Michele Montesano
Ancora inebriato dal travolgente successo che l’ha visto conquistare, nel rocambolesco finale di Londra, il titolo di campione del mondo di Formula E, Pascal Wehrlein ha voluto ripercorrere la sua trionfale stagione. Per l’occasione il tedesco della Porsche ha parlato, con un ristretto numero di giornalisti, di come è maturata questa vittoria che, ha tenuto a precisare, è stato il frutto del duro lavoro di tutta la squadra.
Anche per questo motivo bisogna fare un passo indietro e tornare esattamente a un anno fa. Infatti, al termine della stagione 2022-23 della Formula E, le vetture Porsche si sono dimostrate tanto forti sul passo gara quanto poco efficaci sul giro singolo. Ingegneri e tecnici si sono quindi focalizzati sul software di gestione per ottimizzare il pacchetto della monoposto 99XElectric.
“Sicuramente abbiamo fatto diversi passi in avanti rispetto alla scorsa stagione – ha confermato Wehrlein – Innanzitutto la nostra performance in qualifica è migliorata e personalmente ho siglato tre pole position. Anche in gara, benché eravamo già competitivi, abbiamo ulteriormente incrementato le nostre prestazioni. Inoltre siamo stati costantemente veloci su diverse tipologie di piste. I punti chiave di questa stagione appena conclusa li possiamo racchiudere nei progressi fatti sulla vettura e della gestione del box”.
La competitività del pacchetto Porsche è stata confermata sin dall’avvio del campionato: “Abbiamo iniziato la stagione nel migliore dei modi con la pole position e la vittoria nell’E-Prix di Città del Messico – ha sottolineato il tedesco – In Porsche sapevano di avere un pacchetto forte, quindi l’obiettivo era quello di lottare durante tutto il campionato. Il mio focus è stato sempre quello di vincere e puntare al titolo e, assieme alla squadra, ci abbiamo messo tutto il nostro impegno per riuscirci”.
Tuttavia non tutto è filato sempre per il verso giusto, come ammesso dallo stesso Wehrlein: “Anche durante i weekend più difficili, non abbiamo mai perso il nostro obiettivo finale. Non c'è stato un singolo momento durante l'anno in cui abbiamo mollato la presa, neppure quando eravamo a oltre venti punti dalla vetta della classifica piloti. Questo è il bello della Formula E, in ogni gara la graduatoria generale può essere rivoluzionata drasticamente, anche per questo noi ci abbiamo sempre creduto”.
Dopo un’intensa stagione si è quindi arrivati al gran finale di Londra: “Dopo Portland ci siamo presentati a Londra non da favoriti, visto che eravamo al terzo posto a dodici punti dal leader, ma potevamo sicuramente giocarcela – ha analizzato il tedesco della Porsche – Avevamo ancora tutto nelle nostre mani, ci serviva un fine settimana perfetto, il mio obiettivo era di non pensare troppo al campionato e concentrarmi nel conquistare la vittoria in entrambi gli E-Prix. Fare calcoli ti deconcentra, quindi bisognava dare il massimo sia da parte mia che dell’intera squadra”.
Wehrlein ha proseguito: “A meno di ulteriori variabili, realisticamente eravamo in tre a contenderci il titolo, quindi tutti avevamo la stessa identica pressione addosso. Nonostante tutto lo stress, abbiamo avuto un fine settimana quasi perfetto vincendo la gara del sabato e arrivando secondi la domenica. A Londra era molto facile commettere errori, ma non abbiamo sbagliato quasi nulla e ci siamo meritati il titolo”.
Il fresco campione del mondo è poi entrato nello specifico: “La strategia per la gara del sabato era chiara: volevamo e dovevamo assolutamente vincere. Bisognava recuperare punti, rispetto agli avversari, per lasciare aperta la lotta per il titolo nell’E-Prix di domenica. Dopo aver centrato l’obiettivo del sabato, ritrovarci in testa al campionato è stato qualcosa di inaspettato. Questo ci ha permesso di arrivare la domenica in una posizione privilegiata. Ma, visto l’esiguo vantaggio sui piloti Jaguar, bisognava assolutamente tagliare il traguardo davanti a loro”.
Infine il rocambolesco E-Prix della domenica: “nell’ultima gara l’obiettivo era chiaro: dovevamo finire davanti alle Jaguar – ha sottolineato Wehrlein – In qualifica sentivo di aver fatto un buon giro, ma sia Nick Cassidy che Mitch Evans (rispettivamente primo e terzo ndr.), hanno fatto meglio di me. Quindi, tra i tre contendenti al titolo, noi eravamo quelli che partivamo più indietro. Dovevamo essere aggressivi fin dal via, così ho superato la Maserati di Max Günther per mettermi in scia ai piloti Jaguar. Quando Cassidy ha preso il suo secondo Attack Mode sono riuscito a infilarmi tra le due Jaguar evitando, così, che potessero fare gioco di squadra”.
“Siamo stati molto efficienti in gara e ho cercato di superare Evans in diverse occasioni – ha proseguito Wehrlein – ma lui ha difeso la posizione duramente ricevendo anche un avvertimento per alcune manovre al limite. Quando è uscita la Safety Car ad approfittarne è stato Oliver Rowland, su Nissan, che ci ha sorpassati entrambi. Con Evans secondo e io terzo avremmo chiuso il campionato a pari merito, quindi il punto extra del giro veloce poteva giocare un ruolo fondamentale. Poi Evans ha mancato l’attivazione del secondo Attack Mode, l’ho sorpassato e abbiamo portato a casa il campionato. È stata sicuramente una gara molto dura , degna di un gran finale di stagione”.
Wehrlein ha quindi aggiunto un altro campionato, oltre a quello conquistato nel DTM al termine della stagione 2015 a soli 20 anni, nella sua bacheca: “Direi sicuramente che questo titolo per me è il più importante che abbia mai vinto finora, per molte ragioni. Ovviamente perché quello di Formula E è un campionato del mondo. Inoltre questo risultato è il frutto del duro lavoro dell’intera squadra e di tutti i passi che abbiamo fatto insieme. Abbiamo attraversato alti e bassi, lavorando sempre fianco a fianco per cercare di migliorare e progredire. Riuscire a raggiungere questo traguardo è stata una grande soddisfazione. Vincere una categoria competitiva come la Formula E è molto speciale”.
Visto che Wehrlein è stato il primo pilota tedesco a vincere un campionato mondiale di monoposto, dopo il successo ottenuto da Nico Rosberg nel 2016 in Formula 1, la domanda è lecita se lo rivedremo nella massima categoria del Motorsport: “Non credo – ha subito risposto Wehrlein – gli anni che sto vivendo sono i momenti più piacevoli e felici che ho avuto in tutta la mia carriera. E questo per molte ragioni. Prima di tutto ho un grande team alle mie spalle e sono consapevole di stare al fianco di persone straordinarie. Lavoriamo all’unisono e so bene tutto l'impegno che ci mettono: non vinco solo per me stesso ma per tutto il team. Ho corso due anni in Formula 1 ma, purtroppo, non con una vettura competitiva. Anche per questo mi godo il momento perché so quanto sia difficile non avere una vettura in grado di farti lottare nelle posizioni di vertice”.
Wehrlein non si preclude, però, di esplorare nuove categorie: “Dopo il titolo nel DTM, ora sono diventato campione in Formula E e nel futuro mi piacerebbe aggiungere qualche altro titolo. Ho vinto sia con vetture Gran Turismo che con le monoposto, spero di poter ottenere altre vittorie in altre categorie di alto livello”.
Infine uno sguardo al futuro e alla prossima stagione di Formula E, Wehrlein si è detto ancora indeciso se confermare il numero 94 sulla sua Porsche o adottare il numero 1 del campione del mondo: “Per alcuni motivi, mi piacerebbe avere il numero 1 sulla mia Porsche. Ma d'altra parte, vedo il numero 94 come una firma personale, il mio segno distintivo. Ho vinto due campionati molto importanti con quel numero. Probabilmente ne parlerò con Florian Modlinger (Team Principal della Porsche in Formula E ndr.), dato che prendiamo molte decisioni insieme. So che anche lui è come me, è superstizioso e crede nei portafortuna. Quindi vedremo, probabilmente lo scoprirete a Valencia in occasione dei test pre stagionali”.