitch Evans e Nick Cassidy sono stati liberi di correre e di rubarsi punti a vicenda. Ciò, alla lunga, ha portato i piloti a lottare duramente tra di loro creando non pochi malumori all’interno del box. Inoltre Cassidy, a lungo al comando della classifica generale, negli ultimi E-Prix di Portland e Londra ha fatto di tutto per perdere il campionato. Il titolo riservato ai team è solamente una magra consolazione per Jaguar.
Netto balzo in avanti per il team
DS Penske che, nell’arco di un anno, è passato dal quinto al terzo posto nella classifica assoluta riservata alle squadre. Il marchio francese ha inoltre battuto i cugini della Maserati nel duello in casa Stellantis. Veloce in qualifica, tanto da ottenere tre pole, Jean-Eric Vergne si è dimostrato anche il più consistente in gara conquistando il quinto posto al termine del campionato. In crescendo anche la stagione di Stoffel Vandoorne. Dopo un anno di adattamento, l’ex campione di Formula E è riuscito a salire anche sul podio nell’E-Prix di Montecarlo. Proprio il belga, però, dalla prossima stagione traslocherà in Maserati.
Non poteva esserci miglior epilogo stagionale per la
Nissan. Il costruttore giapponese ha infatti conquistato la vittoria dell’ultimo E-Prix di Londra con Oliver Rowland. Proprio il britannico, rientrato in Nissan dopo due difficili anni in Mahindra, si è rivelato la sorpresa di questo campionato. Sette volte a podio, di cui due volte sul gradino più alto, Rowland ha letteralmente trascinato la Casa giapponese al quarto posto della classifica team. Quarto assoluto, a pesare sul bilancio finale del britannico è stata l’assenza, per problemi di salute, nel doppio appuntamento di Portland. Decisamente meno incisivo l’apporto di Sacha Fenestraz che ha chiuso il campionato al diciassettesimo posto.
Passo indietro per il
Team Andretti. Al termine del campionato, la squadra americana è scivolata dal podio, ottenuto lo scorso anno, chiudendo la stagione al quinto posto. Lo stesso campione in carica Jake Dennis è stato costretto ad abdicare lo scettro terminando solamente al settimo posto nella classifica piloti. Protagonista di un buon avvio di stagione con la vittoria dell’E-Prix di Diriyah, l’inglese ha poi perso lo slancio commettendo anche numerosi errori che l’hanno tenuto lontano dai piani alti della classifica. Nonostante il podio di Shanghai, Norman Nato non ha particolarmente impressionato, tanto da concludere l’esperienza con il Team Andretti dopo una sola stagione. Il posto del francese sarà preso da Nico Müller.
Chi ha subito un vero e proprio tracollo è stato l’
Envision Racing. A distanza di un anno, la squadra inglese non solo ha perso il titolo riservato ai team ma è piombata a metà classifica. Nonostante il powertrain Jaguar, l’Envision Racing non è andata oltre il sesto posto finale racimolando poco più di un terzo dei punti ottenuti nella scorsa stagione (121 contro 304). A mancare è stata sicuramente la costanza e la competitività rispetto ai team ufficiali. Ciò nonostante Robin Frijns, subentrato a Cassidy, ha ottenuto tre podi, mentre l’esperto Sebastien Buemi ne ha racimolati due.
Piccolo passo in avanti per la
McLaren. Al termine del secondo anno in Formula E, la squadra inglese è riuscita a salire dall’ottavo al settimo posto assoluto merito di una coppia di piloti affiatata e competitiva. Proveniente dalla Jaguar, Sam Bird è riuscito a imporsi nell’E-Prix di San Paolo regalando alla McLaren il primo successo nel campionato Full Electric. Costretto a saltare due appuntamenti, per via di un infortunio subito a Montecarlo, l’inglese è stato sostituito dal giovane Taylor Barnanrd che, entrando due volte in zona punti a Berlino, è risultato il miglior rookie della stagione. Velocissimo in qualifica, al suo secondo anno in Formula E Jake Hughes si è dimostrato competitivo anche in gara conquistando due podi.
Per una squadra che sale ce n’è una che scende. Se all’esordio, nel campionato riservato alle monoposto elettriche,
Maserati era riuscita ad acciuffare il sesto posto nella classifica team, quest’anno si è dovuta accontentare dell’ottava piazza. Fatta eccezione per la vittoria del primo E-Prix di Tokyo della serie elettrica, Max Günther non è riuscito a salire con regolarità sul podio nell’arco del campionato. Rispetto alla scorsa stagione, nel box del Tridente è sicuramente mancata una figura d’esperienza come Edoardo Mortara. Nonostante i continui progressi, il rookie Jehan Daruvala non si è rivelato all’altezza delle aspettative. Nella prossima stagione Maserati ripartirà da zero sul fronte piloti con l’arrivo di Vandoorne e Hughes.
Cambio di passo per il team
ABT Cupra. Se nel 2023, al rientro dopo un anno sabbatico in Formula E, la squadra tedesca aveva chiuso mestamente in ultima posizione, quest’anno è riuscita ad artigliare il nono posto nonostante la scarsa competitività del powertrain Manindra. Risultato degno di nota è la vittoria, a parità di motore, del duello contro la Casa Indiana. Nico Müller, che il prossimo anno lo vedremo impegnato tra le fila del Team Andretti, è risultato il pilota più competitivo surclassando l’esperto Lucas di Grassi. Chiuso il capitolo Mahindra, per ABT è il tempo di voltare pagina con l’arrivo del powertrain Lola Yamaha. Toccherà proprio al brasiliano il compito di sviluppare la motorizzazione anglo-giapponese in vista dell’esordio delle monoposto Gen3 Evo.
Chi si aspettava un cambio di passo da parte di
Mahindra è rimasto sicuramente deluso. Dopo una rivoluzione all’interno del team, la squadra indiana è ripartita da zero anche sul fronte piloti ingaggiando Mortara e l’ex campione di Formula E Nyck de Vries. Se l’italo-svizzero ha messo in mostra tutta la sua bravura regalando l’unica gioia della stagione, con la pole position nel primo E-Prix di Berlino, per de Vries il ritorno nel campionato elettrico si è rivelato più complicato del previsto. Se la prima parte della stagione è servita per prendere confidenza con la monoposto, solamente nelle ultime gare l’olandese ha mostrato qualche sprazzo di competitività. Mahindra dovrà sfruttare l’ingresso delle nuove Gen3 Evo per cercare di colmare il divario sugli avversari.
Fanalino di coda della decima stagione di Formula E, il team
ERT ha racimolato solamente 23 punti. La squadra cinese, nata solamente a ottobre dalle ceneri del costruttore automobilistico NIO, si è ritrovata così a corto di tempo nel preparare il campionato. Pur contando sulla stessa formazione di piloti del 2023, composta da Dan Ticktum e Sergio Sette Camara, fin dai test pre-stagionali di Valencia l’ERT è stata costretta a rincorrere gli altri team. Lampi di competitività si sono potuti apprezzare nelle qualifiche, ma in gara le monoposto cinesi non si sono rivelate altrettanto efficienti. L’ERT si è quindi focalizzata sullo sviluppo della nuova monoposto Gen3 Evo e sull’ottimizzazione del powertrain in vista della prossima stagione.